Ilva all’idrogeno grazie al Recovery Fund?

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Il Pd ha presentato un documento dove propone di puntare sulla riconversione green a idrogeno dell'ex Ilva, utilizzando i finanziamenti europei.

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Azzerare l’uso di combustibili fossili nelle industrie “pesanti” (in primis le acciaierie) è una delle sfide più difficili della transizione energetica.

Non a caso, molte proposte su come utilizzare i prossimi finanziamenti europei del Recovery Fund e del Just Transition Fund, ruotano intorno alla possibilità di produrre acciaio “verde” cioè utilizzando energia elettrica e idrogeno da fonti rinnovabili, in modo da abbattere le emissioni inquinanti.

In Italia si sta puntando molto sul concetto di siderurgia green, soprattutto per la futura riconversione dell’ex Ilva di Taranto.

L’accoppiata “idrogeno e acciaio” compare nella bozza di piano per il Recovery Fund preparata dal MiSE (e il ministro Patuanelli in audizione alla Camera ha anche rilanciato l’idea dell’Italia come “hub” europeo dell’idrogeno).

Il ministero dello Sviluppo economico, in particolare, punta a spendere 1 miliardo di euro per una strategia dell’idrogeno, con cui realizzare grandi impianti di produzione/stoccaggio dell’idrogeno da fonti rinnovabili nelle aree industriali da riconvertire alle tecnologie pulite, come l’Ilva di Taranto.

Più in generale, si parla di un piano di rilancio da 5 miliardi di euro per la siderurgia sostenibile.

Per quanto riguarda Taranto, il Partito democratico ha diffuso un documento che propone di fare della città pugliese la “capitale del green new deal” puntando sulla riconversione a idrogeno dell’ex Ilva.

Così il PD chiede al governo (neretti nostri) “di dettagliare al più presto, e con la necessaria partecipazione dei cittadini e delle istituzioni locali, l’utilizzo del Just Transition Fund (di cui Taranto sarà uno dei principali progetti pilota) e del Recovery Fund per progettare la progressiva decarbonizzazione e il futuro di una fabbrica moderna, tecnologicamente avanzata, se possibile con riduzione del perimetro dello stabilimento rispetto a quello attuale”.

L’obiettivo, infatti, è “arrivare a una produzione finalmente compatibile con la salute umana e con l’ambiente, con l’utilizzo di tutte le tecnologie capaci di superare gradualmente la tradizionale produzione a ciclo continuo, utilizzando gas, preridotto e forni elettrici (che costituiscono una positiva transazione) e investendo anche sul fronte della produzione ad idrogeno, che appare sempre più come il futuro dell’acciaio, sempre garantendo, in questa fase di transizione, la tutela dell’occupazione […]”.

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel commentare l’iniziativa del PD sul fronte di Taranto, ha dichiarato in conferenza stampa al Nazareno (come riportato dall’agenzia Ansa) che “la decarbonizzazione di Ilva sarà tra le priorità del Recovery Plan italiano” e che “il governo investirà in questo progetto e se Mittal [ArcelorMittal, la società che gestisce l’impianto di Taranto] non dovesse essere d’accordo, troveremo altri interlocutori”.

Ricordiamo, infine, che in Svezia sorgerà la prima acciaieria-pilota che produrrà acciaio con energia elettrica e idrogeno privi di fonti fossili, con un’impronta di carbonio pressoché nulla.

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