Rinnovabili in Italia, di questo passo mancheremo l’obiettivo di oltre 26 GW

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L’avvertimento dal nuovo Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group.

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Già non stavamo installando abbastanza potenza da rinnovabili prima dell’emergenza Covid; ora (si vedano ad esempio i dati diffusi oggi da Anie) con gli effetti che avremo dalla crisi economica un cambio di marcia diventa imprescindibile se vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati per il 2030, in coerenza con i target europei e gli impegni internazionali.

Le politiche attuali – decreto Fer 1 in primis – non sono sufficienti, anche perché rese parzialmente inefficaci da ostacoli come quelli sui procedimenti autorizzativi. In un scenario business as usual rischiamo di mancare gli obiettivi di molti GW: 3,5 per l’eolico e addirittura 23 GW per il fotovoltaico.

Questo un dei molti messaggi che emerge dalla nuova edizione del Renewable Energy Report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, che sarà presentato domani (24 giugno) in un evento online ma che QualEnergia.it ha potuto sfogliare in anteprima.

Per la generazione da fonte solare – si legge ad esempio nello studio – era previsto dal Pniec un tasso medio annuo di crescita, tra il 2017 e il 2025, pari a +1,96 TWh, accompagnato da circa 1.100 MW di nuove installazioni ogni anno.

Il grafico (tratto dal report) mostra come la situazione sia purtroppo diversa e quanto significativo sia l’impatto della battuta di arresto causata dal Covid nel corso del 2020:

Ipotizzando infatti che le installazioni nell’anno in corso saranno inferiori a quelle degli anni precedenti, si ottiene che tra il 2021 e il 2025 sarà necessario incrementare la capacità installata al ritmo di 1,48 GW/anno, in media, per raggiungere 28,55 GW al 2025, osservano gli analisti del PoliMi.

Dobbiamo dunque più che raddoppiare le installazioni, visto che nel 2019, che è andato meglio degli anni precedenti, abbiamo messo in campo solo 737 MW di nuova potenza FV (si vedano anche i dati pubblicati oggi dal Gse).

Per la generazione da eolico era previsto un tasso medio annuo di crescita, tra il 2017 e il 2025, pari a +1,7 TWh, accompagnato da circa 770 MW di nuove installazioni ogni anno. Anche qui il grafico mostra una situazione differente, soprattutto per quanto riguarda l’installato, con una evidente contrazione nell’anno 2020:

Ipotizzando che le installazioni quest’anno raggiungano il 50% di quelle dell’anno precedente, stimano dall’E&S Group, si ottiene che tra il 2021 e il 2025 sarà necessario incrementare la capacità installata al ritmo di 1 GW/anno, in media, per raggiungere 15,95 GW al 2025.

In uno scenario “tendenziale”, costruito – sulla base del confronto con gli operatori – ipotizzando che, dopo il calo del 2020, dal 2021 riprendano le installazioni ma a un tasso di crescita “normale” della capacità installata, sostanzialmente pari a quello registrato nel 2019, al 2030 si avrebbe un gap rispetto all’obiettivo, come detto, di oltre 23 GW per il fotovoltaico e di 3,5 GW per l’eolico, si stima nel nuovo Renewable Energy Report.

A questo si aggiunge il comparto dei sistemi di accumulo, per i quali – sottolineano gli autori – bisognerà installare 3 GW di impianti centralizzati nei prossimi 5 anni e 4,5 GW di installazioni distribuite entro il 2030.

Le cose non vanno meglio, aggiungono, se si guarda agli obiettivi fissati dal Pniec relativamente all’energia rinnovabile prodotta da pompe di calore, che prevedono un aumento del 60% da colmare tra il 2018 e il 2025, con la prospettiva di raggiungere i 5.699 ktep al 2030. Anche qui il “tendenziale” ci porterebbe a raggiungere un valore di energia rinnovabile da PdC pari solo al 59% dell’obiettivo al 2030.

Non paiono quindi sufficienti gli effetti del Decreto Fer1: dai risultati delle prime due aste neutre emerge che la maggior parte del contingente è stato assegnato ad impianti alimentati a fonte eolica, complice il vincolo che impedisce agli impianti fotovoltaici installati su suolo agricolo di accedere al meccanismo, si sottolinea.

L’andamento delle aste future, si aggiunge, potrà essere influenzato da diversi fattori, non ultima la disponibilità di impianti che hanno concluso l’iter autorizzativo per poter partecipare alle aste previste nel 2020 e nel 2021, il cui ottenimento risulta non sempre agevole e richiede tempi spesso piuttosto lunghi.

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