Migliorano le prestazioni energetiche degli edifici, ma oltre metà è nelle classi peggiori

Secondo la nuova edizione del rapporto Enea-Cti realizzato in base agli APE registrati, gli immobili nelle classi più efficienti crescono di quasi il 4%, ma il 55% del patrimonio edilizio certificato è in classe F o G.

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Le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale certificato migliorano, ma oltre la metà degli immobili per i quali c’è un attestato di prestazione energetica è nelle classi più energivore.

È quanto emerge dal “IV Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici”, realizzato da Enea e Comitato termotecnico italiano (Cti) sulla base di circa 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica (Ape) registrati nel Siape (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica) ed emessi nel 2022 da 17 Regioni e 2 province autonome.

Il report mostra una diminuzione percentuale degli immobili nelle classi energetiche peggiori F e G (-3,7%), a fronte di uno speculare aumento di quelli nelle classi più performanti A4-B (+3,7%).

Tuttavia, la distribuzione per classe energetica conferma che circa il 55% dei casi censiti sono caratterizzati da prestazioni energetiche basse (classi F-G).

La quota più consistente di attestati è stata emessa dalla regione Lombardia (20,5%), seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%).

Gli Ape collegati a passaggi di proprietà e locazioni risultano in lieve flessione, pur continuando a rappresentare oltre l’80% del campione analizzato. Aumentano in percentuale, con ogni probabilità per effetto del Superbonus, le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni profonde, che rappresentano rispettivamente il 5,7% e il 4,1% degli Ape emessi nel 2022 (+1,5% per entrambe rispetto al 2021).

Il rapporto quest’anno ha anche una nuova sezione, dedicata a nuovi strumenti e metodi di analisi per il miglioramento della qualità degli Ape, in particolare per il potenziamento delle metodologie di controllo da parte del certificatore sia durante la fase di predisposizione dell’Ape che in quella successiva.

Sono stati approfonditi, inoltre, i temi relativi all’implementazione del Catasto Energetico Unico (Ceu) regionale, il ruolo del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e delle altre applicazioni informatiche predisposte da Enea.

La digitalizzazione degli Ape – spiegano da Enea nel presentare il rapporto – è fondamentale per individuare le aree con maggiore necessità di intervento, in funzione delle diverse realtà territoriali, e per offrire al cittadino un set più completo di informazioni, grazie anche all’ausilio di sportelli unici digitalizzati (one stop shop).

Il rapporto, infine, analizza i risultati di un questionario somministrato a un campione di circa 80 soggetti, tra associazioni, consorzi e ordini professionali, che hanno espresso il loro punto di vista su diversi aspetti del sistema di certificazione energetica nazionale, soprattutto in merito alle proposte di revisione della Direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici.

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