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In Italia a marzo i prezzi elettrici al consumo sono aumentati il doppio della media Ue

La crescita è dell'82% su base tendenziale secondo i dati Eurostat. Le analisi del Centro studi Confartigianato.

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In Italia il prezzo dell’energia elettrica al consumo ha segnato un +82,3% a marzo su base tendenziale.

Si tratta di un ritmo doppio rispetto alla media registrata nella zona Euro, mentre in Germania i prezzi sono saliti del 17,6% e in Francia del 6%, secondo gli ultimi dati Eurostat riportati dal Centro studi Confartigianato.

Il mix di generazione elettrica, evidenzia una nota di Confartigianato, è alla base del divergente andamento dei prezzi al consumo dell’elettricità riscontrato nei maggiori paesi europei.

Le principali economie europee, infatti, hanno reagito in modo diverso alle impennate dei prezzi del gas, si spiega: a gennaio 2022, sul totale di energia elettrica prodotta nei dodici mesi, in Germania il 42,6% proveniva dalle rinnovabili, il 29,2% dal carbone, il 14,9% dal gas e il restante 11% dal nucleare.

In Francia ha dominato il nucleare, con il 67,4% della produzione di elettricità, seguito dalle rinnovabili con il 23,3%, mentre il gas era fermo al 5,8%.

Al contrario, il nostro Paese è molto più esposto alla bolla dei prezzi del gas, perché questo combustibile fossile continua a produrre quasi metà (48% a gennaio) della nostra energia elettrica, più delle rinnovabili (41%), mentre carbone e petrolio non sono andati oltre, rispettivamente, al 5,4% e 3,6%.

Eurostat ha rimarcato che l’Italia, a livello Ue, è il Paese che ha la quota più elevata di gas nel mix energetico complessivo, il 40% (dato 2020) a fronte di una dipendenza dalle importazioni del 93-94% rispettivamente nel 2020-2021.

Anche l’analisi della tendenza nell’ultimo anno, prosegue Confartigianato, mostra ampie differenze tra i maggiori Stati membri Ue.

Sul fronte delle rinnovabili, la produzione eolica è calata in Francia (-8,9%) e Germania (-5,7%), mentre è in controtendenza in Italia (+5,6%). La produzione da fotovoltaico è salita del 13% in Francia e del 4% in Germania, mentre è rimasta piatta (+0,8%) in Italia. I fenomeni di siccità hanno determinato una diffusa riduzione di produzione di energia idroelettrica.

Intanto in Germania, la produzione di elettricità con il carbone, oltre ad avere un peso più elevato, è cresciuta molto nell’ultimo anno (+20% circa). La Francia, pur registrando un contributo del carbone più limitato, ha aumentato del 61,5% la produzione questa commodity.

Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno, hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del Pil. In chiave territoriale, l’incremento di spesa più elevato è stato in Lombardia con 939 milioni € in più, seguita da Lazio e Sicilia con rispettivamente 534-464 mln €.

L’estensione di queste tendenze sul mercato elettrico delle imprese determinerebbe una perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona. Oggi l’82,3% in più.

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