Dalla corrente al calore: l’esempio di una piccola utility tedesca

Soluzioni che combinano la professionalità delle utility e l’impegno dei soggetti locali, il tutto massimizzando il ricorso a fonti rinnovabili locali: il teleriscaldamento pulito è ormai una realtà.

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Nella regione tedesca dell’Alta Franconia, il più grande impianto solare termico della Baviera alimenta la rete locale di teleriscaldamento del Comune di Hallerndorf, grazie all’azione della società Naturstrom AG che gestisce ben 12 reti che impiegano fonti rinnovabili per la produzione di calore.

Dall’elettricità al calore… ma non elettrificando

L’aspetto ironico è che la parola Strom in tedesco significa corrente elettrica ed effettivamente questa società è nata come soggetto produttore di elettricità pulita, a seguito della liberalizzazione del mercato elettrico nel 1998 e fondata da membri di associazioni naturalistiche e ambientaliste.

La Naturstrom, una delle prime società in grado di offrire elettricità verde al 100%, è ora divenuta una realtà con più di 400 dipendenti e 13 sedi nel paese tedesco e conserva un approccio “dal basso” in quanto il 51% delle quote societarie è detenuto da piccoli investitori, come soggetti individuali privati e piccole cooperative.

Dalla sola produzione di elettricità la Naturstrom ha deciso di investire nella realizzazione e gestione anche di piccole reti locali di teleriscaldamento che impiegano fonti energetiche rinnovabili disponibili sul territorio.

Non solo corrente ma anche calore: un paradigma che sarebbe auspicabile si ripetesse anche su scala più grande e, soprattutto, anche a livello politico, strategico e normativo.

Calore a chilometri zero

Le reti di calore della Naturstrom si affidano soprattutto alla combinazione tra biomassa ed energia solare per fornire l’energia necessaria agli utenti.

Il sistema di Hallerndorf viene inaugurato nel 2016, connettendo 137 utilizzatori di energia termica ed estendendosi su una lunghezza di circa 7 km di tubazioni. Mentre le caldaie a cippato sono responsabili della copertura del carico principale della rete, soprattutto nella stagione di riscaldamento, l’impianto solare termico, che ha una superficie captante di 1.300 metri quadrati di collettori, è stato dimensionato per coprire il fabbisogno estivo della rete.

Questa taglia dell’impianto solare assicura una copertura complessiva annuale pari al 20% del fabbisogno, con un risparmio di circa 600 tonnellate di CO2 all’anno.

Un approccio molto locale

Secondo le testimonianze raccolte presso la stessa Naturstrom, il business del teleriscaldamento è completamente diverso da quello elettrico perché a più forte caratterizzazione locale.

È necessario, quindi, avere sul posto un responsabile di impianto e un ingegnere specializzato in aspetti termici. Per questo motivo, almeno al momento, le attività sulle reti di calore sono concentrate in un raggio di 150 km attorno alla cittadina di Eggolsheim, essenzialmente nella Baviera del nord e nella Turingia.

Nonostante questo tipo di soggetti si possa comportare come una vera e propria utility, vale a dire possa sviluppare il progetto dalla A alla Z, a volte si preferisce coinvolgere in modo più diretto il Comune e altri soggetti locali come le società cooperative.

La ratio di questa scelta sta nel fatto che la rete di teleriscaldamento è comunque un’infrastruttura fortemente locale e, quindi, è assolutamente ragionevole che alcuni attori del territorio possano avere un ruolo e dire la loro nel suo sviluppo.

Il caso del centro rurale di Moosach è proprio un esempio di questo approccio: lì è il Comune ad avere la proprietà della rete ed è una cooperativa locale a essere responsabile delle relazioni con i consumatori finali, mentre la Naturstrom agisce come proprietario e gestore degli impianti di generazione di energia termica.

Per assicurare una corretta fornitura di calore agli utenti, poi, la Naturstrom ha preso in concessione dal Comune anche l’infrastruttura di rete.

Generazione… Terra

La storia dell’esempio di Hallendorf è invece diversa: il soggetto che ha spinto l’idea all’inizio è stata l’associazione locale “Generation Erde” (Generazione Terra) che, all’epoca, già gestiva una micro-rete di teleriscaldamento che impiegava biogas.

L’occasione per estendere questa rete venne quando si presentò il problema del rinnovamento della pavimentazione stradale cittadina. L’associazione contattò Naturstrom e assieme presentarono l’idea al Sindaco e al Consiglio Municipale. Il supporto all’idea era evidente, ma purtroppo non i fondi necessari alla sua realizzazione.

Anche l’idea di una cooperativa dedicata alla gestione della rete naufragò presto perché nessuno voleva prendersi la responsabilità di una questione tecnica così complessa e, allora, Naturstrom decise di investire sia negli impianti di generazione termica sia nella necessaria infrastruttura di rete.

Nonostante questa scelta, però, le porte sono ancora aperte per l’eventuale partecipazione del Comune o di singoli cittadini.

Legno e trasparenza

Interessante è anche il fatto che l’impatto visivo della centrale termica, incluso l’impianto solare, aveva inizialmente creato preoccupazioni, che poi, a seguito anche di una discussione con la comunità locale, è stato mitigato grazie ad alcune scelte progettuali, come quella di realizzare una struttura in legno (vedi foto), più armonizzata con l’ambiente circostante, a copertura dell’impianto di generazione e dell’accumulo di calore.

Le finestre di grande dimensione, inoltre, consentono una maggiore trasparenza, non solo in senso metaforico: tutti i cittadini possono vedere con facilità cosa accade all’interno dell’impianto.

Gli scavi per le tubazioni, infine, sono stati probabilmente più complessi del previsto, anche perché diversi sono stati gli utenti che hanno scelto di connettersi alla rete di teleriscaldamento solo a lavori già avviati, con la conseguenza della necessità di diverse varianti progettuali in corso d’opera.

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