Reddito energetico, perché i 200 milioni di euro del Fondo nazionale non sono ancora disponibili?

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Lo strumento consentirebbe alle famiglie a basso reddito di installare pannelli fotovoltaici a costo zero e ridurre così le bollette. L'interrogazione di Fraccaro (M5S).

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Che fine hanno fatto i quasi 200 milioni di euro del Fondo nazionale per il reddito energetico?

Il reddito energetico è un incentivo pubblico, rivolto alle famiglie a basso reddito, che permette di installare pannelli fotovoltaici sulle abitazioni a costo zero, con finanziamenti che coprono il 100% della spesa. Si punta così a ridurre i costi delle bollette, grazie all’autoproduzione di energia elettrica.

Il tema è stato rilanciato da Riccardo Fraccaro (M5S), che ha depositato una interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri competenti (Transizione ecologica e Sviluppo economico) perché non siano ancora state adottate le misure necessarie per il funzionamento del fondo, che sarebbe una carta in più da giocare contro gli attuali rincari energetici.

Nel testo, Fraccaro ricorda che la realizzazione del Fondo nazionale reddito energetico era stata prevista dalla delibera Cipe n. 7 del 17 marzo 2020, al fine di sostenere l’autoconsumo energetico dei cittadini e favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico.

Con la stessa delibera Cipe, al Fondo era stata assegnata una dotazione iniziale pari a 195 milioni, per attivare due possibili tipologie di finanziamento: in conto capitale, per la concessione di incentivi diretti alla realizzazione degli impianti fotovoltaici; sotto forma di garanzie cash collateral a favore di finanziamenti bancari finalizzati all’installazione di tali impianti.

“Poco prima della formazione del nuovo esecutivo guidato dal Presidente Draghi – scrive Fraccaro in una nota  (neretti nostri) – avevo promosso lo stanziamento di 200 milioni di euro per istituire il Fondo nazionale per il reddito energetico”.

Si tratta, prosegue il deputato, “di un sistema che permette alle famiglie di autoprodurre energia, abbattendo i costi delle bollette e riducendo l’impatto ambientale. L’energia non consumata viene poi immessa in rete ottenendo dei ricavi in un sistema che si autoalimenta. […] Ho chiesto al ministro Cingolani e al ministro Giorgetti quando cittadini e imprese di piccole e medie dimensioni potranno usufruire di quel fondo e perché quei 200 milioni di euro sono ancora bloccati impedendo a imprese e famiglie di utilizzarli per far fronte al caro energia“.

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