Fonti fossili vs rinnovabili: com’era e come sarà l’energia secondo la IEA

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La IEA ha pubblicato un corposo rapporto statistico sull’evoluzione del mix energetico mondiale dagli anni ’70 a oggi. Un assaggio in cinque grafici dei dati più interessanti con qualche considerazione sul contributo relativo di carbone, gas e petrolio e delle tecnologie pulite.

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Forniture e consumi mondiali di energia, indicatori di efficienza energetica, prezzi, emissioni, scenari al 2040: c’è questo e molto altro nell’ultimo rapporto pubblicato dalla IEA (International Energy Agency), il corposo Key World Energy Statistics (KWES, allegato in basso) che contiene tutti i dati utili a comprendere l’evoluzione del mix delle fonti fossili vs rinnovabili a livello globale.

Pubblichiamo di seguito qualche grafico particolarmente interessante, ricordando però che le statistiche ufficiali dell’agenzia sono oggetto di recenti critiche riguardo il metodo scelto e utilizzato da parecchi anni per valutare il peso relativo delle varie risorse energetiche.

In particolare, le analisi sarebbero falsate da un errore statistico che porta a confondere tra fonti di energia primaria/secondaria, con il risultato di sottostimare ampiamente il reale contributo delle tecnologie pulite come l’eolico e il solare (articolo di QualEnergia.it con tutti i dettagli).

Il primo grafico che proponiamo mostra com’è cambiata la fornitura totale di energia primaria (TPES, Total Primary Energy Supply) dal 1973 al 2016 nei paesi OECD.

Anche se diversamente ripartiti, con una forte riduzione del petrolio e un incremento del gas, i combustibili fossili continuano a dominare la scena, mentre alla voce “other” che include geotermia, eolico, solare, energie marine e altre fonti, corrisponde soltanto il 2,2% della torta, una percentuale minima che i critici della IEA ritengono viziata dall’errore statistico di cui sopra.

Il secondo grafico scelto da QualEnergia.it evidenzia l’andamento della produzione mondiale di carbone, che dopo l’impennata degli anni 2000 è tornata a declinare.

Interessante poi osservare la coppia di torte qui sotto, con la ripartizione delle diverse fonti nell’ambito della generazione elettrica complessiva; nel 2015, rispetto agli anni ’70, è quasi scomparso l’olio combustibile, il carbone ha mantenuto una quota poco inferiore al 40%, mentre il gas è pressoché raddoppiato e le fonti rinnovabili diverse dall’idroelettrico sono balzate al 7% del totale (valevano meno dell’uno per cento).

Il quarto grafico illustra il contributo di carbone, gas e petrolio alle emissioni totali di CO2 legate all’energia, che negli ultimi anni si sono un po’ stabilizzate dopo una crescita pressoché costante nei decenni precedenti.

Con l’ultimo grafico proposto gettiamo uno sguardo ai due scenari elaborati dalla IEA per il 2040: il New Policies basato sulle politiche energetiche oggi in esame e 450 Scenario, basato sulle misure necessarie per limitare il surriscaldamento terrestre a 2 gradi centigradi.

Si vede chiaramente che anche nel 450S le fonti fossili costituiranno oltre metà delle forniture mondiali di energia primaria tra una ventina d’anni, ma anche in questo caso vale l’avvertenza iniziale sulla possibilità che le statistiche di previsione siano molto sovrastimate a vantaggio delle risorse convenzionali.

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