Pompe di calore sì, ma integrate con il gas. Gli strani incentivi olandesi

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Il governo olandese pensa ad aumentare gli incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, ma non considera solare termico e fototermico come integrazione. Solo metano.

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Molti nostri lettori sanno che QualEnergia.it guarda con atteggiamento critico l’uso di sistemi di riscaldamento ibridi che prevedono l’integrazione del gas.

Sebbene a volte possa essere necessario prevedere anche una caldaia a metano/gpl abbinata ad esempio a una pompa di calore elettrica per il riscaldamento dell’abitazione, il più delle volte questo tipo di progetti può nascondere una scarsa competenza del progettista o una modalità di sistema più conservativa, più facile da realizzare, e a un costo d’investimento sicuramente inferiore rispetto a un riscaldamento totalmente elettrico o a fonti rinnovabili.

Il punto è che, ad esempio, un sistema di pompa di calore aria-acqua integrato a una caldaia a gas, lascerà il cliente con il peso della doppia bolletta (elettrica e a metano), oltre al rischio di incidenti, anche molto gravi, che si verificano quotidianamente.

Questo tipo di progetti ibridi lascia perplessi non solo in Italia, visto che l’obiettivo oggi dovrebbe essere quello di decarbonizzare il nostro parco edilizio e di chiudere in tempi brevi con l’uso delle fonti fossili, ma anche a latitudini più settentrionali dove c’è una non poco velata critica verso una politica che continua a sovvenzionare queste soluzioni impiantistiche che includono il metano, escludendone altre più green.

L’associazione olandese Holland Solar, ad esempio, ha criticato il Ministero dell’Economia e del Clima che ha annunciato un aumento dal 20 al 30% del contributo dal 1°  gennaio 2022 per coloro che installeranno sistemi a pompa di calore ibridi, quindi in combinazione con caldaie a gas.

Nella decisione governativa non vengono però nemmeno menzionate, tra quelle oggetto di incentivazione, il solare termico o il fototermico (FV+solare termico) come tecnologie integrative.

L’argomentazione del governo è sempre basata sullo stesso vecchio mantra: il gas deve poter fare da ponte all’energia pulita e sopperire alla mancanza di concrete “alternative rinnovabili”.

Il ministero ha chiarito che i piani per aumentare la sovvenzione al 30% dei costi medi totali di investimento (qui non si parla di superbonus al 110%, come si può notare), impegneranno un budget aggiuntivo per gli incentivi pari a 282 milioni di euro nei prossimi tre anni, cioè fino al 2024. Incentivi che renderanno quindi più attraente l’acquisto di una pompa di calore ibridi. E per spingere i cittadini a realizzare questi sistemi sono stati stanziati anche 3 milioni di euro per una campagna pubblicitaria ad hoc.

L’associazione Holland Solar, in un paese che fa del gas una risorsa nazionale, non sale certo sulle barricate per criticare la scelta del metano, ma ritiene che dentro questo incentivo manchino completamente le tecnologie pulite.

“Anche i sistemi solari termici in combinazione con altre tecnologie come caldaie a gas, pompe di calore o caldaie a biomassa sono buone soluzioni ibride, ma non sono esplicitamente menzionati in questa comunicazione governativa come ammissibili per le maggiori aliquote di contributi e perciò continueranno a ricevere solo una sovvenzione all’investimento del 20%”, hanno protestato dall’associazione.

In un suo documento, Holland Solar ha ricordato che il calore solare è sostenibile al 100%, non ha emissioni e aiuta le reti elettriche proprio quando è necessario. E le tecnologie solari termiche e PVT (fototermico) possono essere abbinate a qualsiasi caldaia o pompa di calore ad alta efficienza energetica.

Nei Paesi Bassi oltre il 95% di tutti gli edifici è riscaldato con il gas naturale. Tuttavia nel paese si sta rivedendo lentamente questo modello energetico già dal 2016 quando si è capito che i terremoti che si stavano registrando e che avevano provocati ingenti danni a molti edifici erano causati proprio dallo sfruttamento del metano nel sottosuolo.

Nel 2018 il governo, con l’accordo sul clima, ha deciso così di puntare sulla riduzione dell’uso del metano per il riscaldamento nel paese, con l’obiettivo di avere al 2030 circa 1,5 milioni di edifici senza più gas, a partire dalle nuove costruzioni.

Ma come si è capito, anche in Olanda l’idea che per scaldarsi bisogna bruciare fonti fossili è dura a morire, così come da noi in Italia dove incentiviamo il gas perfino con il superbonus.

Intanto però la nuova proposta di direttiva EPBD invita a escludere i sussidi alle energie fossili entro il 2027 con la prospettiva di eliminarle per il riscaldamento entro il 2040.

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