Per una nuova “green economy”

  • 10 Dicembre 2007

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Le difficoltà e le opportunità per l'Italia sulpercorso verso l'obiettivo dell'UE del 20-20-20 al 2020. Presentato il documento conclusivo del progetto Rinnova in occasione della tavola rotonda di oggi 10 dicembre.

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Presentiamo il documento conclusivo del progetto Rinnova che ha avuto come obiettivo quello di identificare per il nostro paese un percorso verso gli obiettivi dell’Unione Europea per il triplo 20% al 2020.

Al centro degli incontri che si sono avuti negli ultimi mesi, e conclusisi oggi con la tavola rotonda finale, la ricerca e le tecnologie innovative in grado di accelerare la crescita della quota di rinnovabili, il ruolo dello Stato e degli Enti locali, il quadro normativo e le opportunità per il mondo imprenditoriale. Rinnova, che è un’iniziativa di Enel, Legambiente, Giovani Imprenditori di Confindustria e Kyoto Club, ha cercato il confronto fra tutti gli stakeholder che operano in questo settore. Nei prossimi giorni verrà messa a disposizione sul sito di Rinnova la documentazione presentata dagli esperti nel corso dell’ultimo incontro tecnico.

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La Green economy di Rinnova
“Obiettivo 2020 UE: 20% energia rinnovabile, 20% riduzione gas serra, 20% efficienza energetica

1. Programmazione e definizione degli obiettivi

La sfida che il Consiglio d’Europa lancia ai Paesi dell’Unione – con i tre obiettivi di efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra al 2020 –rappresenta un’occasione “storica” per il nostro Sistema Paese e una grande opportunità di sviluppo economico e tecnologico. Si tratta di una sfida estremamente ambiziosa: per concretizzarla è necessario operare con celerità scelte condivise per un progetto di lungo periodo, capace di innescare una crescita economica generale.

Le proposte operative
• Progettare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica, il contenimento delle emissioni di gas serra con obiettivi quantitativi di lungo periodo anche oltre il 2020 valutando gli investimenti necessari, i costi complessivi della “bolletta energetica” nei diversi scenari possibili, gli effetti sull’occupazione, le opportunità emergenti sul piano industriale, i vantaggi in termini di stabilità e prevedibilità dei costi futuri, la sicurezza degli approvvigionamenti e la diversificazione delle fonti, la necessità di nuove infrastrutture, le modifiche degli equilibri macroeconomici dell’economia nazionale. Questa prospettiva di lungo periodo può rappresentare un impegno di fondo sul quale inserire con maggior coerenza politiche di breve periodo.
• Lavorare a una piena integrazione dei tre obiettivi in modo da garantirne il raggiungimento al minimo costo per il Paese: i vantaggi economici di una seria politica di efficienza energetica possono infatti in parte compensare i maggiori costi delle rinnovabili.
• Puntare sull’efficienza energetica quale prerequisito per raggiungere gli altri due rendendo vincolante questo obiettivo al pari di quelli relativi alle rinnovabili e alle emissioni di gas serra.

2. Evoluzione tecnologica e nuove opportunità di impresa

Gli investimenti necessari per innalzare la percentuale delle sole rinnovabili sono stimati tra i 75 e gli 85 miliardi di euro per il periodo 2007/2020: a questo volume devono aggiungersi quelli relativi all’efficienza energetica e all’adozione delle migliori tecnologie di riduzione delle emissioni. Tale massa di investimenti potrebbe superare le risorse tradizionalmente indirizzate al potenziamento e adeguamento ambientale del settore energetico.
Ciò implica la nascita di modelli di business coerenti, di nuove imprese e sviluppo delle esistenti, il potenziamento dei centri di ricerca, l’apertura di nuovi collegamenti internazionali. Per chi saprà cogliere con tempestività le nuove opportunità della Green Economy, questo si tradurrà nell’accesso a nuovi mercati non soltanto europei, considerato che altri Paesi stanno introducendo obiettivi significativi per lo sviluppo delle rinnovabili.

