Più elettricità e rotaie per rendere verdi i porti italiani

Il rapporto Legambiente-Enel X esplora le potenzialità del cold ironing: tecnologie che permettono di fornire energia elettrica da terra alle navi in porto.

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Il trasporto marittimo può dare un contributo rilevante alle misure per contrastare il cambiamento climatico, puntando sulle tecnologie che consentono di elettrificare i consumi energetici navali in porto oltre che i consumi della logistica e della attività portuali di terra.

Il nuovo rapporto di Legambiente-Enel X sui porti verdi (link in basso) traccia la rotta per de-carbonizzare le infrastrutture portuali con un focus sul cosiddetto cold ironing vale a dire, il mix di tecnologie che permette di ridurre le emissioni navali in porto grazie alla connessione alla rete elettrica sulla terraferma.

Sono sei le azioni chiave, afferma Legambiente in una nota, cui dare priorità nel 2021:

  • definire una tariffa elettrica dedicata al cold ironing in modo da renderla competitiva rispetto all’utilizzo dei motori di bordo;
  • introdurre schemi di finanziamento o cofinanziamento pubblico per accelerare la transizione del sistema portuale italiano verso la sostenibilità;
  • identificare gli interventi prioritari sul sistema portuale per avviare il processo di elettrificazione;
  • promuovere la progressiva elettrificazione dei consumi portuali con fonti rinnovabili;
  • sviluppare una roadmap nazionale che preveda l’elettrificazione dell’intero sistema portuale. L’abilitazione al cold ironing dei 39 porti italiani del network TEN-T permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre 635.000 tonnellate di gasolio marino;
  • sviluppare le infrastrutture ferroviarie nei porti e le interconnessioni con la rete al fine di favorire il trasporto elettrico e su ferro per lunghe e medie distanze.

Tali misure, se messe in campo, spiega Legambiente, potrebbero contribuire a rafforzare il sistema portuale italiano e a innovare la gestione nella direzione della sostenibilità. Inoltre queste azioni consentirebbero anche la riduzione dell’inquinamento derivante dal trasporto marittimo, che rappresenta una quota importante e crescente di emissioni di gas a effetto serra.

Le emissioni associate a questo settore, infatti, sono stimate in 940 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra. E secondo le stime dell’International Maritime Organization (IMO), citate da Legambiente, mantenendo invariata la situazione attuale, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero aumentare tra il 50% e il 250% entro il 2050 e compromettere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Secondo il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini, “è arrivato il momento di investire sul cold ironing, una tecnologia oggi matura, e di rafforzare le connessioni con la rete ferroviaria per creare filiere di trasporto merci low carbon”.

Mentre Carlo Tamburi, direttore Enel Italia, ha affermato che “l’elettrificazione dei trasporti marittimi e della logistica a terra è un passaggio necessario per dare un’ulteriore spinta al processo di transizione energetica in atto in altri settori industriali”. 

Focus principale dello studio, come detto, è il cold ironing, su cui sta crescendo l’attenzione e l’interesse da parte delle amministrazioni portuali che stanno sviluppando progetti di elettrificazione. Nello studio si pone l’attenzione anche sui combustibili per la decarbonizzazione del trasporto navale e sulla prospettiva della sua elettrificazione.

Sono diverse, nel mondo, spiega Legambiente, le sperimentazioni di traghetti basati sulla propulsione elettrica su distanze brevi, con chiari vantaggi in termini di abbattimento delle emissioni inquinanti. Per quanto riguarda il trasporto marittimo a zero emissioni, nel report si analizza quello legato a idrogeno rinnovabile, ammoniaca rinnovabile e alle batterie ricaricate con elettricità verde. La scelta della tecnologia dipenderà anche dalla distanza che le singole navi devono percorrere.

Ad esempio, l’uso di batterie per alimentare i motori elettrici delle imbarcazioni potrebbe diventare una soluzione diffusa per i trasporti a corto raggio. Nei trasporti a lungo raggio l’alimentazione elettrica via batteria non sembra una soluzione ancora sostenibile a causa degli elevati costi, dimensioni e peso delle batterie realizzate con le attuali tecnologie. A meno di importanti sviluppi in tal senso, l’idrogeno e l’ammoniaca rinnovabili rappresentano oggi opzioni più concrete, sebbene ancora lontane dall’essere tecnologicamente e commercialmente mature.

Per costruire una filiera del trasporto merci sostenibile, aggiunge Legambiente, occorre integrare le infrastrutture portuali con quelle ferroviarie, in modo da rendere competitiva la filiera logistica. Per questo Legambiente ed Enel X sottolineano l’importanza di attivare dei corridoi green.

Sono diversi i casi di successo in cui il cold ironing si dimostra un’efficace soluzione per la decarbonizzazione dei consumi navali in porto. Si possono citare i casi di Gothenburg in Svezia, Rotterdam nei Paesi Bassi, Los Angeles in USA, Vancouver in Canada, Lübeck in Germania, Bergen in Norvegia, Marsiglia in Francia. Solo per fare un esempio, già nel 1989 il porto di Gothenburg è stato dotato di un sistema cold ironing e oggi l’intera struttura beneficia di sei unità di cold ironing (una ulteriore è in fase di realizzazione).

In Francia, nel 2017, al porto di Marsiglia sono stati realizzati tre punti di connessione cold ironing per navi traghetto e, grazie a un ulteriore piano di investimenti di 22 milioni di euro, il porto ambisce a diventare 100% elettrico entro il 2025. In questo caso, l’installazione del cold ironing è stata sostenuta da fondi pubblici forniti dall’Ue, oltre che dal governo francese.

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