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La scelta europea per batterie più green è anche per la sicurezza energetica

Raggiunto un accordo preliminare Parlamento-Consiglio Eu sul nuovo regolamento delle batterie. Si punta molto su raccolta e riciclo per ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime.

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Facili da sostituire, realizzate con determinate percentuali di materiali riciclati, dotate di etichette e codici QR con tutte le informazioni su capacità, durata, composizione chimica.

Così le batterie diventeranno più green: venerdì scorso, 9 dicembre, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo preliminare sul nuovo regolamento europeo per le batterie, proposto dalla Commissione nel 2020.

È una tappa importante, perché la Ue sta cercando di ritagliarsi uno spazio più grande nella filiera industriale della battery economy, finora dominata dalle aziende asiatiche.

Si punta a produrre il più possibile “in casa” le batterie, aumentando i tassi di recupero e riciclo dei principali componenti (litio, cobalto e così via), al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime.

Tutto ciò significa anche aumentare la sicurezza e indipendenza energetica del nostro continente: i dispositivi di accumulo elettrico, infatti, ci consentiranno di sviluppare tutto il potenziale delle fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico) e della mobilità elettrica (auto, furgoni, scooter, biciclette).

Ecco perchè si moltiplicano progetti e investimenti in grandi fabbriche per produrre e-o riciclare batterie.

Ad esempio, lo scorso maggio in Norvegia è entrato in attività un maxi impianto di riciclo di accumulatori per veicoli elettrici, in grado di processare circa 12mila tonnellate di pacchi-batterie ogni anno, recuperando intorno al 95% dei materiali tra cui plastica, rame, alluminio e la massa nera, un composto che contiene vari elementi chimici (litio, cobalto, manganese, nichel).

E anche in Italia ci sono iniziative interessanti: il Cobat, con il Cnr-Iccom, ha sviluppato un processo idro-metallurgico che permette di recuperare oltre il 90% dei metalli contenuti in una batteria al litio. Per approfondire si veda: La “seconda vita” delle batterie al litio sarà nel riciclo a basso costo

Il nuovo regolamento Ue copre tutto il ciclo di vita dei dispositivi di accumulo: estrazione e lavorazione di materie prime, design e progettazione, fine vita con recupero/riciclo.

Si applicherà a tutte le batterie vendute in Europa: non solo quelle portatili per cellulari, computer e altri apparecchi elettronici, ma anche quelle industriali e quelle usate su veicoli elettrici e mezzi di trasporto leggeri, come scooter e biciclette. Senza dimenticare le classiche batterie impiegate sui veicoli a combustione interna per il loro avviamento e funzionamento.

Tra i punti principali su cui si è raggiunto un accordo:

  • alcuni tipi di batterie, ad esempio quelle di auto e scooter elettrici e quelle industriali ricaricabili sopra 2 kWh di capacità, dovranno avere una etichetta che attesti la carbon footprint (impronta del carbonio), cioè le emissioni di CO2 associate al ciclo di vita del prodotto;
  • le stesse batterie di cui sopra, dovranno anche avere un passaporto digitale contenente informazioni sul modello e sulle sue caratteristiche;
  • entro tre anni e mezzo dalla entrata in vigore del regolamento, le batterie portatili, come quelle dei cellulari, dovranno essere fatte in modo tale che i consumatori le possano facilmente rimuovere e sostituire (in altre parole: stop ai dispositivi “chiusi” come gli iPhone).

Inoltre, i produttori di batterie presenti sul mercato europeo, dovranno sviluppare e implementare una politica di “due diligence”, in linea con gli standard internazionali, per affrontare i rischi sociali e ambientali correlati ai diversi stadi della filiera: reperimento di risorse e materie prime, lavorazione, commercializzazione.

Una fetta rilevante della nuova legislazione riguarda un approccio di economia circolare.

Innanzi tutto, sono previsti precisi target per la raccolta differenziata delle batterie esaurite: ad esempio, si dovrà recuperare il 45% delle batterie portatili entro il 2023, poi il 63% al 2027 e il 73% al 2030.

La raccolta dovrà essere gratuita per i consumatori finali, a prescindere dal tipo di batteria, dal suo stato e dalla marca.

Ci sono poi obblighi di utilizzare certe percentuali (crescenti nel tempo) di materiali riciclati nei nuovi accumulatori. Ad esempio, dal 2031 le batterie nuove dei veicoli elettrici dovranno avere il 16% di cobalto riciclato e il 6% di litio e nickel riciclati.

Entro dicembre 2030, inoltre, la Commissione europea valuterà se eliminare del tutto le batterie portatili non-ricaricabili.

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