Al G20 clima ed energia di Napoli un primo accordo sulla finanza sostenibile

Oggi, 23 luglio, si discuterà di energia e clima. Il rischio però è di fare ancora molto greenwashing e pochi fatti.

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Biodiversità, uso efficiente delle risorse e finanza sostenibile.

Sono le tre macro aree tematiche lungo le quali si sviluppa il primo documento approvato ieri, 22 luglio, dai ministri riuniti nel G20 di Napoli,  l’appuntamento internazionale presieduto dall’Italia in corso nella città campana.

Il Communiqué, “che per la prima volta mette nero su bianco il valore di questi temi”, ha commentato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, conferisce un ruolo importante anche all’inclusione dei giovani nei processi decisionali legati alle questioni ambientali.

In particolare, i grandi dell’economia mondiale sottolineano l’importanza di rafforzare gli investimenti nelle attività del capitale naturale, promuovere sinergie tra i flussi finanziari destinati al clima, alla biodiversità e agli ecosistemi e allineare gli investimenti verso lo sviluppo e la crescita sostenibili, grazie anche al lavoro del Sustainable Finance Working Group del G20.

Oggi, 23 luglio, il tema in agenda è più ostico: il clima e le misure di contrasto al riscaldamento globale. Vedremo se anche in questo caso i ministri riusciranno a trovare un’intesa.

Di seguito alcuni dei punti salienti del comunicato sull’Ambiente (allegato in basso).

Città sostenibili

Il documento riconosce il ruolo delle città come traino dello sviluppo sostenibile, anche attraverso modelli di consumo e produzione sostenibili, basati sull’economia circolare.

I ministri incoraggiano inoltre gli sforzi per mettere in atto strumenti e incentivi pertinenti che possano supportare le città nella loro transizione verso un modello sostenibile.

I firmatari si impegnano inoltre a sostenere le città nei loro sforzi per migliorare in questi ambiti.

Biodiversità

I grandi del mondo hanno discusso e condiviso i risultati del recente rapporto Ipbes e Ipcc sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico  (vedi link).

Sulla scia di questa prima collaborazione tra le due massime autorità scientifiche internazionali, il G20 ha anche approvato la proposta di istituire un workshop sulle Nature-based Solutions (NBS) e gli Ecosystem-based Approaches (EBAs) per condividere esperienze, casi studio, storie di successo, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul potenziale dei due approcci per affrontare le questioni del clima, della natura e del degrado del suolo.

Network esperti Unesco

Presentato e lanciato dalle maggiori economie del mondo il Network mondiale di esperti qualificati in campo ambientale.

Il Network, ideato dall’Italia, servirà per avviare uno strumento di capacity building mondiale per aiutare gli enti gestori di aree protette e territori di eccellenza e ad elevato valore naturalistico riconosciuti dall’Unesco, in ogni regione continentale, attraverso azioni di conservazione, salvaguardia, gestione e formazione.

Obiettivo del Network è, perciò, quello di sviluppare sul campo, a favore dei siti Unesco che ne faranno richiesta, interventi puntuali per assicurare supporto tecnico specializzato in materia di conservazione e salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; prevenzione, mitigazione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici; formazione; educazione e divulgazione ambientale a favore di giovani e comunità.

Cambiamento climatico al G20: le critiche di Legambiente

Sul G20 sono arrivate le prime critiche dal mondo ambientalista. Per Legambiente, infatti, l’emergenza climatica è sempre più grave: in Italia, da inizio 2021 fino a metà luglio, sono stati registrati 208 fenomeni meteorologici intensi tra allagamenti dovuti a piogge intense, trombe d’aria, esondazioni fluviali e siccità.

Per contrastare la crisi climatica e accelerare la transizione energetica – argomenta l’associazione in una nota stampa – servono scelte chiare e radicali: dallo stop ai sussidi alle fonti fossili all’approvazione di un Pniec più ambizioso e in linea con i nuovi obiettivi europei, da un piano nazionale per l’economia circolare e per l’adattamento climatico a più aree protette entro il 2030.

Ancora più nette altre fonti secondo cui si paventa molto greenwashing e pochi fatti. Per l’Italia il problema, dicono, è questo governo che solo poche ore prima del G20 ha rilanciato la ricerca di idrocarburi nel nostro territorio e nei nostri mari. L’unica scelta coerente sarebbe stata invece spingere su efficienza energetica e fonti rinnovabili, al palo da alcuni anni, e bloccare ogni nuova infrastruttura per le energie fossili.

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