Le proposte operative
• Puntare su ricerca e innovazione destinando a questi settori quote del PIL più che doppie di quelle attualmente impiegate, seguendo l’esempio degli altri principali Paesi industrializzati, coordinando gli impegni del settore privato e pubblico, ottimizzando la gestione dei fondi disponibili su scala nazionale ed europea e potenziando strumenti come il programma “Industria 2015” (oltre 3 miliardi di euro nei prossimi anni).
• Verificare la praticabilità di alcune filiere tecnologiche promettenti nei prossimi 3-5 anni e impegnarsi per migliorare rendimenti e costi delle tecnologie esistenti: l’Italia può occupare degli spazi importanti nelle tecnologie oggi in corso di sperimentazione di grande interesse commerciale potenziale.
• Assicurare finanziabilità ai progetti focalizzati sullo sviluppo sostenibile istituendo meccanismi certi, accessibili e trasparenti, a vantaggio sia delle imprese sia degli enti locali, creando condizioni realmente incentivanti per l’innovazione, in particolare sul piano fiscale. Di particolare importanza la stabilità nel tempo di obiettivi e strumenti.
• Promuovere nuove forme di finanziamento dei progetti creando canali privilegiati per il venture capital nei settori strategici delle tecnologie innovative e individuando il mix più efficace di strumenti di intervento in funzione delle tecnologie, delle taglie degli impianti e della severità degli obiettivi, per incoraggiare l’adozione delle tecnologie più efficienti che stentano ad affermarsi.

3. Le “regole del gioco”: un nuovo patto tra Stato, Regioni ed Enti locali

Gli ambiziosi obiettivi di sviluppo delle rinnovabili non si possono ottenere senza un ripensamento dell’attuale processo decisionale ed autorizzativo.
Le competenze del settore energetico sono oggi frammentate su troppi livelli amministrativi, non sempre coerenti. Questo scenario, caratterizzato da forte incertezza, scoraggia gli investimenti delle imprese.

Le proposte operative
• Semplificare le procedure amministrative e la burocrazia ridisegnando i ruoli e le responsabilità e razionalizzando i procedimenti autorizzativi in un’ottica pragmatica e trasparente, per dare tempi certi agli investitori e facilitarne il dialogo con decisori pubblici e società.
• Coinvolgere e responsabilizzare maggiormente le Regioni sia rispetto agli obiettivi climatici sia a quelli delle fonti rinnovabili attraverso un “burden sharing” condiviso. In quest’ottica occorre istituire meccanismi premianti per le amministrazioni virtuose.
• Costruire una nuova cultura della sostenibilità avviando campagne informative presso l’opinione pubblica per sensibilizzare i diversi stakeholder sulla centralità della questione energetica e sull’urgenza di sviluppare energia da fonti rinnovabili, vincendo le resistenze localistiche e potenziando al contempo la formazione degli operatori pubblici e privati.

4. Un quadro regolatorio a supporto dello sviluppo sostenibile

Vi sono tematiche regolatorie di estrema rilevanza, da affrontare a sostegno degli obiettivi dell’Unione al 2020 e per consolidare la competitività del sistema Paese.

Le proposte operative
• Promuovere un adeguato sistema di incentivazione dimensionato in maniera tale da favorire lo sviluppo delle rinnovabili evitando extra rendite e coperture di inefficienze, che si tradurrebbero in costi eccessivi per i consumatori, potenzialmente insostenibili. In questo scenario, occorre perseguire un obiettivo di minimizzazione dei costi per il sistema, garantendo continuità e coerenza dei meccanismi.
• Accelerare la diffusione delle migliori tecnologie di efficienza energetica negli usi finali (lampadine, motori ed elettrodomestici ad alta efficienza, ecc.) anche prevedendo la progressiva esclusione dal mercato delle tecnologie meno efficienti.
• Stimolare un ruolo attivo per gli enti pubblici che sono chiamati ad assumere un ruolo “esemplare” dalla direttiva 2006/32/CE, estendendo le attuali incentivazioni agli investimenti in efficienza energetica. È importante fornire stimoli alle amministrazioni ad operare su questo piano, ad esempio consentendo loro di valorizzare sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica i risparmi conseguiti, affinché venga riconosciuto lo sforzo fatto.
• Prevedere il trading delle Garanzie d’Origine (GoO) nell’ambito dei margini di flessibilità per il rispetto del futuro “burden sharing” europeo. Ciò sia per facilitare la copertura di obiettivi che, per alcuni Paesi, dovessero rivelarsi superiori al potenziale realmente disponibile, sia per favorire il superamento degli obiettivi nei Paesi cui esista un potenziale in eccesso. In definitiva il trading consente, in maniera molto concreta, di aumentare le probabilità di successo dal punto di vista complessivo.

10 dicembre 2007

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