Non è prevista alcuna proroga al Superbonus, almeno stando all’esito degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2024 discussi nella notte alla Commissione Bilancio del Senato.
Dopo una sessione fiume di oltre cinque ore, terminata alle 6:25 di stamani, la Commissione di Palazzo Madama ha infatti terminato l’esame degli emendamenti alla manovra, nella quale sono stati respinti quelli che volevano prolungare i termini dei lavori, per una serie di interventi sospesi a causa del blocco della cessione dei crediti.
Visto il diniego della Commissione Bilancio, l’ultima speranza di poter accedere alla misura massima della detrazione per le aziende e i privati, arenati nelle secche dei crediti incagliati, è rappresentata dal maxi-emendamento.
È quella sorta di calderone legislativo, divenuto una sorta di consuetudine negli ultimi anni, dove finiscono tutte le modifiche dell’ultimo minuto, per evitare di sforare la scadenza del 31 dicembre e dover ricorrere all’esercizio provvisorio del bilancio.
Il disegno di Legge di Bilancio per il 2024 approderà già oggi in aula al Senato. Il voto di fiducia è atteso per venerdì 22 dicembre. Il disegno passerà poi alla Camera per un rapido esame e terminare l’iter di approvazione nella settimana tra Natale e Capodanno, con approvazione finale entro il 31 dicembre, a meno di sorprese.
Queste potrebbero verificarsi se i promotori della proroga al Superbonus in seno alla maggioranza, cioè Forza Italia, decidessero di impuntarsi. Sarebbe chiaramente una fonte di attrito, che potrebbe provocare ritardi nell’approvazione della Legge di Bilancio fino, almeno in teoria, ad un possibile strappo in seno alla coalizione di governo.
Difficile prevedere cosa succederà, anche se sembrerebbe molto più semplice ed equo per la maggioranza adottare in certi casi una qualche proroga limitata dei termini, invece che rifiutare qualsiasi prolungamento.
Cosa c’è in gioco
La discussione riguarda sostanzialmente una proroga per l’accesso alla detrazione massima del 110% a favore dei cantieri che abbiano raggiunto una percentuale minima di avanzamento lavori, da capire se limitata al 30% o al 60%. In caso contrario, potrebbero usufruire solo di una detrazione decurtata al 70%.
L’altro tema-cardine è lo sblocco della cessione dei crediti, almeno limitatamente agli interventi fatti entro una certa data, visto che il meccanismo alternativo alla detrazione diretta rimane molto poco accessibile, nonostante le promesse e i presunti tentativi del governo di risolvere il problema.
Ammesso che i legislatori decidano di modificare l’indirizzo sancito stanotte in Commissione Bilancio, sarà essenziale che qualunque proroga vada a braccetto con uno sblocco della cessione dei crediti. Concedere infatti un rinvio dei termini senza dare la possibilità a privati e aziende di cedere i loro crediti equivarrebbe a non concedere nessuna proroga, perché quei cantieri rimarrebbero comunque fermi, sforando di nuovo qualunque ulteriore scadenza.