Stop ai finanziamenti pubblici alle fossili: l’appello in vista della COP29

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Diverse associazioni chiedono al governo italiano di spingere affinché in Azerbaigian si arrivi all’interruzione dei finanziamenti pubblici internazionali in progetti oil&gas.

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I potenti del mondo hanno una grande occasione: annunciare alla COP29 di Baku, che inizierà la prossima settimana, l’interruzione dei finanziamenti pubblici internazionali ai progetti di fonti fossili a favore di soli investimenti in rinnovabili.

Diverse associazioni fanno appello al governo italiano affinché si adoperi in tal senso. ActionAid Italia, Focsiv, Movimento Laudato Si’, ReCommon e WWF Italia – con il sostegno di Both Ends, Counter Balance, Friends of the Earth Stati Uniti, Oil Change International, The Corner House – si rivolgono nuovamente all’esecutivo, dopo averlo fatto invano lo scorso anno.

“L’appello delle organizzazioni della società civile – si legge in un comunicato pubblicato oggi – richiama l’Italia al rispetto degli impegni assunti con l’Accordo di Parigi (COP21) e durante le successive Conferenze sul clima, in modo particolare con la Clean Energy Transition Partnership (CETP, anche detta “Dichiarazione di Glasgow”) del 2021”.

Come evidenziato dall’International Institute for Sustainable Development (IISD) nel rapporto di agosto 2024 Out With the Old, Slow With the New, i finanziamenti pubblici internazionali di progetti fossili da parte dei firmatari della Dichiarazione di Glasgow sono in calo: nel 2023, come mostra il grafico in basso, i firmatari originari hanno stanziato un totale di 5,2 miliardi di dollari per i combustibili fossili, con una diminuzione tra i 10 e i 15 miliardi di dollari rispetto alla media annuale 2019-2021.

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L’Italia, nonostante i passi avanti compiuti con la diminuzione dei volumi finanziati da Cassa Depositi e Prestiti e SACE, risulta essere ancora il primo finanziatore pubblico di combustibili fossili in Europa e il quinto a livello globale, come rivelato dalla pubblicazione Public Enemies: Assessing MDB and G20 international finance institutions’ energy finance, a cura di Oil Change International e Friends of the Earth Stati Uniti.

Il dato è confermato anche da Both ENDS, Counter Balance e Oil Change International nel lavoro congiuntoEU ECA fossil fuel phase-out tracker, che si focalizza sulle agenzie di credito all’esportazione europee, tra cui SACE.

Fra il 2020 e il 2022, si spiega nel report di Oil Change International e Friends of the Earth, le istituzioni finanziarie pubbliche dei Paesi del G20 e le banche multilaterali di sviluppo hanno concesso al settore fossile sussidi per 142 miliardi di dollari.

Il documento osserva che la maggioranza dei finanziamenti pubblici per i combustibili fossili è destinata al gas (estrazione, produzione, trasporto e stoccaggio), con circa il 54% del totale, mentre il 32% va a progetti misti di petrolio e gas.

Nina Pušić, Senior Climate Finance Strategist presso Oil Change International, mette il nostro Paese nel mirino: “L’Italia è venuta completamento meno alla promessa fatta alla COP26 di Glasgow di porre fine ai finanziamenti internazionali per i combustibili fossili. Continua a destinare miliardi in nuovi progetti di petrolio e gas. Rifiutandosi di implementare politiche basate sulla scienza climatica, le istituzioni finanziarie pubbliche italiane, come SACE, stanno mettendo a rischio un futuro abitabile e minando la credibilità degli obiettivi climatici dell’Europa”.

Paesi storicamente molto attivi nel finanziamento di progetti fossili all’estero, come Regno Unito, la Francia, il Canada e “anche se con margini di miglioramento” la Germania e la Spagna hanno rispettato l’impegno preso alla COP26, implementando politiche efficaci che interessano le rispettive istituzioni finanziarie pubbliche.

Ma la riduzione dei finanziamenti internazionali per l’energia fossile, sottolineano le associazioni, non si è tradotta in un incremento del sostegno finanziario per l’energia pulita. Nel 2023 i firmatari originari della CETP hanno sostenuto progetti energetici low carbon all’estero per un totale di 21,3 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 26 mld $ del 2022.

L’IISD evidenzia la necessità di una maggiore trasparenza sugli obiettivi di sostegno alle energie rinnovabili o all’efficienza energetica, in linea con gli obiettivi presi lo scorso anno alla COP28. Ad oggi solo sei istituzioni finanziarie pubbliche hanno annunciato obiettivi quantificati in materia di energia pulita.

Netherlands Development Finance Company, Bpifrance, Agence Française de Développement e Belgian Investment Company for Developing Countries hanno fissato obiettivi monetari per l’energia pulita, mentre CDP ha un obiettivo dichiarato in termini di GW di capacità di energia rinnovabile.

KfW (in Germania) ha come target che gli investimenti nella produzione di energia pulita raggiungano il 100% degli investimenti totali nel settore energetico, ma non ha un obiettivo monetario dichiarato.

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