Nucleare, costi dell’elettricità circa tre volte maggiori delle rinnovabili

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L'analisi della coalizione 100% Rinnovabili Network: sull'atomo pesano le incertezze e gli alti costi di generazione, che dall'incidente di Fukushima sono aumentati del 49%.

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L’elettricità generata dalle centrali nucleari costa più di quella prodotta dalle fonti rinnovabili tradizionali e gli “Small Modular Reactors” (SMR), su cui punta forte l’Italia, sono ancora più costosi.

Un passaggio all’atomo si tradurrebbe in bollette più care per gli utenti finali, oltre a sottrarre tempo e risorse fondamentali nella crescita delle Fer, sulle quali bisogna accelerare il più possibile.

È questo il messaggio che emerge dall’analisi “I costi del nucleare” (link in basso) pubblicata dalla coalizione 100% Rinnovabili Network e promossa dalle associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, Greenpeace e Kyoto Club con docenti universitari, ricercatori, esponenti del mondo delle imprese e dei sindacati.

Il paper prende spunto da dati forniti dall’International energy agency (Iea) nel suo Energy Outlook 2024. Secondo i calcoli dell’agenzia, nel 2023, 2030 e 2050 i costi di generazione per le Fer nell’Unione europea saranno sempre più bassi del nucleare.

Considerando fattori come i costi complessivi della costruzione, del funzionamento d’impianto, gli oneri finanziari dell’ammortamento del capitale investito, i costi operativi per la durata della vita produttiva, il combustibile e la manutenzione, la spesa di generazione dell’elettricità prodotta da nuove centrali nucleari in Europa sarebbe di 170 $/MWh, contro quella generata dal fotovoltaico pari a 50 $/MWh (3,4 volte inferiore), quella dell’eolico onshore di 60 $/MWh (2,8 volte inferiore) e quella dell’eolico offshore pari a 70 $/MWh.

Le differenze dei costi di generazione previste dalla Iea nell’Unione europea derivano dai seguenti costi e rendimenti:

  • per il nucleare, costi in conto capitale pari a 6.600 $/kW, con un capacity factor del 70% e un peso per il combustibile, per la gestione e la manutenzione di 35 $/MWh;
  • per il solare fotovoltaico, costi dell’investimento pari a 750 $/kW, con un capacity factor del 14% e spesa per la gestione e la manutenzione di 10 $/MWh;
  • per l’eolico, costi dell’investimento pari a 1.630 $/kW, con un capacity factor del 29% e costi per la gestione e la manutenzione di 15 $/MWh.

Differenze più o meno elevate che si possono riscontrare anche negli Stati Uniti, in Cina o in India.

Per confrontare il costo di generazione dell’elettricità fra le diverse tecnologie viene utilizzato il metodo del “costo livellato dell’elettricità” (“Levelized Cost Of Electricity”, Lcoe).

Nei confronti su scala internazionale questo indicatore è espresso in dollari per megawattora ($/MWh) e si calcola come il rapporto fra i costi complessivi della costruzione e del funzionamento dell’impianto (risultanti dalla somma dei costi dell’investimento per la costruzione dell’impianto, compresi gli oneri finanziari dell’ammortamento del capitale investito, più i costi operativi per la durata della vita produttiva dell’impianto, per il funzionamento, per il combustibile e per la manutenzione) divisi per la quantità di elettricità prodotta durante l’intera vita utile del sito.

Da sottolineare, inoltre, come il costo di generazione dell’elettricità da fotovoltaico preso in considerazione dalla Iea sia basato su un valore medio europeo del capacity factor pari al 14%, ma che in Italia, in particolare al Sud, questo è superiore, quindi con un costo di generazione significativamente minore.

Nucleare, i costi non scendono

L’analisi della coalizione 100% Rinnovabili Network cita anche un recente report della banca d’affari statunitense Lazard, sull’andamento dei costi medi di generazione dell’energia elettrica delle diverse tecnologie dal 2009 al 2024.

