Tassa sulla CO2 alla frontiera, il Parlamento Ue non vuole abolire i permessi ETS gratuiti

Con una stretta maggioranza, si è deciso, per ora, di mantenere le assegnazioni gratuite. Ma per le regole del WTO non potranno convivere con il futuro carbon border adjustment mechanism.

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Il Parlamento europeo ha votato contro la proposta di eliminare gradualmente i crediti gratuiti per le emissioni di CO2 per le industrie nell’EU ETS, mentre l’Ue prevede di sostituire gradualmente il sistema con la cosiddetta carbon border tax o carbon border adjustment mechanism (CBAM), cioè una tassa sul carbonio alla frontiera.

La decisione è arrivata ieri sera, martedì sera 9 marzo, in una votazione sui piani per tassare le importazioni di merci nell’Unione in base al loro contenuto di carbonio, cioè alle emissioni di CO2 causate dalla loro produzione, come un modo per proteggere le industrie dell’Ue dal dumping ambientale.

Con un margine ristretto (334 per mantenere le quote gratuite, 329 contro e 23 astenuti) l’Europarlamento ha votato contro l’eliminazione dei permessi gratuiti nell’ambito dell’ETS, che eventualmente sarebbe stata attuata una volta che il carbon border adjustment mechanism sarà in atto.

Un voto che per altro non avrebbe introdotto nuovi obblighi legali per le aziende, dato solo a giugno la Commissione europea presenterà la sua proposta per una tassa sulle frontiere del carbonio, come parte di un pacchetto di leggi sul clima volte a ridurre le emissioni di CO2 dell’UE del 55% entro la fine del decennio.

In questo primo voto, il Parlamento Ue si è dunque allineato alle richieste di BusinessEurope e delle industrie energivore, come Eurofer, CEFIC, Cembureau e Fertilizers Europe, che la scorsa settimana hanno firmato un appello chiedendo ai legislatori di ripensare la proposta e chiedendo che la tassa sulla CO2 alla forntiera “coesista” con l’attuale sistema di assegnazioni gratuite.

Contrari invece gli ambientalisti: secondo il WWF, “sarebbe un doppio sussidio per quei settori e un disincentivo alla decarbonizzazione. Spingerebbe anche ingiustamente il costo delle norme climatiche dell’Ue sui paesi terzi “.

Resta poi il problema di come questa convivenza potrà essere possibile: anche per la stessa Commissione europea, infatti, assegnare permessi gratis alle aziende europee mentre si tassa la CO2 sui beni importati andrebbe contro le regole del WTO.

Come spiega Pascal Canfin, presidente della commissione per Ambiente del Parlamento europeo, citato dall’agenzia Euractiv, infatti, “il cuore della compatibilità con le regole WTO è che l’ambito [del meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio] deve rispecchiare il sistema di scambio di quote di emissioni in Europa. E questo solleva la questione delle quote di CO2 gratuite per i produttori europei perché non possiamo avere sia la protezione delle frontiere che le quote gratuite”.

Una possibile soluzione, spiega lo stesso Canfin, sarebbe quella di eliminare gradualmente i permessi ETS gratuiti contemporaneamente all’introduzione della tassa sulle frontiere del carbonio. In questo modo, i due sistemi di compensazione coesisterebbero effettivamente per un periodo di transizione ma non coprirebbero la stessa tonnellata di CO2.

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