Power Purchase Agreement: in arrivo l’italian way

In un mercato molto cresciuto per vivacità, stanno per arrivare novità normative che potrebbero cambiare i connotati del prodotto PPA.

ADV
image_pdfimage_print

Di Power Purchase Agreement si parlerà a “KEY CHOICE – Unlock the future of PPA“, un evento organizzato da Italian Exhibition Group in collaborazione con Elemens, in programma martedì 27 febbraio al Palacongressi di Rimini dalle 10 alle 18, alla vigilia dell’evento fieristico KEY (tutte le informazioni).


La crisi energetica ha svelato, in tutta evidenza, le fragilità del sistema energetico italiano. A pagarne le spese sono stati innanzitutto i consumatori, con un impatto sull’equilibrio finanziario delle famiglie e sulla competitività delle imprese.

Per quest’ultime, è emersa la necessità di mettere in sicurezza una parte della fornitura, aumentandone la prevedibilità del costo: è così che negli ultimi 18 mesi il numero dei long term PPA stipulati tra grandi consumatori e produttori da fonti rinnovabili in Italia è aumentato enormemente.

Se già tale trend pare essersi affermato come una sorta di new normal, resistendo anche ai primi accenni di normalizzazione dei prezzi, le recentissime misure sull’energy release rendono l’unione dei consumatori (in questo caso energivori) e dei produttori rinnovabili ancora più solida e conveniente.

Il razionale dei PPA

Nel contesto di repentini sconvolgimenti geopolitici, i mercati energetici globali stanno vivendo una volatilità senza precedenti, proiettandoci in un futuro in cui le crisi localizzate possono avere impatti su scala mondiale.

Quest’estate abbiamo visto come, ad esempio, lo sciopero degli operai Chevron degli impianti LNG Gorgon e Wheatson in Australia (il proverbiale battito di farfalla) abbia causato una tempesta sui prezzi globali del gas liquefatto che si è trasferito in una fiammata sul TTF europeo e sui prezzi di mercato italiani.

È stata una congiuntura rientrata in tempi rapidi, ma che offre il segnale di un sistema del gas che, pur in fase ribassista per scarsa domanda e stoccaggi pieni anche per effetto delle temperature miti, soffre di una fragilità di fondo in grado di innescarsi improvvisamente nei diversi teatri di tensione che spesso coincidono con gli snodi e le rotte del gas.

In questo contesto, i PPA si configurano come uno strumento efficace di “assicurazione” per i consumatori finali, garantendo certezza dei prezzi a lungo termine in un panorama ormai dominato dall’incertezza grazie alla prevedibilità dei costi medi di generazione degli impianti a fonti rinnovabili, specialmente fotovoltaici ed eolici.

Al Power Purchase Agreement – che indica letteralmente un contratto in cui due parti, venditore e acquirente, si obbligano rispettivamente a cedere e comprare un determinato quantitativo di energia per un orizzonte temporale definito secondo termini e condizioni concordati tra le controparti – è possibile assegnare un perimetro di significato potenzialmente ampissimo.

Nella realtà del mercato attuale, i PPA sono concettualmente associati alla cessione dell’energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili di nuova realizzazione che, pur assumendo un significato più specifico del mero contratto bilaterale, possono comunque declinarsi in una varietà di accezioni molto elevata.

Le soluzioni più “standard” attualmente vedono contratti:

  • durata pluriennale
  • “off-site”, ovvero realizzato tra controparti connesse attraverso la rete pubblica
  • addizionale in termini di nuova capacità rinnovabile.

La durata pluriennale è un elemento essenziale per il produttore: il PPA, nel fornire stabilità alla prospettiva finanziaria dell’investimento, è necessario per rendere il progetto “bancabile”. In quest’ottica è centrale anche la struttura del prezzo, che deve essere stabilizzato per tutto il periodo: la soluzione del prezzo fisso è anche quella più compatibile con la natura dei costi degli impianti rinnovabili.

Il PPA si intende “Off-site” quando non si tratta di una realizzazione “On-site”, vale a dire direttamente e fisicamente connesso (ossia mediante un cavo) ad un consumatore: esistono chiaramente anche le soluzioni di autoconsumo regolate contrattualmente, ma si tratta di una fattispecie di PPA specifica e distinta da quella più generale, sottendendo a razionali completamente diversi rispetto a quelli del PPA Off-site.

Lo sviluppo di impianti di grande taglia, che possono ridurre i costi di generazione grazie all’economie di scala e ad una localizzazione ottimale per massimizzare la produzione, avviene difatti lontana dai centri di consumo e la rete di trasmissione diventa il ponte per raggiungere i consumatori finali.

L’addizionalità invece è una caratteristica ricercata da controparti che vedono nel PPA uno strumento non solo di prezzo ma anche (forse soprattutto, almeno nei PPA conclusi fino ad oggi) di sostenibilità, nell’ambito di una strategia spesso più ampia legata alla decarbonizzazione.

Questo elemento è supportato dalla Garanzie di Origine e dalle caratteristiche dell’impianto e dell’investimento, che non deve essere solo di nuova realizzazione, ma anche non supportato da incentivi pubblici sull’energia prodotta. Un PPA è quindi “addizionale” ove esso sia l’elemento necessario e sufficiente per realizzare l’impianto a fonte rinnovabile che produce l’energia così contrattualizzata. In altri termini, gli impianti oggetto del PPA devono entrare in esercizio unicamente in virtù della sottoscrizione del contratto.

