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La Regione Sardegna dice “no” anche alle batterie di accumulo

La giunta regionale si sente scavalcata dal governo sui temi energetici e annuncia battaglia contro il progetto Enel per 122 MW di storage a Portoscuso.

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No ai grandi parchi eolici offshore, no al piano del governo sulle infrastrutture energetiche e adesso no alle batterie di accumulo: la Sardegna continua a opporsi a tutte le possibili soluzioni per decarbonizzare la sua economia e la sua produzione di energia.

Oggetto del contendere tra Governo e Regione è il progetto Enel per 122 MW di batterie a Portoscuso, parte dei 500 MW di accumuli assegnati alla Sardegna con la procedura di asta per il capacity market 2024.

In pratica, come riportato dalla Nuova Sardegna, il ministero della Transizione ecologica (ora dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) avrebbe dato via libera al progetto senza il consenso della Regione, grazie alle nuove normative che consentono di accelerare le autorizzazioni in caso di mancanza di una intesa regionale entro i termini previsti.

La critica delle autorità sarde è la solita: si teme una perdita di occupazione con la chiusura delle centrali a carbone e si teme che la Sardegna diventi “una sorta di colonia energetica” (sic) in cui installare impianti eolici e solari al servizio della Penisola.

“Non accetteremo passivamente che ministero ed Enel trattino la Sardegna da colonia energetica nazionale senza che vi siano compensazioni adeguate per il territorio e per i sardi”, ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas.

“Spegnere la centrale Grazia Deledda [quella a carbone di Portoscuso, ndr] senza certezze sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori e sulle forniture per le grandi industrie energivore del Sulcis è inaccettabile”, ha aggiunto Solinas.

La decisione di installare questi 122 MW di batterie per il presidente della Regione è “inaccettabile, arrogante, unilaterale e non in linea con le necessità della Sardegna, già mortificata nella sua autonomia energetica e condannata ancora una volta a sopportare nuovi handicap oltre a quelli subiti fino ad oggi”.

Tanto che il progetto è ora al vaglio della Avvocatura regionale per la valutazione di un possibile ricorso, evidenzia una nota della stessa Regione.

Prosegue poi il braccio di ferro tra Governo e Sardegna sul Dpcm con le misure per le nuove infrastrutture energetiche isolane, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso maggio.

Ricordiamo che il decreto prevede la realizzazione del cavo elettrico sottomarino Tyrrhenian Link da 1.000 MW e il collegamento virtuale (navi spola e rigassificatori) per portare il gas naturale liquefatto (Gnl).

Il Consiglio di Stato, nei giorni scorsi, ha accolto – senza entrare nel merito – il ricorso presentato dalla Regione Sardegna contro la sentenza Tar del 26 settembre 2022 e quindi sospeso gli effetti del Dpcm.

La discussione nel merito di questo appello è fissata in udienza per il prossimo 23 febbraio 2023.

Ricordiamo che a luglio era montata una vasta opposizione, sia a livello politico sia sulla stampa locale, contro i progetti di parchi eolici offshore al largo delle coste sarde.

Già in quel frangente si era parlato del rischio che la Sardegna si trasformi in una colonia energetica di Stato con impatti negativi su ambiente, paesaggio e turismo.

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