Chi utilizza il pellet per scaldarsi può ancora approfittare in questi prossime settimane di offerte abbastanza convenienti (un nostro articolo sui prezzi prestagionali) alla vigilia della stagione invernale.
Tuttavia nel corso dei prossimi mesi il costo del pellet è destinato a salire, quindi conviene non attendere oltre per rimpinguare le scorte di combustibile per il riscaldamento domestico per stufe e caldaie.
Vediamo più in dettaglio come scegliere i prodotti di qualità migliore, anche con il contributo dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL).
Prezzi del pellet
I prezzi, secondo le ultime rilevazioni ufficiali AIEL (aprile 2020) sono intorno ai 232 € per tonnellata di prodotto certificato ENplus A1 venduto al dettaglio, Iva del 22% esclusa così come è escluso il costo dell’eventuale trasporto.
In sostanza parliamo di 283 €/tonnellata Iva inclusa, quindi in media sui 4,3 € per un sacco da 15 kg, ma in queste settimane sono già leggermente più alti.
In questi giorni risultano più elevati i prezzi (Iva inclusa) in alcune catene della grande distribuzione.
Ad esempio OBI propone singoli sacchi da 15 kg di pellet certificato ENplus A1 100% di abete/conifera con vari prezzi tra 4,4 e 5 € Iva inclusa, secondo la provenienza e le caratteristiche del materiale.
Sul sito di Leroy Merlin, invece, si trova un’offerta di bancali da 70 sacchi di pellet certificato ENplus® A1 100% pino/abete a 357 € (la media è 5,1 € per sacchetto) con consegna gratuita.
Su EuroBrico un bancale da 70 sacchi costa 465 € sempre per un prodotto certificato ENplus A1 (abete) con spedizione gratuita (ma qui siamo a circa 6,6 € a sacchetto).
Il consiglio, quindi, per chi ha la possibilità di stoccare il combustibile per tutto l’inverno, se non l’ha già fatto nei mesi estivi, è acquistare in questo periodo almeno uno o due bancali. Oltre alla possibilità di spuntare un prezzo più competitivo, acquistando una stessa partita di prodotto di solito si ottiene una qualità più omogenea del pellet.
Poi è bene ricordare che le quotazioni del pellet possono essere volatili essendo condizionate da diversi fattori climatici (le temperature medie nei mesi più freddi) e dai costi dei carburanti fossili concorrenti, in particolare il metano. Ad esempio, se l’inverno sarà freddo e il metano sarà più caro, il consumo di pellet – di conseguenza il suo costo – potrebbe aumentare (prezzi comunque meno variabili di quelli di gpl, gasolio e metano).
Infine, sempre secondo i dati di AIEL (aprile 2020), il prezzo del pellet consegnato con le autobotti risulta in leggero calo rispetto allo scorso anno: 233 € per tonnellata (Iva esclusa), circa 12 euro in meno.
La certificazione
Quando si sceglie il tipo di pellet è bene preferire quello certificato, cosa che tra l’altro è obbligatoria in diverse Regioni da ottobre 2018 (il pellet è tracciato lungo tutta la filiera).
Meglio comunque evitare le offerte low cost di prodotti che potrebbero avere caratteristiche molto più scadenti e quindi compromettere la qualità della combustione. Il pellet ENplus è certificato dal primo agosto 2015 e fa riferimento alla norma ISO 17225-2:2014.
Importante notare che il colore, la specie legnosa o la provenienza geografica non sono sinonimo di qualità. L’unico modo per essere sicuri dell’elevata qualità di ciò che si acquista è che il pellet sia certificato.
Ecco le raccomandazioni per leggere bene l’etichetta sui sacchi di pellet e accertarsi che il prodotto sia certificato secondo le norme di legge (vedi qui per maggiori informazioni):
- Devono essere indicati tutti i riferimenti per contattare il produttore o il rivenditore.
- Deve essere riportata la dicitura “pellet di legno” accompagnata dalla classe di qualità del prodotto in base alla norma di riferimento (ISO 17225-2).
- Deve essere riportato il marchio di certificazione ENplus completo di numero identificativo.
- Il numero identificativo deve corrispondere a un’azienda effettivamente in possesso della certificazione.
- Deve essere riportato il marchio di qualità con la classe corrispondente.
- Deve essere riportato il peso venduto (in kg o tonnellate).
- Il pellet acquistato deve essere idoneo all’apparecchio termico cui è destinato, stufa o caldaia.
Altri aspetti da valutare
In particolare, conviene sempre controllare il fondo del sacchetto, scartando le confezioni che presentano un elevato contenuto di polveri.
Il contenuto di ceneri non dovrebbe mai superare l’1% del peso su sostanza secca; per una corretta combustione, è preferibile impiegare un prodotto in classe di qualità ENplus A1, che ha un contenuto di ceneri massimo pari allo 0,5%.
Per scegliere il pellet nel modo corretto, inoltre, bisogna valutare il suo potere calorifico, cioè l’energia termica che riesce a fornire: di solito siamo tra 4,7-5 kWh/kg.
Un altro aspetto da considerare che il pellet per poter essere venduto deve essere prodotto con materia prima vergine e non trattata chimicamente (decreto legge 152/2006). Per fare aderire la segatura nel cilindro di pellet durante la lavorazione la segatura viene pressata raggiungendo alte temperature che sciolgono la lignina, componente naturalmente presente nel legno, che funge così da collante. Inoltre, se il pellet è certificato ENplus si ha una doppia sicurezza, poiché da disciplinare della certificazione ENplus il prodotto certificato è fatto solo ed esclusivamente con segatura di legno vergine.
Esiste poi anche pellet fatto con biomasse varie: ad esempio segatura di legno mischiata a scarti di mais. I tecnici non lo bocciano, ma lo consigliano solo per grandi caldaie e non per le stufe: ha un residuo di cenere relativamente alto che sporca braciere e canna fumaria.