L’effetto Bargi sull’idroelettrico

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La ministra Calderone pensa a un tavolo con gli altri dicasteri. Pichetto Fratin: “Chiarire davvero cosa è successo”. Il dibattito alla Camera sulla sicurezza. Al Senato un Ddl su concessioni e manutenzioni fermo da un anno. Le associazioni rassicurano: “Nessuna emergenza”.

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Gettando un sasso in uno specchio d’acqua si genera una serie di cerchi concentrici che si allargano verso l’esterno. È un esempio per raffigurare ciò che comincia ad accadere dopo l’episodio della centrale idroelettrica di Bargi.

L’onda partita dalla provincia di Bologna con l’incidente di martedì, ad esempio, è arrivata nelle istituzioni, con i sindacati che hanno incontrato a stretto giro la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, per un primo confronto sull’accaduto.

La titolare del dicastero “si è detta disponibile a convocare a breve un tavolo sulla vertenza Enel e contestualmente a costituire, insieme ai ministeri competenti, un tavolo per affrontare il tema delle concessioni idroelettriche e della distribuzione”, spiega una nota della Cisl.

Proprio l’azione della ministra in tema di sicurezza del lavoro è stata richiamata ieri da Gilberto Pichetto Fratin (Mase), intervenuto nel corso del web-talk “Fonti alternative e climate change”.

“L’attenzione del Governo è massima con una serie di azioni che vanno in questa direzione” ma “dobbiamo fare tanti passi” perché, “al di là del caso specifico su cui non abbiamo tutti gli elementi, certamente l’Italia ha un tasso più elevato di incidenti e morti sul lavoro rispetto ad altri Paesi Ue”.

Per il ministro “negli ultimi decenni l’idroelettrico era considerato abbastanza sicuro quindi si dovrà chiarire davvero quello che è successo”.

Le reazioni alla Camera e il disegno di legge al Senato

Il 10 aprile, intanto, la commemorazione delle vittime in Parlamento ha dato luogo a un dibattito nell’aula della Camera in cui sono stati fatti diversi richiami sul tema degli appalti.

Secondo Stefania Ascari (M5S) “nei prossimi giorni capiremo bene cosa è successo nella centrale idroelettrica di Suviana e verranno accertate le responsabilità, ma un elemento è già emerso: gran parte di chi lavorava nella centrale era assunto da ditte appaltatrici”.

Per Matteo Richetti (AZ-PER-RE), inoltre, “quello che è successo a Bargi è anche dentro a una fatalità beffarda: quell’impianto, durante la sua vita ordinaria, non vede persone impiegate; è totalmente controllato da remoto”. Dunque, “dovremmo affrontare diversamente tutto il tema delle manutenzioni”.

“Da parte nostra – ha aggiunto Virginio Merola (PD-Idp) – riteniamo sia fondamentale comprendere bene, ad esempio, il meccanismo degli appalti, al di là delle polemiche”.

Passando al Senato si osserva che un’azione specifica per il settore idroelettrico e per le relative manutenzioni era già stata fatta lo scorso anno. In particolare, il 2 marzo 2023 è stato assegnato alla commissione Ambiente il Ddl n. 206 a firma Enrico Borghi (IV-C-RE) recante “Disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico” (documento in basso).

L’atto, che non ha ancora visto l’avvio dell’esame, all’art. 7 ammette la possibilità che con legge regionale si possa “disciplinare la prosecuzione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico”, in osservanza di alcuni principi, tra cui: “I concessionari interessati presentano alla Regione e alle Province montane un piano industriale di investimenti che contiene misure di efficientamento e incremento della capacità di produzione energetica, con il relativo stoccaggio conseguibile, nonché interventi infrastrutturali finalizzati alla sicurezza e alla regolarità del processo produttivo”.

Le rassicurazioni delle associazioni di settore

Le associazioni del settore, intanto, rassicurano sulla reale condizione degli impianti nazionali e sconfessano le ipotesi di un’emergenza.

Quello di Bargi è “sicuramente un unicum come episodio, mai successo in Italia per tipologia e caratteristiche, dato da problematiche di natura tecnica”, secondo Paolo Picco, presidente di Federidroelettrica.

“Riteniamo che le centrali siano tutte in sicurezza e non ci siano problematiche particolari. Indubbiamente questo è il periodo in cui si stanno facendo tanti revamping ma non riscontriamo che ciò possa essere un problema di sicurezza. È già da dieci anni che si fanno revamping importanti e non è mai successo nulla”.

Per Paolo Taglioli, direttore generale Assoidroelettrica, “si tratta di un evento che non deve farci pensare a centrali idroelettriche insicure. È uno di quei casi che rientrano in una fatalità difficilmente prevedibile. Le centrali sono tra le realtà produttive più sicure sul pianeta e sottoposte a mille controlli. In questo parliamo di un generatore da 170 MW, quindi 228.000 e oltre cavalli; si è innescato probabilmente un fenomeno elettrico, se sarà confermato” ma “tutta la parte idraulica ha tenuto, è intervenuta la valvola di sicurezza che ha isolato dalla condotta alla centrale”.

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