Decreto Superbonus, oggi il voto di fiducia alla Camera

Dopo l'approvazione al Senato, il provvedimento va verso il varo definitivo a Montecitorio: tutte le novità e le contestazioni di Rete Irene in una lettera al Quirinale.

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Non ci si aspettano sorprese dal voto previsto per oggi alla Camera che approverà il decreto Superbonus così come è uscito dal Senato la scorsa settimana.

Il governo ha posto la questione di fiducia, “più per evitare problemi interni alla maggioranza”, accusano le opposizioni, che per aggirare gli emendamenti presentati. Ricordiamo che la conversione in legge deve avvenire entro il 28 maggio.

Revoca della remissione in bonis, “spalma-crediti” e presìdi anti-frode le principali novità, alle quali non dovrebbero dunque aggiungersene di ulteriori.

I punti del decreto

Il principale “colpo” al Superbonus è stato l’estensione a (quasi) tutti gli interventi dello stop a cessione del credito e sconto in fattura. Sono previste però alcune deroghe, entro certi limiti di spesa, per gli interventi nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici. Inoltre, viene introdotta una norma che pone fine ad alcune eccezioni previste dal decreto qualora non risulti sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori effettuati.

Proprio la questione delle aree terremotate aveva portato inizialmente il governo a fare marcia indietro sulla rigidità del provvedimento. Adesso si prevede anche la costituzione di un fondo, con una dotazione di 35 milioni di euro per il 2025, per sostenere gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale degli immobili danneggiati nei comuni colpiti dal terremoto dell’aprile 2009.

Un altro fondo, da 100 milioni di euro per il 2025, viene istituito per il riconoscimento di contributi relativi ad alcune tipologie di interventi nel settore edile in favore delle Onlus, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale.

Con l’approvazione del decreto decadrà definitivamente la remissione in bonis, cioè la possibilità per il contribuente in ritardo di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus con il pagamento di una piccola sanzione, entro il 15 ottobre 2024. Il termine ultimo per inviare la documentazione all’Agenzia delle entrate resta il 4 aprile 2024. Non sarà infatti possibile apportare correzioni o integrazioni alle comunicazioni.

Introdotto anche l’obbligo per alcuni contribuenti di fornire comunicazioni aggiuntive (per tutti i cantieri, nuovi e in corso) all’Enea e al Portale nazionale delle classificazioni sismiche con una serie di informazioni su dati catastali e spese sostenute/da sostenere. È prevista una sanzione fino a 10mila euro in caso di omessa trasmissione delle informazioni relative agli interventi già avviati.

Per quanto riguarda i crediti, viene sospeso l’utilizzo in compensazione in presenza di debiti superiori a 10mila euro nei confronti dell’Erario (fino a concorrenza di quanto dovuto) per i quali sia già decorso il novantesimo giorno dalla scadenza dei termini di pagamento (erano 30 giorni prima del voto in Senato) e non siano in essere provvedimenti di sospensione o sia intervenuta decadenza dalla rateazione.

Sempre sui crediti, lo scorso 15 maggio la commissione Finanza del Senato ha approvato l’emendamento “spalma-crediti” n. 1.0.1000 del Governo, che prevede che le detrazioni Irpef relative a Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche maturate dal 1° gennaio 2024 vengano dilazionate in dieci anni (anziché quattro).

Approvato anche l’emendamentodell’esecutivo 6.1000 con alcune precisazioni al Piano Transizione 5.0: prevede nuovi crediti d’imposta per le imprese che investono in efficienza energetica e fonti rinnovabili nel 2024-2025, a condizione che conseguano determinate percentuali di risparmio energetico (il Piano 5.0 appunto).

Le altre novità riguardano l’obbligo per i Comuni di segnalare alla Guarda di finanza e all’Agenzia delle Entrate l’eventuale inesistenza degli interventi edilizi ammessi alle agevolazioni, e la stretta sulle misure antifrode in materia di cessione dei crediti ACE.

Inoltre, saranno ammesse proroghe di tre mesi sulle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate per chi si avvale del “riversamento spontaneo” del credito d’imposta su investimenti in ricerca e sviluppo, come previsto all’articolo 3 del DL 23 dicembre 2013, n. 145.

I rilievi di Rete Irene

Con una lettera (pdf) inviata al Presidente della Repubblica, Rete Irene – un network di imprese per la riqualificazione energetica degli edifici – ha espresso la sua preoccupazione per gli effetti negativi che l’approvazione del decreto avrebbe sui contribuenti e sull’Erario.

Il provvedimento avrebbe “capacità di determinare situazioni in grado – si legge – di alterare retroattivamente i presupposti in base ai quali le decisioni di investimento dei cittadini, degli operatori economici e dei soggetti finanziari sono state assunte, arrecando gravi e ingiusti pregiudizi economici a tutte le categorie interessate a causa della modificazione delle modalità di fruizione degli incentivi legittimamente fruiti e delle condizioni economiche degli investimenti effettuati”.

La revoca della remissione in bonis è contestata perché “espone i contribuenti al rischio di incapienza e di perdita degli incentivi”, mentre le limitazioni delle possibilità precedentemente consentite alle banche e agli intermediari finanziari di compensare i crediti di imposta con i propri debiti contributivi e assistenziali altera “repentinamente e profondamente le condizioni del mercato”.

Tutte circostanze che secondo Rete Irene violerebbero il principio di irretroattività delle leggi provocando un “trattamento non ugualitario” dei cittadini.

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