Quali misure servono per affrontare l’emergenza climatica?
Il tema sta interessando anche la politica italiana con una serie di mozioni presentate sia dalla maggioranza sia dai partiti di opposizione, approvate – in tutto o in parte – dal Senato per impegnare il governo ad agire sul fronte dei cambiamenti climatici.
Così a Palazzo Madama è stata approvata per intero la mozione elaborata dalla maggioranza (vedi allegati in basso), la n. 194/testo 5, che chiede al governo di adottare diverse iniziative per diminuire le emissioni inquinanti e de-carbonizzare il mix energetico del nostro paese.
Si chiede, in particolare (neretti nostri in tutte le citazioni) di “rafforzare le misure contenute nel piano nazionale integrato per l’energia e il clima per dare piena attuazione agli impegni adottati nell’ambito dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”.
Un punto importante riguarda la “progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) […] attraverso un percorso di transizione che contempli ipotesi alternative e compensative con carattere di sostenibilità, come previsto dall’art. 1, comma 98, della legge di bilancio per il 2020 […], con l’obiettivo di salvaguardare, innovare e rafforzare le attività produttive collegate, con misure volte alla loro conversione ecologica, a cominciare dall’agricoltura”.
Si vuole impegnare poi il governo a “favorire la transizione verso un sistema di trasporto pubblico e privato sostenibile con l’obiettivo della completa decarbonizzazione (emissioni zero) del settore” e a sostenere “ogni iniziativa finalizzata alla decarbonizzazione dell’economia fissando come obiettivo l’impatto climatico zero entro il 2050, come indicato dalla strategia a lungo termine dell’Unione europea per la riduzione delle emissioni di gas serra” (vedi qui la recente proposta di legge spagnola).
Approvate anche alcune parti delle mozioni presentate da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Nella discussione a Palazzo Madama è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ricordando che l’Europa chiede di utilizzare i finanziamenti post-Covid per attivare misure green, perché “per ogni posto di lavoro prodotto dal fossile, con il green si producono dai tre ai cinque posti di lavoro”.
Poi Costa ha dichiarato che l’Italia è pronta a rendere il PNIEC “ancora più ambizioso in relazione allo studio di impatto che l’Unione europea depositerà a settembre in ordine al piano di decarbonizzazione del 2050”.
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