Fissare un obiettivo di elettrificazione al 35% del consumo energetico finale in tutta l’Ue entro il 2030; aggiungere un indicatore di elettrificazione ai piani nazionali per l’energia e il clima per misurare i progressi; intraprendere azioni concrete per accelerare l’elettrificazione dal punto di vista della rete, della forza lavoro e dei finanziamenti.
Questi i punti che dovrebbero entrare in un piano d’azione dedicato all’elettrificazione, da adottare nei primi 100 giorni del mandato della prossima Commissione Europea, secondo le richieste della Electrification Alliance (EA), coalizione che vede tra i suoi membri associazioni di produttori elettrici (Eurelectric, WindEurope, SolarPower Europe), contractor elettrici (EAEC), ambientalisti (European Climate Foundation, smartEn), associazioni delle pompe di calore (EHPA) e del rame ( European Copper Institute).
Oggi solo il 23% di tutta l’energia consumata in Europa è elettricità. La restante energia utilizzata per scaldare le case, far muovere i veicoli e alimentare le fabbriche viene in gran parte da fonti fossili. Questo deve cambiare, si spiega nel manifesto presentato dall’Alliance lunedì scorso, 23 ottobre (documento in basso).
Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, fino a tre quarti del consumo energetico finale in Europa sarà elettrificato direttamente o indirettamente, si spiega, ed entro quella data tutta questa elettricità dovrà provenire da fonti pulite. Tutti i modelli – leggiamo dal manifesto – mostrano che il tasso di elettrificazione dovrà raggiungere il 58-71% entro il 2050 affinché l’Europa possa realizzare un sistema energetico resiliente e climaticamente neutro.
Ma gli sforzi di elettrificazione dell’Ue stanno fallendo, secondo la Electrification Alliance. Ecco dunque l’invito a intervenire: serve “un piano d’azione dedicato all’elettrificazione, fissando un obiettivo di almeno il 35% entro il 2030” con ambizioni “definite a livello Ue che devono essere attuate a livello nazionale attraverso una pianificazione rigorosa”.
I Piani nazionali per l’energia e il clima, si auspica, dovrebbero includere e riferire su un indicatore nazionale di elettrificazione. La richiesta è che la Commissione raccomandi l’inclusione di questo indicatore nella revisione in corso dei Pniec. Allo stesso tempo, Bruxelles dovrebbe proporre formalmente l’aggiunta di questo indicatore nella legislazione sulla governance dell’Unione energetica.
Altre richieste riguardano la rete: il 40% della rete di distribuzione europea ha almeno 40 anni, si denuncia. “Come minimo, dobbiamo raddoppiare gli investimenti nelle nostre reti elettriche – a livello di distribuzione e trasmissione – per raggiungere i nostri obiettivi di sicurezza energetica e decarbonizzazione. Ma l’attuale sistema di pianificazione della rete è troppo a breve termine, scarsamente coordinato tra le autorità nazionali e dell’Ue e non sufficientemente focalizzato sull’ottimizzazione della rete”, si legge nel manifesto (si veda in proposito anche il recente rapporto Eea/Acer).
Inoltre, l’Europa deve rivedere la pianificazione delle proprie infrastrutture energetiche, a partire da una riforma immediata del regolamento TEN-E e dei processi del piano decennale per lo sviluppo della rete sia per i TSO che per i DSO.
Per quanto riguarda i finanziamenti, l’Ue deve sottoporre i progetti a un nuovo “test di elettrificazione”. Gli Stati membri e la Commissione, infatti, dovrebbero dare priorità all’elettrificazione diretta nell’assegnazione dei fondi esistenti (Innovation Fund, Connecting Europe Facility, Recovery and Resilience Facility) e anche il quadro finanziario pluriennale 2027-2034 dovrebbe integrare l’elettrificazione, si auspica.
Altri punti del manifesto parlano di aumentare il numero di lavoratori verdi e dotarli delle giuste competenze; “fondamentale”, poi, potenziare le catene di approvvigionamento, oltre a fornire supporto su costi di investimento per elettrificare i processi industriali e i consumi domestici.
Allo stesso tempo, Electrification Alliance esorta gli Stati membri a raggiungere un accordo sulla direttiva sulla tassazione dell’energia, affinché il carico fiscale si sposti dall’elettricità pulita verso i combustibili fossili. Il principio dell’efficienza energetica deve innanzitutto riflettersi nei nostri incentivi finanziari e nelle bollette energetiche, si spiega.
L’Europa, si sottolinea infine, deve attuare rapidamente e in modo corretto le norme esistenti e lo sviluppo di requisiti paneuropei di interoperabilità dei dati, per liberare tutto il potenziale della flessibilità dal lato della domanda.
- Il manifesto (pdf)