Italia, Francia e Germania puntano a rafforzare la loro cooperazione per le forniture delle materie prime critiche, come litio, cobalto e nichel, indispensabili in tanti settori delle energie rinnovabili e delle tecnologie digitali.
Mentre sono in corso i negoziati tra Parlamento e Consiglio Ue sul Critical Raw Materials Act presentato dalla Commissione a marzo, ieri (lunedì 26 giugno) a Berlino si è tenuto un vertice trilaterale per concordare una linea comune di politica industriale.
Nella capitale tedesca si sono incontrati il ministro tedesco dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, il francese Bruno Le Maire (Economia e Finanze) e l’italiano Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy).
In particolare, evidenzia una nota congiunta, i tre Paesi si sono impegnati a stabilire obiettivi di estrazione, lavorazione e riciclo per le materie prime strategiche.
Urso ha evidenziato la necessità di “riaprire i giacimenti” anche in Italia in modo da riportare in attività le industrie estrattive.
Si è poi deciso di rendere più sostenibile la filiera di approvvigionamento, definendo “ambiziosi” criteri ambientali, sociali e di governance (ESG). Italia, Francia e Germania, inoltre, vorrebbero estendere gli elenchi delle materie prime critiche e strategiche, ad esempio per includere l’alluminio.
È stato anche stabilito di creare un gruppo di lavoro con esperti delle rispettive amministrazioni, che dovrà seguire queste iniziative e garantirne la corretta attuazione.
La linea concordata dai tre governi, in sintesi, è promuovere progetti e investimenti velocizzando le autorizzazioni e aumentando i finanziamenti anche da parte della Ue.
Il Critical Raw Materials Act, ricordiamo, punta a rendere più sicuro e diversificato l’approvvigionamento di certi materiali, come appunto litio e cobalto.
Il regolamento proposto da Bruxelles, in particolare, fissa una serie di benchmark volontari al 2030.
La Ue quindi dovrebbe:
- estrarre dai suoi giacimenti almeno il 10% delle materie prime strategiche consumate annualmente;
- realizzare in casa almeno il 40% della lavorazione e raffinazione;
- raggiungere una capacità di riciclo pari almeno al 15% del consumo annuo delle materie prime strategiche.
Inoltre, al 2030, la Ue dovrebbe avere una dipendenza massima del 65% per il suo fabbisogno, da un singolo Paese fornitore, per qualsiasi materia prima strategica (sia grezza che in qualunque stadio intermedio di lavorazione).