Gas, per l’Ad di Enel rincari ingiustificati e TTF “poco credibile”

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A margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, Francesco Starace ha indicato che la sfida maggiore potrebbe non essere per questo inverno ma per il prossimo e ha parlato anche della tassa sugli extraprofitti delle società energetiche.

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La dipendenza dell’Europa dal gas metano è “insensata“, una maggiore autonomia dai combustibili fossili è assolutamente possibile e rappresenta un’opzione migliore nel lungo periodo, mentre l’impennata dei prezzi sulla borsa olandese del gas non è giustificata dall’andamento di domanda e offerta ma è alimentata da una dinamica “quasi da psicoanalisi”.

Sono alcune delle dichiarazioni che l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha fatto a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbioo (raccolte da alcune testate e agenzie di stampa, fra cui l’americana CNBC e Radiocor).

“Credo che finalmente abbiamo capito quanto eravamo legati al gas, quanto sia insensata questa dipendenza e come possiamo rimediare“, ha detto Starace alla CNBC.

Rispondendo alla domanda secondo cui, per alcuni, il petrolio e il gas saranno fondamentali nei prossimi 25 anni, l’Ad di Enel ha detto che “non sono assolutamente d’accordo, perché questa è una visione che viene da, diciamo, 15 anni fa. Era sbagliata all’epoca? No, non lo era. Ora è sbagliata. L’economia può funzionare molto meglio, facendo meno affidamento sui combustibili fossili, di quanto si pensi. Ci vorranno forse altri due anni prima che tutti lo capiscano, ma ci siamo”.

Stoccaggi e inverno 2023-24

Con l’avvicinarsi dei mesi più freddi, i Paesi europei hanno cercato di riempire il più possibile gli stoccaggi di gas e secondo Starace i depositi sono “abbastanza pieni“. Ricordiamo che gli stoccaggi possono coprire circa un quarto della domanda complessiva annuale di gas dell’Ue.

“Ci sono molti studi che dimostrano che con alcuni sacrifici, [come] due gradi di temperatura in meno e un po’ di attenzione ai consumi di gas… l’Europa può superare questo inverno. [Ma] quando arriveremo alla primavera del 2023 con le riserve completamente esaurite e col gas che non scorre ancora, l’Europa sarà in grado di ristabilire gli stoccaggi, con tutti i rigassificatori galleggianti e l’energia proveniente da altre parti del mondo? Credo che questa sarà la grande sfida“.

Mercato olandese Ttf e price cap

L’indice Ttf di Amsterdam “è impazzito nel momento in cui si è capito quello che stava succedendo in Russia, ma non riflette una tensione fra domanda e offerta”, ha affermato Starace, riferendosi al mercato europeo di riferimento per le contrattazioni spot e a breve termine sul gas metano.

“Quello che abbiamo sempre cercato di ottenere è non tanto un tetto al prezzo del gas, ma un tetto alla volatilità dell’indice Ttf a cui il gas convenzionalmente viene legato in Europa. Noi compriamo gas dagli Stati Uniti, dall’Azerbaigian, dall’Algeria e non lo compriamo con delle formule che hanno il Ttf come parametro e sappiamo cosa costa,” ha sottolineato il top manager di Enel.

“Il prezzo del gas in Europa negli ultimi sette anni ha oscillato mediamente fra i 20 euro e i 30 euro al MWh, 20 quando era a buon mercato e 30 quando costava tantissimo. Oggi abbiamo una situazione in cui questi numeri sono moltiplicati per dieci. È vero che il gas costa così tanto? La risposta è no. Non costa per niente così tanto”, ha continuato Starace.

“Si è iniziato a capire circa un anno fa, quando il gas costava 80 euro per poi arrivare a 300 euro, che aveva cominciato a infilare all’interno dei meccanismi che fissano il prezzo convenzionale del gas in Europa delle considerazioni di rischio geopolitico che nulla hanno a che fare con il prezzo del gas,” ha affermato Starace.

Il Ttf “non riflette più da molto tempo la tensione fra domanda e offerta, non ha nulla a che vedere con il prezzo della materia prima che viene comprata. Ha semplicemente una valenza, quasi da psicoanalisi, per quanto riguarda la percezione del rischio che esiste in Europa sulle forniture di gas dalla Russia”, ha continuato.

Legare il prezzo del gas di tutta Europa a questo indice “è un errore. È una guerra che non possiamo vincere, visto che la leva dall’altra parte è infinita”, ha affermato il capo della maggiore utility elettrica italiana.

