Sistema elettrico Ue, flessibilità da raddoppiare

Nuovi interconnettori, tecnologie di risposta alla domanda: come la rete elettrica europea deve crescere al 2030 per rispondere alle fluttuazioni delle rinnovabili, secondo il rapporto Eea/Acer.

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Il sistema elettrico europeo deve raddoppiare la sua “flessibilità” entro il 2030 per tenere il passo della crescita delle fonti rinnovabili intermittenti, come l’eolico e il fotovoltaico.

È il messaggio che arriva dal nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) e dell’Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (Acer), Flexibility solutions to support a decarbonised and secure EU electricity system”.

L’obiettivo per le rinnovabili al 2030, ricordiamo, è stato fissato al 42,5% del consumo finale lordo di energia dalla direttiva Red 3 approvata dal Parlamento e dal Consiglio Ue. Di conseguenza, la rete elettrica dovrà acquisire sempre maggiore capacità di adattarsi alle fluttuazioni della produzione e del consumo di energia (la flessibilità, per l’appunto).

La flessibilità, evidenzia il rapporto, può essere fornita in diversi intervalli di tempo, come giorni, settimane o stagioni e mediante diverse tecnologie.

Attualmente, gli impianti a gas “di punta” (cosiddetti gas peaker) forniscono gran parte della flessibilità, ma con la transizione all’energia pulita sono necessari altri tipi di risorse, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.

In particolare, è di fondamentale importanza migliorare l’interconnessione elettrica, costruendo più reti a livello transfrontaliero e potenziando la capacità della rete esistente.

Gli interconnettori, si spiega, facilitano il flusso efficiente di elettricità attraverso i vari paesi e la condivisione di energia rinnovabile, verso le aree in cui la domanda è più elevata, riducendo gli sprechi e i colli di bottiglia.

Altre misure indispensabili sono la cosiddetta “risposta alla domanda” e il risparmio energetico.

Per risposta alla domanda si intendono tutte quelle soluzioni e tecnologie smart che consentono di modificare i propri consumi (nelle abitazioni, nelle industrie e così via) adeguandoli alle esigenze della rete, come ad esempio la ricarica intelligente dei veicoli a batteria, l’autoproduzione elettrica e lo stoccaggio di elettricità.

Nel 2030, si legge nel documento Eea/Acer, una migliore risposta alla domanda e il risparmio energetico potrebbero ridurre la necessità di approvvigionamento elettrico da fonti diverse dall’eolico e dal solare di un importo equivalente al consumo di elettricità della Spagna nel 2022.

Per andare in questa direzione, è fondamentale consentire ai segnali di prezzo di guidare gli investimenti e il comportamento dei consumatori, tramite informazioni chiare e affidabili.

Il rapporto quindi invita gli Stati membri ad avviare valutazioni complementari a livello nazionale e comunitario delle esigenze di flessibilità (come attualmente discusso dai co-legislatori europei nelle riforme dell’assetto del mercato elettrico).

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