Effetto Covid nell’Oil&Gas: mai così pochi nuovi pozzi da inizio secolo

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Almeno fino a 2025, le trivellazioni non si riprenderanno. Il Nord America lì'area con il calo maggiore.

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Arriva un altro dato che mostra quanto duro la crisi da Covid 19 abbia colpito sulle fossili e sull’Oil&Gas in particolare: secondo Rystad Energy, il numero di pozzi perforati a livello globale dovrebbe raggiungere circa 55.350 quest’anno, il più basso almeno dall’inizio del secolo.

Si tratta di un calo del 23% rispetto 2019, quando si erano trivellati 71.946 pozzi. La previsione delle società di consulenza, che si estende fino al 2025, ritiene improbabile che si torni ai livelli pre-crisi.

Dei 55.350 pozzi del 2020, 2.238 sono offshore e 53.112 onshore. Prima che il Covid-19 colpisse, Rystad Energy si aspettava che fossero 74.575, di cui 2.896 in mare e 71.679 a terra.

Si prevede che le trivellazioni si riprenderanno in parte a poco più di 61.000 nel 2021, poiché i governi allenteranno le restrizioni ai viaggi, aumentando la domanda e i prezzi del petrolio. Quindi i numeri saliranno ulteriormente a poco più di 65.000 nel 2022 e rimarranno appena al di sotto di 69.000 fino alla fine del 2025.

Il Nord America è probabilmente l’area più colpita: sebbene sia possibile un modesto recupero nel secondo semestre, per Rystad Energy l’attività di perforazione rimarrà di oltre il 50% inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

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