Per contro, “porre un cap alla volatilità di questo indice sarebbe una soluzione. Non appena in Europa se n’è iniziato a parlare seriamente il prezzo è sceso da 300 a 200 (anche se oggi è risalito a oltre 266 euro/MWh, ndr), che comunque non è un prezzo ma una follia. Non so quanti siano i contratti di acquisto di gas legati al Ttf, noi non ne abbiamo, ma credo convenga a tutti smettere di giocare a farsi del male. Questo indice non ha più una credibilità e non c’è niente di sbagliato nel cercare di metterlo un pochino in sesto”, ha detto Starace.

Extraprofitti

Quanto agli extraprofitti delle società energetiche, “il tema è capire dove sono prima di volerli tassare, perché se non si capisce dove è il bersaglio si spara a casaccio e il risultato è quello che è. Noi abbiamo pagato 50 milioni di euro, che è l’acconto, e finiremo per pagare 70 milioni di euro, che è la cifra totale. Questo ci risulta di dover pagare, non abbiamo mai fatto opposizione a questo”, ha detto Starace, riferendosi al meccanismo fiscale attuato recentemente dal governo italiano, di cui abbiamo parlato più diffusamente in un precedente articolo e che ha dato finora risultati deludenti e potenzialmente distorti.

“Però, se c’è una delusione sul gettito complessivo di questa tassa significa due cose: o non c’è un extra profitto come si pensava o la tassa è stata fatta là dove non andava fatta e questi extra profitti non sono stati versati. Non abbiamo avuto extra profitti, lo abbiamo detto tante volte”, ha concluso Starace.

Conclusioni (di chi scrive)

Rispetto alle critiche di Starace sulle dinamiche di formazione dei prezzi, vale la pena ricordare che se il Ttf incorpora nelle quotazioni anche delle considerazioni di carattere squisitamente geopolitico, sta in realtà semplicemente svolgendo il compito che è stato assegnato a questo tipo di attore nell’ambito di un’economia di mercato.

Sicuramente si può e si deve cambiare, per esempio, il modo in cui si determinano i prezzi sul mercato elettrico, che è attualmente incentrato sul prezzo marginale del gas, ma sarebbe sbagliato agire “di pancia” e tentare di prendere scorciatoie troppo basate sulle soluzioni dai piedi d’argilla dei tetti di prezzo e delle quotazioni amministrate per decreto.

Pur essendoci elementi speculativi nelle dinamiche di prezzo – di qualunque mercato – molti cosiddetti “speculatori” sono semplicemente operatori di mercato che svolgono un compito essenziale per il buon funzionamento dei mercati stessi, e cioè la “scoperta” del prezzo più consono per le varie scadenze, la ricerca e lo svelamento di possibili inefficienze e colli di bottiglia, anche geopolitici, lungo le varie filiere, lo smascheramento di eventuali bluff da parte di altri attori del mercato.

Tutto ciò, nel medio-lungo termine, fa funzionare meglio i mercati, non peggio, con vantaggi che, sebbene non uguali per tutti, beneficiano un po’ tutti.

Tali operatori possono anche sbagliarsi e la somma delle loro azioni può anche sembrare da psicoanalisi nel breve termine – ma a meno di non voler smentire decenni di lezioni imparate dalla storia e tornare verso un’economia dirigista di tipo sovietico o cinese, non si possono prendere troppo alla leggera gli appelli al price cap. Lo stesso Starace, per la verità, ha infatti parlato non tanto di un tetto al prezzo del gas, quanto di un tetto alla volatilità.

I segnali di prezzo da “psicoanalisi” che ci sta inviando il Ttf sono gli stessi che, seppur molto dolorosamente e nostro malgrado, ci stanno costringendo finalmente a prendere atto che la volatilità e la dipendenza dalle fonti fossili è “insensata”, e che – forse, auspicabilmente – accelereranno finalmente quella transizione verso le rinnovabili che non abbiamo voluto con forza sufficiente negli ultimi 10 anni.

Da parte sua, commentando da Bali, in Indonesia, la possibilità che l’Unione europea introduca a breve dei tetti di prezzo per il gas e l’elettricità, lo stesso responsabile Ue per il clima e il Green Deal, Frans Timmermans, ha detto che “nulla è escluso in questo momento. Stiamo preparando tutto questo, ma dobbiamo assicurarci che ciò che facciamo non crei più danni di quanti ne aiuti ad affrontare il problema”.

“Quindi dobbiamo essere estremamente cauti. Ci sono voluti 30 anni per costruire i mercati energetici, quindi dobbiamo assicurarci di affrontare il problema di oggi senza creare problemi a lungo termine”.

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