La rivoluzione necessaria in edilizia

Per ridurre i consumi energetici in Italia si dovrà intervenire in modo radicale nel settore dell'edilizia sviluppando incentivi efficaci, nuovi modelli di ristrutturazione dell'edificio, integrazione di rinnovabili e digitalizzazione.

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Nel Piano Energia Clima inviato a Bruxelles all’inizio di gennaio ai sensi dell’Accordo di Parigi, si prevede che i consumi energetici finali italiani possano ridursi del 10% passando dai 116 Mtep del 2016 a 104 Mtep nel 2030.

Un ruolo importante avranno gli interventi nel settore dell’edilizia per i quali alla fine del prossimo decennio è previsto un calo dei consumi di 3,3 Mtep nel residenziale e di 2,4 Mtep nel terziario.

Incentivi e investimenti per un’edilizia efficiente

Sul fronte degli strumenti utilizzabili, il Piano prevede una rivisitazione delle detrazioni fiscali ottenuta abbinando gli interventi di efficientamento con quelli di ristrutturazione. Si prevedono investimenti per un centinaio di miliardi al 2030, con un impegno dello Stato del 50% a fronte di risparmi cumulativi di 18 Mtep.

Il Conto Termico dovrebbe invece essere specializzato per gli interventi di riqualificazione degli edifici pubblici e del terziario consentendo un risparmio cumulato alla fine del prossimo decennio di 3,8 Mtep.

Sono previste poi ulteriori forme di sostegno come il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, da lungo atteso, che si dovrebbe poter utilizzare a partire da quest’anno mobilitando investimenti per 0,8 miliardi di euro. Il Fondo, rifinanziato, potrebbe consentire di ottenere risparmi cumulativi di 2,7 Mtep al 2030.

Queste forme di incentivazione dovrebbero contribuire a tagliare del 30% entro la fine del prossimo decennio le emissioni di gas climalteranti connesse ai consumi energetici del settore civile.

Ma il percorso di riduzione deve essere visto all’interno di un processo di decarbonizzazione di lungo periodo che abbini misure di efficienza e uso delle rinnovabili.

La Direttiva 844 del 2018, che dovrà essere recepita entro marzo 2020, prevede, infatti, che vengano elaborate strategie di efficientamento del settore civile in grado di ridurre entro il 2050 dell’80-95% le emissioni del settore civile rispetto ai valori del 1990.

E proprio la radicalità dello sforzo che ci aspetta merita qualche riflessione.

La deep renovation

Nel Piano Energia Clima, infatti, la riqualificazione spinta degli interi edifici, la “Deep Renovation” in grado di ridurre drasticamente i consumi, viene citata, ma non come la via maestra in uno scenario di decarbonizzazione.

C’è poi l’importante aspetto degli incentivi necessari per estendere su larga scala il risanamento di immobili e quartieri. Questa criticità potrebbe essere risolta con l’introduzione di nuovi modelli di intervento, facilitati dalla digitalizzazione e dalla industrializzazione, in grado di portare a riduzioni di costi e tempi di intervento indispensabili per la gigantesca operazione di riqualificazione del patrimonio edilizio nel corso di un trentennio. Sperimentazioni internazionali hanno infatti messo in evidenza come i costi possano essere dimezzati.

Un esempio molto citato è quello del migliaio di interventi dell’esperienza olandese di Energiesprong, un modello che consente di azzerare i consumi dei fossili senza alcun contributo economico da parte degli inquilini grazie alla valorizzazione dei risparmi di energia e dei costi degli interventi.

Un altro segnale interessante delle possibili evoluzioni del comparto dell’edilizia viene dal Governo inglese che lo scorso anno ha lanciato un programma di 420 milioni di sterline per verificare, entro il 2025, la possibilità di dimezzare i tempi di costruzione e di ridurre di un terzo i costi.

Tutte queste esperienze dovrebbero farci riflettere sulla necessità di organizzare un adeguato sostegno al comparto italiano delle costruzioni mettendolo in grado di affrontare con efficacia le nuove sfide in arrivo.

Edilizia sostenibile e valore dell’immobile

Gli edifici efficienti hanno anche un maggiore valore sul mercato. Un’indagine europea ha evidenziato come il prezzo degli appartamenti a basso consumo di energia sia superiore del 3-8% rispetto alla media di edifici della stessa fascia, con affitti più alti del 3-5%.

Ma ci sono altri parametri, oltre alla riduzione dei consumi, che andrebbero considerati e che il mercato apprezza sempre di più. Parliamo delle caratteristiche dei materiali da costruzione, del risparmio idrico, del miglioramento della qualità ecologica degli interni, tutti elementi certificabili grazie ad appositi protocolli che si stanno diffondendo in ambito internazionale.

Una recente ricerca realizzata da Rebuild ha consentito di verificare un incremento del 7% e 11% del valore di immobili italiani certificati LEED, in funzione del livello Gold e Platinum raggiunto, rispetto ad analoghi edifici di riferimento.

Edilizia digitale e rinnovabili

Ma gli edifici del futuro svolgeranno anche nuovi ruoli in un mondo sempre più connesso, producendo quote elevate di energia e interagendo con una mobilità elettrica destinata ad esplodere nel prossimo decennio.

Lo scenario che si apre vedrà infatti un numero crescente di edifici dotati di impianti fotovoltaici (oggi in Italia sono 800mila e alla fine del prossimo decennio diventeranno 2 milioni), abbinati a sistemi di accumulo e a infrastrutture di ricarica.

Questi immobili potranno quindi dialogare con la rete elettrica fornendo servizi remunerati grazie alla modulazione dei propri consumi attraverso contatori intelligenti e a soluzioni Vehicle To Grid in grado di gestire flussi bidirezionali di energia dei veicoli elettrici in ricarica.

Una recente analisi svolta dalla Smart Electric Power Alliance sui programmi di Demand Response di 117 utility Usa ha evidenziato la disponibilità di 18.000 MW, dalla gestione della climatizzazione alla produzione di acqua calda, in relazione alle esigenze di flessibilità delle reti.

Nel prossimo futuro anche in Italia sarà possibile remunerare questi servizi, anche grazie ai 31 milioni di contatori intelligenti di seconda generazione che nel 2021 avranno sostituito quelli esistenti.

Insomma, si conferma il fatto che anche nel mondo dell’edilizia sarà coinvolto da profonde trasformazioni che potranno rappresentare stimolanti opportunità da cogliere.

L’articolo è stato pubblicato sul n.1/2019 della rivista “Il Pianeta Terra

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