Una spesa di 277 miliardi di euro in sette anni contro 303 miliardi di dollari in 10 anni.
Questa, tagliata con l’accetta, la ripartizione delle principali misure presumibilmente destinate alla tutela del clima e alla transizione energetica da parte, rispettivamente, di Unione Europea e Stati Uniti.
Si tratta di una spesa media che potrebbe attestarsi a oltre 39 miliardi di euro l’anno per l’Ue e a poco più di 30 miliardi di dollari per gli Stati Uniti, che corrispondono a circa 24,8 miliardi di euro annui.
Il grosso del pacchetto americano consiste in 259,5 miliardi di dollari di crediti d’imposta per l’energia pulita, comprendenti 31,6 miliardi di dollari in incentivi ai consumatori per le auto elettriche e il taglio di oltre 35 miliardi di dollari di agevolazioni fiscali a favore di petrolio, gas e carbone.
Il pacchetto Usa non è però ancora in vigore: la commissione Finanze del Senato Usa lo ha approvato e sarà messo a breve al voto in aula, dove i democratici possono contare su una risicata maggioranza.
Il pacchetto europeo, invece, suddiviso nei vari rivoli nazionali agli stati membri, consiste della quota del 37% dei 750 miliardi di euro del piano NextGeneration EU, che deve essere destinata a investimenti, riforme, crediti d’imposta, ecc. che mirino a centrare gli obiettivi climatici.
Rimane da vedere se gli stati membri riusciranno a rispettare tale quota, cosa che al momento non tutti i paesi europei sono riusciti a fare, nemmeno sulla carta, nei propri piani di ripresa e resilienza.
Poiché ci sono capitoli di spesa e fonti di finanziamento diversi, inoltre, la spesa europea dedicata a risorse naturali e ambiente, nel settennato al 2027, arriverà complessivamente a quasi 374 miliardi di euro, secondo la Commissione europea, quindi a oltre 53 miliardi di euro l’anno.
Questo sul fronte degli impegni di natura pubblica, che però saranno solo una base, su cui dovranno innestarsi investimenti privati molto consistenti.
“La sfida per gli investimenti [nel loro complesso a livello mondiale] è attorno ai 350 miliardi di euro l’anno nel corso dei prossimi 10 anni,” ha detto Kadri Simson, Commissario europeo all’Energia, durante il recente Forum Ue-Usa, organizzato dal Global Energy Center dell’Atlantic Council.
Poiché i governi di Usa e Ue metteranno assieme sul piatto, a seconda di come si calcolano, non più di 75-80 miliardi di euro l’anno, è chiaro che anche governi come quelli asiatici – Cina e India in testa – dovranno impegnarsi molto. L’auspicio, poi, è che gli impegni pubblici abbiano un importante effetto moltiplicatore sugli investimenti privati, per raggiungere i 350 miliardi di euro l’anno di cui parla Simson come necessari per promuovere la transizione energetica.
In un prossimo articolo, guarderemo a come la spesa prevista da Unione europea, Usa e altre regioni del mondo si traduce in obiettivi di taglio concreto alle emissioni.