Fonti fossili (gas compreso) e nucleare esclusi dai fondi Ue per la transizione energetica

Il Consiglio dell'Ue ha proposto un regolamento che non permette di finanziare combustibili fossili e centrali nucleari nell'ambito del Just Transition Fund.

ADV
image_pdfimage_print

Gas e nucleare tornano a far discutere le istituzioni europee, dopo i negoziati che hanno portato a definire la nuova legislazione sugli investimenti “verdi”.

Ora in ballo c’è la creazione del Just Transition Fund (JTF), il fondo per la transizione energetica “equa” proposto dalla Commissione europea nell’ambito del Green Deal e che ora Bruxelles vorrebbe potenziare con una dotazione complessiva pari a 40 miliardi di euro.

Il Consiglio dell’Ue – che riunisce i rappresentanti dei singoli governi nazionali e detiene il potere legislativo insieme al Parlamento Ue – ha appena approvato una proposta di regolamento per il Just Transition Fund che esclude esplicitamente il gas e il nucleare dalle tecnologie che possono ricevere supporto finanziario.

L’art. 5 del testo diffuso dal Consiglio dell’Ue, infatti, stabilisce che il fondo per la transizione equa non dovrebbe supportare, tra le altre cose, “lo smantellamento o la costruzione di centrali nucleari” e “gli investimenti che riguardano la produzione, il trattamento, la distribuzione, l’immagazzinamento o la combustione di carburanti fossili”.

Una definizione molto ampia, quindi, che estromette anche il gas dai possibili finanziamenti.

Il JTF invece punta a favorire l’abbandono delle fonti fossili – carbone soprattutto – nelle regioni europee che sono rimaste più indietro negli investimenti in tecnologie pulite.

Così il fondo supporterà progetti nelle energie rinnovabili, nella riduzione delle emissioni inquinanti, nella riconversione industriale, nella mobilità sostenibile, senza dimenticare l’economia circolare (riduzione di rifiuti, riciclo/recupero di materie prime) e la rigenerazione/decontaminazione di ecosistemi degradati.

Particolare attenzione sarà rivolta ai progetti destinati a riqualificare la forza lavoro in precedenza impiegata nei settori industriali da smantellare o riconvertire.

La posizione del Consiglio dell’Ue è in linea con quella espressa dalla Commissione europea; ma la proposta dovrà essere finalizzata dai negoziati tra Commissione, Parlamento e Stati membri.

Tra l’altro, resta da stabilire l’ammontare totale del denaro spendibile con il JTF.

In tema di gas e nucleare, è stato intanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il nuovo regolamento 2020/852 che istituisce la “tassonomia” che permette di distinguere gli investimenti sostenibili sotto il profilo ambientale da quelli che invece non lo sono.

E qui i combustibili fossili solidi, come il carbone o la lignite, sono esclusi, ma il gas e l’energia nucleare potrebbero essere potenzialmente etichettati come attività abilitanti o di transizione, se si rispetta il principio del “non fare danni significativi” contro il clima.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×