Chiaramente, data la natura pluriennale, il valore totale sottostante al contratto è significativo e le garanzie, soprattutto a tutela del produttore/venditore e della bancabilità dell’investimento, sono un elemento essenziale e una delicata componente negoziale.

Su questo aspetto, in futuro potrebbe venire in aiuto una riforma, ancora da attuare, prevista dal PNRR italiano in coerenza con le disposizioni della Direttiva RED III (che l’Italia deve ancora recepire). Essa, con l’obiettivo di fornire supporto al sistema di garanzie, prevede:

  • l’identificazione di un’entità istituzionale che possa agire come venditore/acquirente di ultima istanza nell’eventualità di inadempienza da parte di una controparte.
  • la possibilità di richiedere una garanzia bilaterale per una porzione del controvalore del PPA, utilizzando strumenti disponibili sui mercati dell’elettricità
  • l’Introduzione di nuovi requisiti e vincoli per l’acquirente, insieme a sanzioni per il produttore in caso di inadempimento.

Lo scenario dei PPA in Italia

Dal 2019, l’Italia ha registrato la stipula di circa 50 PPA, corrispondenti a oltre 2 GW di capacità fotovoltaica ed eolica. Circa la metà di questa capacità è stata contrattualizzata nel solo anno 2023, segnalando la maturità raggiunta da questo strumento in un contesto di crescente disponibilità di offerte di progetti.

Diverse realtà industriali italiane hanno già sottoscritto un PPA con progetti rinnovabili (i cosiddetti “Corporate PPA”), soprattutto fotovoltaici, per una potenza contrattualizzata di quasi 1 GW.

La crescita è concentrata nel biennio 2022 e 2023: una spinta è senz’altro scaturita dalla crisi energetica che ha dolorosamente fatto capire come il nostro sistema sia strettamente dipendente dal contesto internazionale e stimolato i consumatori finali a diversificare le modalità di esposizione ai costi energetici, orientandosi verso la sostenibilità.

Sul fronte dell’offerta potenziale, ad oggi si contano oltre 13 GW di progetti recentemente autorizzati, prevalentemente fotovoltaici. Anche tenendo conto che per gran parte di questi progetti non esiste al momento un’alternativa alla soluzione di mercato (ma potrebbe esserci a partire dal 2025, una volta che il nuovo DM FER X dovesse prevedere CfD anche per gli impianti fotovoltaici), mai come ora l’arena dei PPA è stata così affollata.

Un ruolo rilevante è giocato anche dai trader, utilities e non, che hanno stretto accordi pluriennali per 900 MW nell’arco degli ultimi con asset di produzione rinnovabile (più della metà solo nel biennio 2022-2023).

Si tratta di soggetti pivotali nel mercato, che acquisendo produzione rinnovabile nel portafoglio, si possono porre come aggregatori e, anche attraverso contratti finanziari, offrire soluzioni di PPA per consumatori finali quanto più aderenti alle necessità dell’acquirente sia in termini di volumi totali e di profilo (es. baseload o comunque predefiniti).

Grazie alla loro operatività su tutta la linea dei mercati energetici, essi possono agire per disaccoppiare, almeno parzialmente, i vincoli della produzione fisica e svolgere il ruolo di camera di compensazione di rischi che né il produttore né il consumatore finale non desiderano eventualmente assumersi.

Il ruolo della regolazione

Il PPA si configura come il contratto privatistico per eccellenza, nato anche come alternativa agli strumenti regolati, come le aste. In coerenza con l’evoluzione del design di mercato, il sistema sta gradualmente introducendo alcuni elementi di ibridazione tra il mondo merchant (e, quindi, i PPA) e regolazione.

Come già accennato, in Italia è prevista l’introduzione di un sistema di garanzie supportate dalla regolazione: sebbene ancora i contorni di questa nuova disposizione siano da chiarire, l’impatto sul segmento potrebbe essere significativo.

Tuttavia, il più significativo intervento regolatorio per avvicinare produzione rinnovabili e consumatori finali è il cosiddetto Energy Release. Si tratta di un nuovo strumento normativo, contenuto nel DL Energia convertito in legge a fine gennaio 2024, mediante il quale i PPA tra produttori rinnovabili e alcuni consumatori (nello specifico, i consumatori energivori) potrebbe avvenire in una sorta di ambiente protetto e, per così dire, facilitato dalla regolazione.

La misura, in estrema sintesi, consentirà ai consumatori energivori di ottenere dal Gse, per i prossimi 3 anni, una riduzione del prezzo di acquisto dell’energia su una porzione significativa del loro consumo a condizione che stipulino un contratto di lungo termine (ragionevolmente, per la logica del meccanismo, per 20 anni) con un produttore rinnovabile che abbia un impianto che entri in esercizio nei prossimi 4 anni.

Il meccanismo – che è molto articolato e dovrà essere definito nei suoi numerosi dettagli nelle prossime settimane – punta quindi all’obiettivo di garantire uno sconto sulla bolletta degli energivori legandolo alla stipula di PPA con nuovi progetti rinnovabili, in un modello in cui il grosso del rischio verrebbe caricato sulle spalle del Gse.

Una dimostrazione plastica, a un tempo, di quella che pare essere la nuova direzione dei sistemi elettrici europei (caratterizzata dalla centralità del ruolo della regolazione anche in ambiti squisitamente “privatistici”) e del nuovo ambiente a cui i PPA dovranno adattarsi. Restando, auspicabilmente, rilevanti nella discussione di mercato.

Per informazioni su evento del 27 febbraio a Rimini: KEY CHOICE – Unlock the future of PPA

ADV
×