I valori per solare ed eolico sono simili a quelli calcolati dalla Iea, mentre quello per il nucleare è di 183 $/MWh, più alto quindi del 14%. Secondo la coalizione “il maggiore costo di generazione deriva da una valutazione più realistica, quindi più elevata, del costo capitale impiegato per la costruzione di centrali nucleari”.

Non è una novità che le stime per la costruzione dei reattori vengano poi viste di molto al rialzo man mano che i progetti si dipanano.

Ad esempio, il conto dei due reattori AP1000 a Vogtle, in Georgia (Usa), hanno raggiunto i 36 miliardi di dollari, per una potenza totale di 2.200 MW, dunque oltre i 16.000 $/kW. Quello dell’EPR di Flamanville (1.630 MW) è stato pari a 13,2 miliardi di euro, dunque 8.000 €/kW, senza calcolare i rilevanti oneri finanziari, che porterebbero il calcolo finale a circa 19 miliardi di euro.

Lo studio di Lazard mostra invece come il costo di generazione dell’elettricità prodotta da impianti solari sia crollato dell’83% dal 2009 al 2024, da 359 a 61 $/MWh. Anche l’eolico ha registrato un calo, del 63%, da 135 a 50 $/MWh.

Mentre quello del nucleare, in particolare dopo il 2011, anno del grave incidente alla centrale di Fukushima, è aumentato del 49%, passando da 123 $/MWh nel 2009 a 182 $/MWh nel 2024.

“Coloro che continuano a parlare di elettricità generata dalle rinnovabili come più costosa di quella generata dalle centrali nucleari – denuncia l’analisi – o sono in malafede, e ricorrono ad una pubblicità ingannevole per promuovere le centrali nucleari, oppure non sono aggiornati e sono fermi a quindici anni fa”.

Il tutto senza citare il problema dell’individuazione di un deposito per le scorie, che dovrebbe superare la forte resistenza della popolazione dell’area in cui questo dovrebbe sorgere.

Il fallimento annunciato degli SMR

I sostenitori del ritorno al nucleare in Italia, tra cui l’attuale Governo, non di rado sbandierano una presunta maggiore convenienza economica degli SMR, basata su ipotetici minori costi rispetto ai reattori nucleari tradizionali. Un’affermazione “ingannevole” e “priva di fondamento”, secondo l’analisi.

Gli SMR sono, in realtà, più costosi. Lo conferma la rassegna internazionale sui progetti in corso per gli SMR “The World Nuclear Industry – Status Report 2024”.

In particolare, “sebbene diversi Paesi stiano promuovendo i piccoli reattori modulari come il futuro dell’energia nucleare, l’esperienza finora maturata non suggerisce che risolveranno i problemi che l’industria si trova ad affrontare. Gli SMR perdono in termini di economie di scala e quindi l’energia generata sarà più costosa. Le poche stime dei costi esistenti, necessariamente speculative, mostrano tutte che gli SMR saranno più costosi per unità di capacità installata rispetto ai grandi reattori”.

Diverse sono le aziende che hanno tentato di imbastire progetti con gli SMR, poi naufragati. L’analisi cita l’iniziativa di NuScale in Idaho, sei moduli da 77 MW che avrebbero dovuto vedere la luce nel 2029, interrotta perché le iniziali stime degli obiettivi di costo per l’elettricità generata sono passate da 58 $/MWh nel 2020 a 119 $/MWh nel 2023, sollevando molte perplessità sulla disponibilità dei clienti a pagare.

Il più recente aggiornamento sulle stime di costo degli SMR vede questi progetti con costi d’impianto sopra i 10.000 $/kW. Uno studio per l’Italia individua come valore di soglia per la competitività del nucleare un costo d’impianto di 2.200 €/kW. Si capisce bene, dunque, quanto gli SMR siano lontanissimi dal poter essere considerati competitivi, in particolare nel nostro Paese.

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