La Spagna tassa gli impianti low-carbon contro il caro bollette da CO2

Il governo punta a ridurre gli extra profitti degli impianti nucleari, eolici e idroelettrici entrati in attività prima del 2005 (prima del mercato europeo ETS).

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Ridurre i profitti di alcuni impianti che producono energia elettrica (tra cui quelli eolici) per finanziare la riduzione del costo delle bollette pagate da famiglie e imprese, su cui pesa il rincaro dei prezzi della CO2.

È quanto prevede il provvedimento approvato in Spagna dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministero della Transizione ecologica, guidato da Teresa Ribera.

In sostanza, il progetto di legge punta a diminuire la remunerazione percepita dagli impianti non emettitori di CO2 entrati in attività prima del 2005: centrali nucleari, impianti idroelettrici e parchi eolici di potenza superiore a 10 MW.

Si stima che la misura riguarderà una produzione annuale di circa 85 TWh di cui la maggior parte (67%) da fonte nucleare, seguita da idroelettrico (29%) ed eolico (meno del 5%).

Perché il 2005?

È la data in cui è partito il mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme), il principale imputato del recente rincaro delle bollette elettriche in Spagna, secondo la nota diffusa dal Consiglio dei ministri, perché il prezzo della CO2 è schizzato sopra 50 euro per tonnellata.

Il punto, sollevato dalla ministra Ribera, è che sul mercato elettrico il prezzo marginale è fissato dai cicli combinati a gas, su cui pesano gli oneri del sistema ETS, pertanto gli impianti che non emettono CO2 avviati prima del 2005 ora beneficiano di profitti extra.

Madrid stima che il provvedimento permetterà di ridurre i prezzi finali delle bollette elettriche: circa 4,8% per i consumatori domestici e circa 1,5% per le industrie, mentre 350.000 famiglie vulnerabili a rischio di esclusione sociale beneficeranno di un dimezzamento della spesa.

Difatti, i proventi della nuova misura saranno destinati per il 90% ad alleggerire gli oneri per il finanziamento delle rinnovabili e per il 10% alla lotta contro la povertà energetica.

Il provvedimento è stato criticato da WindEurope, affermando che le dinamiche dei prezzi elettrici sono molto complesse e non si possono ricondurre unicamente agli incrementi dei costi della CO2 sul sistema ETS.

Secondo WindEurope il mercato della CO2 è stato pensato proprio per penalizzare gli impianti che inquinano di più e favorire la transizione energetica, quindi imporre una misura del genere è contro la logica e contro il principio che regola lo scambio di quote di CO2.

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