Passando al mercato libero dell’elettricità si può risparmiare non poco, anche il 7-10% della spesa, specie con le offerte online.
Nonostante questo, complice la concorrenza ancora scarsa, le poco chiare offerte “tutto compreso” e la scarsa consapevolezza dei clienti, questa opportunità spesso non viene colta e in media chi è passato al mercato libero sta spendendo di più di chi è rimasto con la maggior tutela.
E’ questo uno dei molti aspetti interessanti che emergono dal Monitoraggio del mercato retail 2018, appena pubblicato dall’Autorità per l’energia, mentre le ultime notizie dal fronte legge di Bilancio ci dicono che per ora salta il rinvio della fine della maggior tutela.
Al momento, mostra il nuovo report Arera, hanno scelto il mercato libero circa metà dei clienti totali: nell’elettricità ad aver lasciato la maggior tutela nel 2019 sono il 46,5% dei clienti domestici (circa 13,7 milioni) e il 59,1% delle piccole imprese (circa 4,1 milioni). Nel gas a dicembre 2018 sul libero si trovava il 50% dei domestici.
Elettricità
Le dinamiche concorrenziali nel settore elettrico – spiega l’Arera – sono disomogenee tra le tipologie di clienti. Nel 2018 la crescita del numero dei venditori nel mercato libero non si arresta, raggiungendo il numero di 426, +35 unità rispetto al 2017.
Numerosi gruppi societari sono cresciuti anche a livello geografico, allargando la propria presenza sul territorio nazionale: quelli presenti su più della metà delle regioni italiane sono il 53%.
Per contro, la concentrazione a livello nazionale ha un andamento differenziato tra le varie tipologie di clienti.
Per i clienti domestici la quota di mercato libero del primo operatore scende al di sotto della metà, 49,3%, in termini di energia fornita, il 50,4% in termini di punti serviti; mentre complessivamente i primi tre servono il 67,0% del mercato in termini di energia e il 68,3% in termini di clienti.
L’incremento del numero degli operatori – si spiega – è associato ad una frammentazione delle quote di mercato più che ad una loro crescita media, a testimonianza di una facilità di ingresso nel mercato, ma di una difficoltà ad acquisire quote di clienti.
Nel 2018 il 60,4% dei clienti domestici è passato al libero mercato, scegliendo il venditore collegato all’impresa di distribuzione. In totale nel 2018 il 14,1% dei domestici ha cambiato fornitore e il 5,8% ha rinegoziato il contratto col proprio venditore (massimi storici).
Gli elementi critici per la concorrenzialità del mercato della vendita ai clienti domestici (come i fenomeni di concentrazione, il vantaggio competitivo degli esercenti la maggior tutela, la presenza di barriere alla crescita e la minore dinamicità dei clienti) “continuano a rimanere significativi, seppure con lievi segnali di miglioramento”, spiega il regolatore in una nota.
Gas
Anche nel settore del gas naturale aumenta il numero degli operatori attivi nel mercato libero, nel 2018 risultano 396, +9 nuovi gruppi in un anno.
A differenza di quanto accade nel settore elettrico, anche per il 2018 la concorrenza tra i venditori sembra avere luogo principalmente su una scala geografica regionale o sub regionale, non assumendo ancora connotazioni nazionali.
Dal 2015 rimane infatti stabile il numero di operatori (23) con una presenza significativa in almeno 4 regioni. Inoltre dal 2012 solo i due principali operatori hanno una presenza significativa in almeno metà del territorio nazionale.
La quota di clienti nel servizio di tutela rimane ancora rilevante, nonostante la quota di clienti sul libero sia cresciuta del +6% per i domestici, raggiungendo il 50% (e il 50,4% del gas fornito) e +5% per i clienti Condominio uso domestico.
Anche nel gas sono aumentati rispetto al 2017 i passaggi dei clienti domestici (cambio di fornitore e rinegoziazione), raggiungendo il valore massimo dal 2012, il 16,6%.
Come per il settore elettrico, i venditori storici presentano un certo vantaggio competitivo nell’aumentare le proprie quote di mercato sul libero. La loro presenza territoriale è molto rilevante e molti dei venditori storici, e in particolare il maggiore operatore a livello nazionale, servono la maggior parte dei propri clienti domestici ancora nel Servizio di tutela.
Offerte e prezzi
Nel Portale Offerte di ARERA a dicembre 2018 per il settore elettrico erano visualizzabili 774 offerte per i clienti domestici e 705 per le PMI. Il 57% di tutte le offerte erano a prezzo fisso.
Inoltre si segnala la forte diffusione delle PLACET (Prezzo Libero a Condizioni Equiparate di Tutela, che possono essere sia a prezzo fisso che variabile), pari al 64% delle offerte disponibili sul portale.
Per il settore del gas, risultavano visualizzabili 887 offerte commerciali per i domestici, 673 per i condomini uso domestico e 792 per i non domestici. Di queste il 52% era a prezzo fisso. Ugualmente diffuse anche nel gas le PLACET, pari all’89% del totale.
Sempre con riferimento al 2018, si conferma come i clienti domestici preferiscono in maniera preponderante offerte a prezzo fisso rispetto a quelle con prezzo variabile: per il settore elettrico l’85,9% dei nuovi contratti siglati dai clienti domestici consistevano in offerte a prezzo fisso (+2% rispetto al 2017); nel settore del gas, tale preferenza è leggermente meno frequente, ma comunque prevalente (70,4% nel 2018 con +1,8% rispetto al 2017).
Inoltre, le offerte a prezzo fisso siglate dai clienti domestici prevedono per la maggior parte anche servizi aggiuntivi o altri elementi di differenziazione (l’87,9% nel settore elettrico e il 55,0% in quello del gas).
Nel mercato libero si registrano opportunità di risparmio sia per le offerte a prezzo variabile che fisso: a maggio 2018, tra le prime offerte PLACET nel Portale Offerte, ad esempio si registravano nel settore elettrico possibili risparmi per le offerte variabili del 3,0% per i domestici e 0,9% per i non domestici, che per quelle a prezzo fisso erano del -7,0% per i domestici -9,7% per i non domestici.
Ulteriori possibilità di risparmio sono confermate dalla convenienza delle offerte on-line rispetto a quelle sottoscrivibili attraverso altri canali, ma a fronte di questa convenienza sono solo il 3,4% dei clienti del settore elettrico a sottoscriverle e il 2,6% per il settore del gas.
Nonostante la disponibilità di offerte più convenienti della maggior tutela nel 2018, i clienti domestici che hanno scelto un contratto nel mercato libero hanno pagato costi mediamente più elevati, in considerazione della scelta di offerte che spesso includono servizi aggiuntivi, elementi di differenziazione commerciale e differenti strutture di prezzo.
Dall’indagine sembra quindi emergere una scarsa consapevolezza sulle possibilità di risparmio delle offerte. La differenza tra i costi di approvvigionamento pagati dai domestici sul libero e quelli in maggior tutela va tuttavia riducendosi negli ultimi anni.
Diversamente le PMI sul mercato libero hanno mediamente pagato un costo di approvvigionamento più basso di quello della maggior tutela. Per i prezzi dell’energia elettrica si segnala infine che nonostante rimanga quindi costante un certo differenziale tra i prezzi mediamente pagati dai clienti delle varie tipologie (libero/Tutela, domestici/non domestici), il loro andamento sembra essersi allineato a partire dal 2016.