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Trasporto marittimo a impatto zero? Ci pensano le aziende

Mentre l’IMO si barcamena tra un rinvio e l’altro, sono le aziende europee a fare i primi passi utilizzando biocarburanti marini certificati per il trasporto delle loro merci.

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Si chiama GoodShipping ed è il programma lanciato alla fine del 2017 per promuovere l’uso dei biocarburanti nel trasporto marittimo delle merci.

Obiettivo: decarbonizzare la supply chain delle aziende per ridurre l’impronta ecologica dei prodotti che viaggiano da un capo all’altro del pianeta.

Dal 2018 DHL Global Forwarding è partner strategico del programma. Azienda presente in ogni settore della logistica, grazie alla partnership con GoodShipping, dal 2021 decarbonizzerà completamente un intero servizio della sua offerta di trasporto marittimo.

Anche grandi marchi come IKEA e BMW, che promuovono la sostenibilità dei propri prodotti, aderiscono al programma GoodShipping.

Anziché ripiegare su soluzioni parziali, come l’uso di GNL o l’adozione di scrubber per la depurazione dei fumi, GoodShipping sostituisce i combustibili fossili con biocarburanti certificati, derivati dal trattamento dei rifiuti ed esenti da conflittualità nell’uso dei terreni agricoli a fini alimentari.

Una scelta che si affranca dalle fonti fossili e va nella direzione indicata da uno studio spagnolo di cui avevamo scritto nel 2018 (Scenari per un sistema dei trasporti 100% a fonti rinnovabili: lunghe distanze, navi e aerei).

Lo studio sosteneva che entro 30 anni il biogas ottenuto dalla fermentazione dei reflui zootecnici e urbani potrebbe alimentare i motori diesel marini con una sostanziale neutralità climatica e minori cambiamenti con meno problemi di sicurezza rispetto all’idrogeno.

Gli interventi “cosmetici” dell’IMO sull’impatto del trasporto marittimo

Il trasporto marittimo continua a rappresentare un grosso ostacolo alla possibilità di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5/2 gradi.

Il report pubblicato dalla Commissione Europea lo scorso maggio sulle emissioni di CO2 causate dal traffico marittimo attribuiva alle navi sopra le 5.000 tonnellate attive nell’Area Economica Europea circa 138 milioni di tonnellate di CO2 emesse nel 2018, di cui due terzi relativi a viaggi fuori dall’area Ue. In testa per emissioni di CO2 ci sono le portacontainer, con oltre il 30% del totale.

Ma ciò che è più grave, secondo quanto riportato dalla Commissione, è che la gran parte delle navi monitorate già soddisfano gli standard per il periodo 2020-2025. Pochi margini di miglioramento quindi con le poco audaci misure sin qui adottate.

Annunciando l’ennesimo fallimento dell’IMO (l’Organizzazione marittima internazionale) nell’attuare interventi efficaci per il contenimento delle emissioni nel settore marittimo, in vista dell’imminente riunione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’IMO (MEPC) previsto per il 16-20 novembre, Faig Abbasov, direttore del programma marittimo di Transport & Environment, ha dichiarato: “I governi hanno calpestato l’accordo di Parigi concordando una misura che vedrà aumentare le emissioni delle navi per i decenni a venire”.

“L’agenzia marittima delle Nazioni Unite (IMO, ndr) – ha aggiunto – ha dimostrato ancora una volta al mondo che può apportare solo cambiamenti ‘cosmetici’. I paesi dell’Ue dovrebbero lavorare attraverso il Green Deal europeo per colmare il vuoto lasciato dall’IMO”.

Come funziona GoodShipping?

Chi vuole aderire al programma comunica le tratte, le frequenze e il volume delle merci trasportate via mare in modo che si possano calcolare le emissioni di CO2.

In base alle emissioni si sviluppano diversi scenari tra cui scegliere, in considerazione del livello di sostenibilità che si vuole raggiungere e del budget disponibile per l’extra costo rispetto all’olio combustibile.

GoodShipping acquisterà e farà immettere nei serbatoi delle portacontainer una quantità di biocombustibile equivalente alla riduzione delle emissioni di CO2 che si vuole conseguire. L’esatto impatto positivo generato dal cambio di carburante è certificato da GoodShipping in base agli standard del settore e verificato da revisori indipendenti.

Presentando la sua iniziativa nel corso di una recente conferenza stampa è la stessa DHL a confermare che l’industria del trasporto marittimo “brucia il combustibile più sporco disponibile sul mercato”.

Il settore delle spedizioni marittime oggi è la sesta “nazione” al mondo per emissioni di gas climalteranti, con una previsione del 17% delle emissioni globali di CO2 al 2050.

Sedici delle più grandi navi producono emissioni di ossido di zolfo (SOX) quanto tutte le automobili del mondo. Inoltre, il trasporto marittimo è responsabile del 18-30% di tutte le emissioni di ossido di azoto (NOX), oltre ad essere la maggiore fonte di emissioni di black carbon.

