Le vie della transizione energetica e della decarbonizzazione sono infinite. Una voce a cui si pensa poco, ma che potrebbe svolgere un ruolo interessante è quella dell’efficientamento dei condizionatori d’aria in autovetture, furgoni, autobus e camion merci, un comparto collettivamente noto come aria condizionata mobile (MAC o Mobile Air Conditioning).
Di questo tema si è recentemente interessata l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), secondo cui l’aria condizionata su quattro ruote consuma oltre 1,8 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, pari a più dell’1,5% del fabbisogno mondiale di greggio.
Secondo la IEA, la MAC assorbe circa il 6% dell’energia utilizzata ogni anno dagli autoveicoli nel mondo, con emissioni di gas serra di 420 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, pari a oltre l’1% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia. Il consumo di energia della MAC è responsabile di circa il 70% di tali emissioni, mentre le esalazioni di gas serra provocate dalle perdite di refrigerante rappresentano il 30%.
Il carburante che un veicolo consuma mediamente ogni anno per alimentare l’aria condizionata varia a seconda del paese.
Secondo l’agenzia, tale quota è generalmente più bassa al nord e più alta al sud, ed è compresa grossomodo tra il 3% dei climi più freddi e il 20% dei climi più caldi. E in momenti di traffico congestionato, nei climi caldi, il consumo di carburante per la MAC può toccare anche picchi del 40% del fabbisogno complessivo di un veicolo.
Questo è un dato rilevante, soprattutto in vista di una sempre maggiore elettrificazione della mobilità. Per i veicoli elettrici, infatti, la MAC può ridurre l’autonomia di guida fino al 50% nei giorni caldi e umidi.
Cosa fare per ridurre l’impatto del consumo di energia legato all’aria condizionata nei veicoli?
Secondo la IEA, senza ulteriori interventi dei legislatori che obblighino l’adozione di nuovi refrigeranti più avanzati, entro il 2050 il consumo di energia MAC potrebbe superare 5,7 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, più che triplicando il fabbisogno energetico attuale.
Tale impennata dei consumi per la climatizzazione su gomma sarebbe guidata soprattutto dal previsto aumento delle autovetture su strada, che balzeranno da circa 1 miliardo di oggi a oltre 2 miliardi fra circa 30 anni, periodo fra l’altro che vedrà una quota sostanziale della crescita veicolare avvenire nei climi più caldi.
L’altro fattore che alimenterà il rialzo dei consumi per l’aria condizionata nei veicoli è, in un perfetto circolo vizioso, l’aumento complessivo previsto delle temperature ambientali globali, che determinerà un’ulteriore domanda di condizionamento dell’aria da parte di chi si sposta su quattro ruote.
Nello scenario base, senza ulteriori interventi politici ad hoc, sottolinea l’agenzia, affidandosi cioè alla sola elettrificazione dei veicoli, le emissioni di gas serra risultanti dall’uso di energia e dalle perdite di refrigerante potrebbero triplicare fino a 1.300 tonnellate di CO2 equivalente nel 2050.
Per contro, si fa notare, in uno scenario di condizionamento più efficiente, sebbene non ancora ottimale, i miglioramenti dell’efficienza energetica potrebbero limitare il consumo di energia entro il 2050 a 2,8 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno. Si tratterebbe di un consumo di meno della metà, rispetto a quello che si avrebbe nello scenario base, con un aumento comunque del 40% rispetto ad oggi.
Invece, se nello scenario sopra descritto si adotteranno refrigeranti a basso potenziale di riscaldamento globale – già disponibili in commercio – e una maggiore elettrificazione della flotta veicoli, alimentata da un mix energetico più rinnovabile, le emissioni di gas serra MAC potrebbero calare a 320 tonnellate di CO2 equivalente entro il 2050, cioè di oltre il 20% rispetto a quelle attuali.
Secondo la IEA, per efficientare su vasta scala i consumi MAC, si potrebbero includere livelli MAC specifici e vincolanti negli attuali standard di risparmio di carburante, ampliare i test di emissione dei veicoli rispetto a criteri di consumo MAC più efficienti e/o imporre standard minimi di prestazione per specifici componenti di condizionamento dell’aria.
L’agenzia internazionale sottolinea infatti che, attualmente, nessun paese al mondo regola direttamente l’efficienza energetica dell’aria condizionata su quattro ruote, anche se diversi paesi assegnano crediti sulle emissioni ai produttori per l’inclusione di tecnologie MAC ad alta efficienza energetica, che possono essere usati per raggiungere i loro obiettivi di efficienza o di emissioni di carbonio legate al carburante.
Nella visione della IEA, la politica è quindi chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nel limitare la crescita delle emissioni da aria condizionata su strada.
- Cooling on the Move (pdf)