In Africa si punta sul micro-solare diffuso per quattro milioni e mezzo di persone

La Banca africana per lo sviluppo ha approvato un piano finanziario per supportare gli investimenti in generazione distribuita con micro-impianti FV nell’area sub-sahariana.

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Possono bastare 45 MW totali di nuova potenza installata nel fotovoltaico per portare  un minimo di elettricità a circa 4,5 milioni di persone che vivono senza un collegamento alla rete in Africa.

Questo è il traguardo del programma finanziario multinazionale appena approvato dalla Banca africana per lo sviluppo (African Development Bank) per elettrificare entro il 2025 circa 900.000 abitazioni in vari paesi, tutte sprovviste di una connessione alle infrastrutture energetiche tradizionali.

Il piano è rivolto alle società specializzate nelle soluzioni per la produzione diffusa di energia elettrica, le Distributed Energy Service Companies (DESCOs), attraverso nuovi meccanismi per finanziare le loro attività nei diversi mercati e ridurre il rischio per gli istituti di credito che prestano il denaro a queste società a livello locale.

Novecentomila abitazioni, quattro milioni e mezzo di persone, 45 MW di fotovoltaico: più precisamente, si tratta di realizzare tantissimi micro-impianti di generazione solare distribuita nei villaggi dell’Africa sub-sahariana, una delle zone del Pianeta maggiormente colpite dalla “povertà energetica”, cioè dalla mancanza di un accesso universale alla corrente elettrica.

Impianti da poche decine di watt che consentiranno di utilizzare servizi basilari come accendere qualche lampadina led e ricaricare il cellulare.

La povertà energetica, infatti, è molto diffusa in Africa e in altri continenti per diversi motivi, tra cui la lontananza dei centri rurali dalle linee di trasmissione/distribuzione dell’energia e la difficoltà a ottenere risorse economiche da investire in tecnologie “off-grid”, come le micro-reti indipendenti alimentate con fonti rinnovabili, ad esempio con sistemi di pannelli solari e generatori diesel di emergenza/backup.

Con il progetto della Banca africana per lo sviluppo, quindi, si punta a sbloccare investimenti privati per promuovere l’installazione e l’utilizzo di mini-impianti solari domestici anche grazie ai metodi di pagamento pay-as-you-go che permettono alle famiglie a basso reddito di usufruire dell’energia elettrica prodotta con i pannelli fotovoltaici, pagando di volta in volta solamente quella prelevata, anche in minime quantità per gli impieghi più basici (illuminazione, ricarica dei telefoni cellulari, accensione di piccoli elettrodomestici).

Per attuare il programma finanziario, si legge in una nota, la Banca africana potrà contare su 50 milioni di euro come struttura di garanzia, oltre ai 6 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (European Fund for Sustainable Development) per le attività di assistenza tecnica.

Ricordiamo che il 2018, secondo le statistiche diffuse qualche mese fa da Wood Mackenzie Power & Renewables, è stato l’anno record per gli investimenti privati nelle tecnologie off-grid, con oltre 500 milioni di dollari, in crescita del 22% rispetto al 2017.

D’altronde, ricordava Wood Mackenzie, in tutto il mondo quasi un miliardo di persone vive senza un accesso all’elettricità e un altro miliardo non ha una fornitura stabile di energia.

Allora le opportunità di realizzare nuovi modelli di business sono enormi: ecco perché anche le grandi compagnie energetiche stanno investendo in tecnologie e soluzioni off-grid tramite acquisizioni di società specializzate nel settore, partnership strategiche, creazione di unità aziendali specifiche per il lancio di prodotti con il loro marchio.

Sono proprio quelle centinaia di milioni di potenziali clienti ad attirare l’attenzione delle aziende dell’energia su scala globale, spiegavano gli analisti di Wood Mackenzie; milioni di persone che non solo acquisteranno l’elettricità, una volta che vi potranno accedere con piccoli impianti domestici o mini-reti di comunità, ma saranno anche portate ad acquistare altri prodotti o servizi il cui utilizzo prima era precluso: luci, televisori, frigoriferi e così via.

L’obiettivo dovrà essere, concludiamo noi, un effettivo beneficio sociale per le comunità locali, e non solo un business per società nazionali o straniere che realizzeranno questi impianti o per chi finanzia questi interventi. Importante sarà anche garantire i servizi post-vendita/installazione.

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