Cosa c’entrano le batterie con l’incidente dell’autobus elettrico caduto dal cavalcavia di Mestre?
A dispetto delle dichiarazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a quanto pare poco o nulla: l’incendio è stato solo una conseguenza secondaria dell’incidente e le auto a batteria si incendiano circa 60 volte meno frequentemente di quelle a benzina (mentre i mezzi ibridi prendono fuoco più spesso).
La dinamica esatta di quanto è accaduto è ancora incerta e restano tanti dubbi da chiarire sulle cause della tragedia, che ha provocato 21 morti e 15 feriti. Il bus è un modello E-12 dell’azienda cinese Yutong, con batterie per complessivi 350 kW montate sul tetto con una struttura “a sandwich”.
Tra le domande che sono circolate con più frequenza nelle ore successive all’impatto del bus, ci sono quelle che riguardano le batterie del mezzo elettrico. Il rischio di un incendio è più frequente sui veicoli 100% elettrici, rispetto a quelli tradizionali con motori endotermici? Le fiamme sono più difficili da estinguere?
In sintesi, gli incendi dei mezzi elettrici possono richiedere procedure più complesse e più tempo per essere completamente estinti e per raffreddare le batterie; ma dalle statistiche finora non è emerso un rischio maggiore di incendio dei veicoli a batteria, in confronto a quelli benzina o diesel, come molti sostengono. Anzi, le auto elettriche sono quelle con i minori casi accertati di incendio.
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha subito rilanciato le critiche ai veicoli alimentati con le batterie: “Qualcuno dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente, io non so se sia così o no. Ma in un momento in cui si dice tutto elettrico, solo elettrico, forse uno spunto di riflessione bisogna trovarlo”, ha affermato.
Secondo il procuratore capo della magistratura di Venezia, Bruno Cherchi, che sta indagando sull’accaduto, “sembrerebbe che il bus si sia accostato al guardrail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi c’è stata un’ulteriore sterzata, l’appoggio verso destra e la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c’è stata una fuoriuscita di gas delle batterie, su queste stiamo facendo degli accertamenti”.
Sembra quindi da scartare l’ipotesi che un incendio alle batterie possa essere stata la causa primaria dell’incidente.
Le fiamme sono divampate solamente dopo l’impatto del mezzo al suolo.
Cosa dicono i Vigili del Fuoco
Per capire meglio cosa può succedere alle batterie di un veicolo full-electric come il bus precipitato dal ponte di Mestre, conviene riprendere le linee guida 2019 dei Vigili del Fuoco sugli incidenti che coinvolgono le auto elettriche (si veda anche questo articolo sui potenziali rischi per le auto elettriche alluvionate).
Il problema principale per il rischio di incendi sui veicoli elettrici, si spiega, “risiede nel fenomeno del “thermal runaway”, cioè nel fatto che le batterie agli ioni di litio possono, in circostanze del tutto eccezionali, presentare un repentino e inarrestabile incremento della temperatura […]”.
Il documento dei Vigili del Fuoco precisa che “il flusso di ioni di litio da anodo a catodo (batteria in uso) oppure da catodo ad anodo (batteria in ricarica) può surriscaldare la batteria fino a far reagire l’elettrolita con altri elementi chimici presenti, aumentando ulteriormente la temperatura fino a produrre gas che, aumentando la pressione interna, producono ulteriore calore”.
In condizioni normali “questo aumento della temperatura è tenuto sotto controllo, ma in condizioni estreme o in presenza di gravi difetti di fabbricazione può crearsi un effetto a catena che può portare all’incendio/esplosione della batteria e alla produzione di fumo fuoriuscente dal pacco batterie”.
Domare un incendio scoppiato dalle batterie al litio di un veicolo può essere più complicato.
L’acqua, evidenziano le linee guida, “si è dimostrata finora il più valido mezzo per il controllo dell’incendio di batterie agli ioni di litio, soprattutto se usata in grandissima quantità e per lungo tempo, allo scopo di raffreddare l’esterno del pacco batterie”.
Se l’incendio in corso impedisce la preventiva messa in sicurezza della vettura, oppure l’urto ha reso impossibile identificare la vettura elettrica come tale, “è ugualmente possibile procedere all’estinzione utilizzando le normali tecniche per l’incendio di veicoli tradizionali, ed in particolare usare grandi quantità di acqua con angolo di attacco idoneo, grazie al fatto che il pacco batterie e i circuiti ad alta tensione sono sigillati e non sono in contatto con la carrozzeria”.
Alcune statistiche sugli incendi
Altro punto controverso è se i veicoli elettrici si possano incendiare più facilmente di quelli con motori endotermici.
Va detto che analisi e studi su questo particolare aspetto sono ancora pochi e con dati limitati.
In particolare, le statistiche raccolte e analizzate a novembre 2022 da AutoinsuranceEZ (portale web statunitense con servizi di brokeraggio e confronto tra diverse compagnie di assicurazione), sulla base dei dati del National Transportation Safety Board americano e di altre fonti ufficiali, le auto elettriche sono quelle che si incendiano di meno.
Per 100mila auto elettriche vendute, ci sono stati 25 casi di incendio (lo 0,025%), contro 1.529 casi per le auto a benzina e ben 3.474 casi per i veicoli ibridi, 1,5% e 3,4% rispettivamente. Le auto a batteria cioè si incendiano circa 60 volte meno frequentemente di quelle a benzina e quasi 140 rispetto a quelle ibride.
Altri dati più recenti (maggio 2023) arrivano dalla Swedish Civil Contingencies Agency (MSB, agenzia federale svedese che si occupa di protezione civile, sicurezza pubblica e gestione dei rischi).
Nel corso del 2022, si sono verificati in totale 106 incendi in diversi mezzi di trasporto alimentati interamente o parzialmente con energia elettrica, di cui 23 hanno coinvolto autovetture.
Gli incendi nelle auto elettriche, afferma l’agenzia svedese in una nota, sono stati circa 20 all’anno negli ultimi tre anni, anche se il numero delle auto elettriche è quasi raddoppiato arrivando a quasi 611.000.
Inoltre, dai dati emerge che “ci sono ancora più autovetture alimentate da combustibili fossili che bruciano rispetto a quelle alimentate in tutto o in parte da batterie agli ioni di litio”.