Rallentamento della crescita economica, inflazione in calo, nuovo aumento dei prezzi energetici spinti dai rincari del petrolio, tante incertezze legate al conflitto in Ucraina e ai crescenti rischi climatici, che nei mesi estivi hanno colpito più volte con incendi, ondate di calore e inondazioni.
Pure in Italia si avrà un’economia più frenata rispetto ai mesi passati, anche per il venir meno della massima spinta del Superbonus 110%.
È il quadro tracciato dalla Commissione europea nel “Summer 2023 Economic Forecast”, con le previsioni sull’andamento dell’economia per i prossimi mesi.
L’economia europea, evidenzia Bruxelles, “continua a mostrare una certa resilienza di fronte ai formidabili shock che ha subito negli ultimi anni, ma ha perso slancio”.
Si parla di un aumento del Pil dello 0,8% nel 2023 e dell’1,3% nel 2024 nell’area euro, mentre nelle previsioni di primavera si indicava rispettivamente +1,1% e +1,6%.
L’inflazione invece dovrebbe portarsi al 5,6% quest’anno e al 2,9% nel 2024, sempre guardando all’area euro.
La debolezza della domanda interna, in particolare dei consumi, si legge nella sintesi del documento, “mostra che i prezzi al consumo elevati e ancora in aumento per la maggior parte dei beni e dei servizi, stanno avendo un impatto pesante”, anche se i prezzi dell’energia stanno calando e il mercato del lavoro si sta espandendo.
Gli indicatori quindi segnalano “un rallentamento dell’attività economica nell’estate e nei mesi a venire, con una continua debolezza nell’industria”. In particolare, la politica monetaria restrittiva è destinata a frenare ulteriormente l’attività economica.
Si prevede ancora “una lieve ripresa della crescita per il prossimo anno, poiché l’inflazione continuerà a diminuire, il mercato del lavoro rimane robusto e i redditi reali si riprendono gradualmente”.
Per quanto riguarda i prezzi finali al consumo dell’energia, si prevede una loro continua diminuzione per il resto del 2023, ma a un ritmo più lento, per poi salire leggermente nel 2024, spinti dall’aumento delle quotazioni del petrolio.
Guardando all’Italia, la sua crescita economica ha iniziato a rallentare lo scorso anno, arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato il Pil a fare un +7% nel 2021 e un +3,7% nel 2022.
Dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% nel secondo trimestre, spiega Bruxelles, “trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia” dopo il progressivo taglio delle aliquote dei bonus fiscali per la casa, in particolare del Superbonus.
Alla tendenza al ribasso del Pil italiano, infatti, “ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni”.
Intanto “alcuni indicatori congiunturali, tra cui la produzione industriale, che erano in peggioramento da diversi mesi, si sono stabilizzati durante l’estate, suggerendo un marginale rimbalzo nella seconda metà dell’anno”.
Nel complesso, si prevede che il Pil crescerà dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024.
La spesa dei consumatori, prosegue il documento nel suo focus italiano, “è stata frenata dal minore reddito disponibile reale delle famiglie durante l’elevata inflazione dello scorso anno, poiché i risparmi precedentemente accumulati sono diminuiti. Si prevede che un aumento molto graduale dei salari, insieme a condizioni occupazionali ancora favorevoli, sosterranno un modesto incremento dei consumi privati per tutto il 2024, nonostante la prevista scadenza di tutte le misure temporanee di sostegno al reddito”.
Secondo le proiezioni, l’inflazione dovrebbe moderarsi intorno al 5,9% nel 2023 e al 2,9% nel 2024.
Infine, sebbene i prezzi dell’energia siano diminuiti nei primi mesi del 2023, “non si prevede che continuino a esercitare pressioni al ribasso sull’inflazione nel 2024, anche a causa della prevista eliminazione graduale delle misure temporanee adottate per mitigare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia”.
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