La Francia sta pensando di finanziare una parte considerevole dei sei nuovi reattori nucleari previsti da Edf, tramite un prestito a tasso zero e prezzi garantiti a lungo termine per l’energia prodotta dalle centrali, ma la decisione è stata rinviata da questo dicembre all’inizio del prossimo anno, a causa delle incertezze politiche.
Lo riferisce l’agenzia Montel, citando il quotidiano francese Les Echoes.
Anche l’agenzia Reuters ne parla, citando “due persone a conoscenza della questione” che hanno preferito restare anonime.
In sostanza, il governo sta elaborando un piano per fornire un prestito senza interessi alla società elettrica statale Edf, con cui finanziare come detto la costruzione di sei reattori nucleari, per un costo totale stimato in circa 67 miliardi di euro. Questo per ridurre i rischi economici associati allo sviluppo degli impianti.
Il piano, riporta Reuters, è simile a quello approvato lo scorso aprile dalla Commissione europea per realizzare un nuovo reattore da 1,2 GW a Dukovany in Repubblica Ceca e, sebbene l’entità del prestito ceco non sia ancora nota, tutto ciò mostra la crescente necessità di sostegno statale ai nuovi progetti nucleari in Europa.
La misura francese include anche un prezzo garantito a lungo termine per l’energia elettrica generata, tramite un contratto per differenza (CfD, “Contract for Difference”), in grado di assicurare ricavi stabili alle utility per un certo numero di anni (40 nel caso del reattore ceco).
Tuttavia, la decisione sul finanziamento al nuovo nucleare arriva in un momento sfavorevole, perché il governo francese deve fronteggiare un potenziale voto di sfiducia su una proposta di bilancio che prevede tagli di spesa e aumenti di tasse, per contenere il crescente debito pubblico.
La destra di Marine Le Pen, infatti, ha minacciato nei giorni scorsi di far cadere il governo di minoranza guidato dal conservatore Michel Barnier, se la legge di bilancio non sarà modificata.
In tema di nucleare, ricordiamo che il presidente Macron nel 2022 aveva annunciato la costruzione di sei reattori per 10 GW complessivi di potenza, con avvio dei lavori per il primo di questi nel 2027.
Gli attuali 57 reattori nucleari francesi in funzione, riporta ancora Reuters, sono stati in gran parte finanziati da Edf, società quotata in borsa fino a quando non è stata completamente nazionalizzata nel 2023.
Si ritiene però improbabile che la società riesca a ottenere finanziamenti privati per nuovi progetti, dato il suo debito già elevato, mentre ci sono stati molteplici ritardi e sforamenti di costo in progetti come Flamanville in Francia e Hinkley Point in Inghilterra, come abbiamo scritto (si veda: Reattore Flamanville 3: si parte! Anzi no).
Dalle fonti citate dalle agenzie, sembra esserci un accordo sul concedere un prestito a tasso zero a Edf durante la fase di costruzione, ma l’importo non è stato ancora deciso e ci sono “intense discussioni” su vari aspetti, come la condivisione del rischio tra l’azienda e lo Stato per eventuali costi aggiuntivi e ritardi.
Le incertezze quindi restano tante.
Il piano poi dovrà essere approvato dal ministero delle Finanze quando Edf presenterà un budget finale, previsto per l’inizio del 2025. Trattandosi di un aiuto di Stato, dovrà anche essere autorizzato da Bruxelles.
In definitiva, scrive Reuters, finanziare nuovi impianti nucleari rimane una sfida enorme, con i rischi di costruzione che gravano sui bilanci e sui rating creditizi delle utility. Si ricorda infine che il governo britannico ha recentemente promesso più di 5,5 miliardi di sterline per aiutare a finanziare lo sviluppo iniziale del progetto Sizewell C da 3,2 GW.
Un altro progetto in Gran Bretagna, Hinkley Point C da 3,2 GW di Edf, ha subìto una serie di extra costi e rallentamenti e potrebbe slittare al 2031 al costo di 35 miliardi di sterline.
Tutto ciò avviene mentre in Italia circolano ipotesi di un rilancio del nucleare, incentrato sui piccoli reattori modulari da installare addirittura nelle fabbriche, ipotesi che però cozzano contro molteplici incertezze legate a tempi e costi di una simile strategia (si veda Nuovo nucleare? Tanto hype e pochi fatti concreti).