Le raccomandazioni della Commissione europea sui Piani nazionali per l’energia e il clima al 2030 dei singoli Stati membri (PNIEC), diffuse lo scorso 18 giugno da Bruxelles, sono state pubblicate oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue.
Ricordiamo, in generale, che la Commissione aveva segnalato che i piani nazionali nel loro complesso erano insufficienti e lacunosi, tanto da mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi europei sulle fonti rinnovabili, sull’efficienza energetica e sulla riduzione delle emissioni inquinanti.
Visto il dibattito che continua a gravitare intorno ai contenuti del PNIEC in diversi paesi – e l’Italia non fa eccezione, con l’aggravante dell’attuale crisi politica che dovrebbe portare alla formazione di un nuovo governo Pd-M5S – e ricordando che tali piani dovranno entrare in vigore entro il 24 dicembre di quest’anno, rivediamo di seguito le principali valutazioni di Bruxelles sul PNIEC italiano.
Rinnovabili
Per l’obiettivo del 30% di rinnovabili sui consumi finali, la Commissione Ue consiglia di adottare misure dettagliate e quantificate che siano in linea con gli obblighi imposti dalla direttiva 2018/2001, così da attuare il loro contributo con tempestività ed efficacia in termini di costi.
E poi si raccomanda alzare gli obiettivi per le fonti rinnovabili termiche, quindi per il settore del riscaldamento e raffrescamento, così da raggiungere l’obiettivo fissato all’articolo 23 della direttiva.
Servirebbero, inoltre, misure dedicate a conseguire l’obiettivo nel settore dei trasporti (art. 25 della direttiva). Altro punto molto importante è quello di ridurre la complessità e l’incertezza normativa. Per lo sviluppo delle rinnovabili in autoconsumo e per le comunità energetiche (artt. 21 e 22 della direttiva) manca un quadro normativo coerente che spinga in questa direzione.
Efficienza energetica
Sul target per l’efficienza energetica si deve meglio accertare, afferma la Commissione europea, che gli strumenti e i regimi di sostegno presentati nel PNIEC siano in grado di consentire risparmi anche nel periodo 2021-2030. A questo scopo vanno previsti aggiornamenti e potenziamenti per raggiungere tali obiettivi. Tra i settori più urgenti da affrontare quello dell’edilizia, sia pubblica che privata, e quello dei trasporti.
Sicurezza energetica
Al nostro governo si chiede di precisare le misure per ridurre la dipendenza energetica e quelle in grado di consentire la flessibilità del sistema, soprattutto nel settore dell’energia elettrica. In questo ambito vanno valutate l’adeguatezza delle risorse, considerando il contesto regionale e le potenzialità effettive degli interconnettori e delle capacità di produzione nei paesi limitrofi.
Altro punto da chiarire è il ruolo del gas e la sua compatibilità con il processo di decarbonizzazione indicato dal paese, anche alla luce del programmato abbandono graduale degli impianti a carbone.
Mercati gas ed elettricità
La Commissione chiede all’Italia di fissare obiettivi, tappe e calendari chiari per la realizzazione delle riforme programmate dei mercati dell’energia, in particolare per quanto riguarda i mercati all’ingrosso del gas naturale e il funzionamento dei mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas. Peraltro non viene chiarito, secondo Bruxelles, l’impatto che il capacity market potrà avere sui prezzi dell’energia elettrica.
Altre raccomandazioni
Le raccomandazioni della Commissione poi toccano il finanziamento della ricerca in campo energetico che ha bisogno di politiche e misure adeguate, così come si richiede di definire le azioni per eliminare i sussidi all’energia e in particolare alle fonti fossili.
Saranno poi necessari, secondo la Commissione, confronti con i paesi limitrofi e del CESEC (Central and South-Eastern Europe Gas Connectivity) per valutare le potenzialità transfrontaliere, soprattutto nell’Adriatico, in grado di ridurre la CO2 della regione e sfruttare la cooperazione mediterranea.
Oltre ad un approfondimento delle analisi riguardo gli effetti delle politiche sulla qualità dell’aria e sulle emissioni atmosferiche, un’altra richiesta è di integrare meglio l’aspetto della transizione giusta ed equa, illustrando in maggior dettaglio gli effetti degli obiettivi, delle politiche e delle misure previsti su società, occupazione, competenze e distribuzione del reddito.
Infine, va affrontata ancora con più forza la povertà energetica, indicando obiettivi misurabili e dettagli sulle risorse finanziarie destinate all’attuazione di tali politiche, come richiesto dal regolamento europeo 2018/1999.
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