L’uso di biocombustibili riduce di oltre il 90% le emissioni di CO2, del 10% gli NOX, del 30% le polveri sottili e elimina completamente gli SOX. Tutto senza pregiudicare la produzione di cibo né compromettere le foreste.

La proposta di DHL Global Forwarding per le spedizioni dei propri clienti

Nell’ambito del percorso “Mission 2050 – Zero Emission” del Gruppo Deutsche Post di cui fa parte, DHL GF si è impegnata a guidare la transizione verso un trasporto marittimo pulito e sostenibile aiutando i suoi clienti a ridurre la propria impronta ecologica senza costi aggiuntivi.

Fin dall’avvio della Partnership con GoodShipping, DHL GF offre ai suoi clienti l’opzione di utilizzo di biocarburanti marini per le spedizioni containerizzate.

Ma dal 1° gennaio 2021 tutte le spedizioni LCL (Less than Container Loaded) utilizzeranno biocarburanti senza aggravio economico per i clienti, mentre l’opzione continuerà ad essere a pagamento per le spedizioni FCL (Full Container Loaded).

Le merci che viaggiano nei container possono essere FCL o LCL. Nel caso di Full Container Loaded, il produttore paga il noleggio dell’intero container nel quale sarà trasportata la sua merce, vuoto per pieno. Less than Container Loaded, invece, è la formula che prevede che sia l’operatore della logistica a consolidare un certo quantitativo di merce, che origina da diversi produttori per una stessa destinazione, in un unico contenitore.

“Abbiamo deciso di avviare la decarbonizzazione con il servizio LCL – dicono dall’azienda – poiché il servizio è utilizzato da un’ampia base di clienti in una varietà di settori e paesi che saranno coinvolti in questa impresa pionieristica. Volevamo inviare un segnale forte al mercato; i combustibili sostenibili hanno bisogno di finanziamenti e l’industria deve sostenere la domanda per aumentare la produzione in modo che il prezzo possa scendere”.

DHL GF quindi si farà carico del maggior costo del biocarburante che sarà immesso nei serbatoi delle navi in misura uguale al 100% delle emissioni generate dal trasporto di tutta la merce spedita dai suoi clienti con il servizio LCL.

Il biocombustibile non sarà necessariamente immesso nella stessa nave che trasporta la merce, ma concorrerà a migliorare il mix energetico del trasporto marittimo.

Dal prossimo gennaio i clienti del servizio LCL di DHL GF potranno vantare la completa decarbonizzazione delle loro spedizioni: la conferma sarà indicata in fattura in modo che, chi lo desidera, possa conteggiare e comunicare ai propri clienti il livello di sostenibilità della propria filiera produttiva.

BMW, IKEA e il cioccolato tra i membri di GoodShipping

Tony’s Chocolonely è un’azienda olandese che produce e vende cioccolato seguendo rigorosamente le regole del fair trade. La produzione del cacao è infatti piena di insidie a causa dell’estensione di fenomeni di sfruttamento minorile e schiavitù nei luoghi di produzione del cacao. Quando è approdata al mercato americano, nel 2017, Tony’s ha voluto che il trasporto fosse carbon free.

Nel tempo Tony’s ha collegato il 100% dei suoi volumi di trasporto marittimo al programma GoodShipping e vanta oggi trasporti completamente decarbonizzati grazie all’uso di biocarburanti marini sostenibili.

IKEA, che propone prodotti all’insegna della sostenibilità (ha recentemente lanciato il servizio di ritiro e recupero dei suoi mobili, in un’ottica di economia circolare), ha aderito al progetto GoodShipping nel 2019. Con il suo armatore di riferimento, la compagnia di navigazione CMA CGM, e il porto di Rotterdam, hanno effettuato la prima consegna al mondo di biocarburante sostenibile a una nave portacontainer.

BMW Group è approdata a GoodShipping alla ricerca di una soluzione a lungo termine e più strutturale per il settore dei trasporti e con il proprio partner UECC, che già collaborava al programma, ha permesso di continuare a testare il biocarburante Bio Fuel Oil (BFO) marino sulle navi da trasporto “roll on, roll off” (ro-ro) della stessa UECC (navi progettate per trasportare carichi su ruote, caricati e scaricati senza gru, ma appunto utilizzando le ruote).

Coprendo il differenziale di costo per il biocarburante per un volume corrispondente alla merce di BMW Group che sarà trasportata da UECC durante il periodo di prova, BMW Group riesce a ridurre le emissioni di CO2 dall’80 al 90%, per un totale di oltre 400 tonnellate di carbonio.

Un progetto, quello di GoodShipping, che dimostra la scalabilità, la sostenibilità e la conformità tecnica del biocarburante marino sostenibile.

E, forse ancora più importante – come scrivono sul loro sito – dimostra la fattibilità commerciale di queste alternative mostrando opzioni realistiche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra dalle spedizioni.

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