Usa, Cina e India: dove è più conveniente investire in rinnovabili nel 2021

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Uno sguardo ai mercati più promettenti per le tecnologie pulite nella nuova edizione della classifica di Ernst & Young.

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Stati Uniti e Cina si confermano i primi due paesi al mondo dove è più conveniente investire in energie rinnovabili.

Lo indica l’edizione aggiornata della classifica di Ernst & Young (RECAI: Renewable Energy Country Attractiveness Index).

L’Italia intanto guadagna due posizioni, da diciassettesima a quindicesima sui 40 paesi inseriti nella graduatoria mondiale.

Tra gli altri movimenti più rilevanti della classifica, c’è l’India che sale dal quarto al terzo posto, davanti a Regno Unito e Francia, grazie soprattutto al miglior punteggio in assoluto conquistato nella categoria fotovoltaico. Ricordiamo che oltre all’indice generale delle rinnovabili ci sono graduatorie separate per singole tecnologie.

Lo schema seguente (cliccare sopra per ingrandire) riassume le principali novità che emergono dalle rilevazioni di Ernst & Young.

Sul mantenimento del primato Usa ha influito la nuova politica green di Joe Biden, che ha annunciato un maxi piano di investimenti nelle infrastrutture con un focus sulle tecnologie pulite.

Mentre la Cina nel 2020 ha macinato numeri record per le installazioni eoliche e solari con circa 120 GW di nuova capacità complessivamente realizzata.

L’India che punta a 450 GW di fonti rinnovabili al 2030, quasi il quintuplo di oggi, punta poi a tagliare di almeno un terzo (rispetto ai livelli del 2005) l’intensità di carbonio entro la fine del decennio.

Il governo indiano starebbe anche valutando un obiettivo net-zero 2050 per azzerare le emissioni nette di CO2 entro metà secolo, al pari di quanto hanno già annunciato Unione europea, Cina (per il 2060), Giappone e altri paesi.

Ma azzerare le emissioni totalmente sarebbe una sfida particolarmente ardua per l’India, date le sue caratteristiche. È un paese enorme, con una popolazione in crescita, una rapida industrializzazione che comporta un incremento di consumi, e soprattutto una forte dipendenza dalle risorse energetiche fossili.

Tornando alla classifica di Ernst & Young, da segnalare il primato del Regno Unito nell’eolico offshore: il punteggio più alto in assoluto nella categoria è dovuto anche alla recente assegnazione, da parte di Londra, di altri 8 GW di progetti per impianti eolici in mare.

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