Con gli accumuli elettrochimici un beneficio per i consumatori di 2,6 miliardi di euro

Con lo storage per impianti eolici e FV utility scale si può abbattere il PUN medio, ma serve un quadro regolatorio di lungo termine che in Italia ancora manca. Da uno studio di Elemens realizzato per EF Solare Italia.

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Se la gestione degli storage venisse ben ottimizzata per raggiungere gli obiettivi di diffusione delle rinnovabili al 2030 previsti dal PNIEC, ciò porterebbe benefici potenziali ai consumatori per 2,6 miliardi di euro grazie alla riduzione del PUN medio determinata dal time-shifting della produzione rinnovabile.

Questo dato è contenuto nello studio “Storage: overview, regolazione e business plan in Italia” (al momento non disponbile), curato da Elemens e realizzato per conto di EF Solare Italia, il primo operatore di fotovoltaico del paese, con più di 300 impianti in 17 regioni e una capacità installata di oltre 850 MW.

La ricerca ha analizzato a livello tecnico, economico e regolatorio l’utilizzo degli storage elettrochimici al litio su impianti fotovoltaici utility scale per la partecipazione al mercato italiano dell’energia e dei servizi di dispacciamento.

Al crescere degli impianti di storage per una nuova capacità pari a circa 7 GW, si spiega che, in teoria, il PUN medio al 2030 potrebbe diminuire di oltre 7 €/MWh.

Pertanto, grazie agli accumuli, il time shifting della produzione da fonte rinnovabili, in particolare da fotovoltaico, verso le ore di maggiore domanda residua consentirebbe di ridurre i picchi di prezzo. Così si andrebbe a contenere la possibile sovrapproduzione e consentirebbe di sostenere i prezzi nelle ore centrali della giornata, riducendo il rischio di “cannibalizzazione” delle rinnovabili. Nel complesso andrebbero a diminuire i costi totali della domanda aggregata.

L’analisi conferma il ruolo fondamentale dei sistemi di accumulo per la realizzazione della transizione energetica, permettendo la piena integrazione al mercato elettrico delle fonti rinnovabili non programmabili, che avranno un peso rilevente sulle nuove installazioni al 2030.

Nonostante la prospettiva di una forte riduzione dei costi delle tecnologie di storage, è evidente come gli investimenti in questo settore siano frenati dall’incertezza sull’evoluzione del quadro regolatorio italiano.

Nel documento c’è una previsione di abbattimento dei costi di investimento nell’arco di sei-sette anni oltre il 40%. Si tratta in effetti di un calo dei costi che ripercorre quanto accaduto per quelli del fotovoltaico (vedi grafico da studio Elemens).

A proposito di quadro regolatorio, lo studio ha mostrato come i Paesi europei in cui si riscontra il maggior numero di progetti sono l’UK e la Germania, dove è presente una regolazione per la partecipazione degli storage al mercato elettrico dei servizi di rete.

“Lo storage è un elemento centrale per lo sviluppo del fotovoltaico”, ha detto Diego Percopo, Amministratore Delegato di EF Solare Italia. “Potrebbe infatti contribuire alla stabilizzazione dell’andamento dei prezzi nel medio lungo periodo e favorire l’integrazione nel mercato elettrico, facilitando l’accesso ai servizi ancillari alle rinnovabili non programmabili”.

EF Solare Italia ha presentato lo studio nel corso di una tavola rotonda a cui hanno partecipato diversi operatori della filiera elettrica, che si sono confrontati e hanno elaborato una proposta di linee guida utili alla definizione di un quadro regolatorio adatto alla realtà italiana.

Il dibattito ha fatto emergere la necessità di un sistema normativo chiaro e di segnali di prezzo di lungo periodo per permettere uno sviluppo urgente dello storage, sia utility scale sia residenziale, che preveda una maggiore offerta dei servizi di rete.

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