In Svezia la prima acciaieria al mondo senza energie fossili

L'impianto pilota è un primo importante passo nella decarbonizzazione dell'industria siderurgica, oggi causa del 7% delle emissioni globali di gas serra.

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I piani per la siderurgia sostenibile e la decarbonizzazione dell’industria pesante in genere sono al centro dell’attenzione un po’ in tutta Europa, compresa l’Italia.

Stando alla bozza di piano del Governo, il nostro paese vorrebbe destinare all’acciaio verde 5 miliardi di euro, grazie alle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund.

E proprio in questo ambito si registra un’iniziativa significativa dalla Svezia, dove sorgerà la prima acciaieria pilota che farà completamente a meno dell’energia fossile.

“Oggi state gettando le basi che permetteranno all’industria siderurgica svedese di essere completamente priva di fossili e di biossido di carbonio nel giro di 20 anni“, ha dichiarato il Primo Ministro svedese, Stefan Löfven, presente al lancio dell’impianto HYBRIT (Hydrogen Breakthrough Ironmaking Technology) nel sito di Luleå.

L’impianto è una joint venture fra il gruppo siderurgico SSAB, la società mineraria LKAB e la utility energetica Vattenfall – tutte e tre aziende svedesi con attività preminenti nel paese scandinavo.

“Insieme possiamo ricostruire la Svezia come la prima nazione del benessere senza fossili al mondo”, ha aggiunto Lövfen.

La tecnologia HYBRIT mira a sostituire il carbon coke, tradizionalmente necessario per la produzione di acciaio a base di minerale, con elettricità e idrogeno privi di fonti fossili. Ne dovrebbe risultare la prima tecnologia siderurgica al mondo con un’impronta di carbonio praticamente inesistente.

“L’impianto pilota avrà un ruolo decisivo nel potenziamento della tecnologia per l’utilizzo su scala industriale. L’ossigeno presente nel ferro è l’ostacolo maggiore e dobbiamo eliminarlo”, ha detto Jan Moström, amministratore delegato di LKAB, a The Barents Observer.

Le operazioni minerarie in profondità dell’azienda stanno già testando veicoli elettrici con l’obiettivo di sostituire tutte le macchine a gasolio entro il 2030.

“Abbiamo la possibilità di rivoluzionare l’intera industria siderurgica e di dimostrare che emissioni nette pari a zero sono possibili. Dobbiamo cogliere questa opportunità”, ha dichiarato Martin Lindqvist, ad di SSAB.

Se l’impianto pilota avrà successo, SSAB prevede la piena operatività sul mercato entro il 2026, di essere completamente libera da fossili entro il 2045 e di riuscire a sfruttare la spinta della domanda globale di prodotti rispettosi del clima da parte della green economy.

L’obiettivo legato alla tecnologia HYBRIT è di ridurre le emissioni di CO2 della Svezia del 10% e della Finlandia del 7%.

In Italia, intanto, non più tardi di qualche giorno fa, i giganti italiani dell’energia, e cioè Enel ed Eni, nell’illustrare dal loro punto di vista le priorità relative al Recovery Fund durante delle audizioni alla Camera, hanno menzionato la necessità di puntare anche sul produrre energie rinnovabili per fornire idrogeno all’Ilva di Taranto, idea citata anche nel piano dell’esecutivo per usare i fondi di Next Generation Europe.

Proprio questo progetto figura al quarto posto fra i 10 investimenti prioritari indicati da Enel, dopo quelli per “Accelerazione Verde, Circular Power Plants e Gigafactory Fotovoltaica”.

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