Le rinnovabili costano meno del carbone: sono la strada per la ripresa, mostra IRENA

I principali risultati del rapporto sui costi di generazione delle diverse fonti energetiche su scala globale.

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I nuovi impianti eolici e solari sono più competitivi delle centrali a carbone nella maggior parte dei casi.

Si può riassumere così il rapporto appena pubblicato dall’Agenzia internazionale delle energie rinnovabili (IRENA: International Renewable Energy Agency), Renewable Power Generation Costs in 2019 (link in basso).

Più in dettaglio, si legge nella sintesi dello studio, oltre metà della nuova potenza installata nelle rinnovabili nel 2019 (il 56%), produce energia elettrica a costi inferiori delle centrali fossili.

In pratica, spiegano gli analisti dell’Agenzia, conviene di più investire in parchi eolici e fotovoltaici piuttosto che mantenere in esercizio vecchi impianti a carbone, e questo vale per un numero crescente di investimenti nelle rinnovabili in diverse parti del mondo.

I risultati delle aste competitive per le rinnovabili mostrano che questa tendenza sta accelerando, come evidenzia il grafico seguente, tratto dalla sintesi online del rapporto.

Il costo “tutto compreso” del fotovoltaico utility-scale (impianti di grandi dimensioni) è sceso a 0,068 dollari per kWh nel 2019, segnando un -13% in confronto ai dodici mesi precedenti; parliamo della media LCOE (Levelized Cost of Electricity) a livello globale.

Mentre i valori dell’eolico a terra e offshore sono scesi, rispettivamente, a 0,053-0,115 $/kWh con riduzioni del 9% circa nel paragone con il 2018.

Per contro, la fascia di costo per le fonti fossili è stimata tra 0,05-0,177 $/kWh dove il livello inferiore, secondo gli esperti dell’Agenzia, è rappresentato dalle nuove unità a carbone in Cina.

Ma guardando ai valori dei PPA (Power Purchase Agreement) più recenti, si nota che le rinnovabili sono ancora più competitive. Difatti, si legge nel rapporto, i progetti fotovoltaici che hanno vinto le aste negli ultimi mesi, e che saranno commissionati entro il 2021, con ogni probabilità scenderanno a 0,039 $/kWh, il 42% in meno in confronto al valore medio LCOE del fotovoltaico nel 2019.

Il grafico sotto riassume il quadro (clicca sul grafico per ingrandire).

Intanto le ultime aste delle rinnovabili in Europa hanno raggiunto numeri super-competitivi in molti paesi, ad esempio in Albania il fotovoltaico è appena sceso sotto 25 euro per MWh, in Grecia le offerte più basse per nuovi impianti FV sono andate sotto 50 /MWh e in Germania si è rimasti poco sopra tale soglia.

“Abbiamo raggiunto un punto di svolta nella transizione energetica”, ha commentato il direttore generale dell’IRENA, Francesco La Camera (traduzione nostra dall’inglese con neretti), perché “l’energia rinnovabile è la fonte più economica per produrre nuova elettricità in un numero sempre più alto di casi, offrendo un enorme potenziale per stimolare l’economia globale”.

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