Tesla continua a guidare la classifica mondiale delle case auto più impegnate sull’elettrico, tallonata da BYD, mentre diversi altri marchi cinesi sono in ascesa.
Invece i costruttori europei sono a metà strada, alcuni in miglioramento (Mercedes-Benz e BMW in particolare) e altri, come Stellantis, VW e Renault, che perdono posizioni, mentre il ritardo più consistente è stato accumulato dalla filiera automotive giapponese.
Restano, in generale, molti aspetti su cui lavorare, tra cui ampliare l’offerta di modelli 100% elettrici nei vari segmenti di mercato e rendere più “sostenibile” l’intera filiera, ad esempio aumentando le percentuali di elettricità rinnovabile utilizzata per alimentare gli impianti produttivi e fissando obiettivi di recupero-riciclo delle batterie a fine vita.
Queste le principali osservazioni riferite al Global Automaker Rating 2023 pubblicato il 30 maggio dall’ICCT (International Council on Clean Transportation), istituto di ricerca americano focalizzato sulla mobilità a basse emissioni di CO2).
La classifica elaborata dall’ICCT comprende le 21 maggiori case automobilistiche globali per volumi di vendite nel 2023; si basa su dieci metriche, che permettono di evidenziare i progressi compiuti dai diversi marchi nella transizione dai motori endotermici ai veicoli a batteria. Qui sotto la tabella di riepilogo (cliccare sopra per ingrandire).
Le metriche sono le seguenti: quota delle vendite di veicoli elettrici sul totale, copertura dei vari segmenti di mercato (come utilitarie, berline medie, eccetera), consumo energetico, velocità di ricarica, autonomia di guida, elettricità rinnovabile impiegata nelle fabbriche, riciclo/recupero delle batterie.
Ci sono poi tre parametri che riguardano la “visione strategica” dei costruttori: obiettivi di vendita di modelli elettrici, investimenti dedicati all’elettrico, incentivi economici ai dirigenti correlati al raggiungimento di target sui veicoli a zero emissioni.
Tra i tanti grafici pubblicati nel rapporto è di particolare interesse quello che riportiamo sotto, con le percentuali di vendite di auto a zero emissioni, mostrate dalle barrette blu (ZEV, Zero Emissions Vehicle, categoria che comprende anche le vetture a idrogeno, per quanto assolutamente trascurabili).
A parte la posizione di leader assoluto di Tesla, l’unica a vendere esclusivamente auto 100% elettriche, il dato che emerge è che nella top ten ci sono sei costruttori cinesi: BYD, Saic, Geely, Chang’an, Chery, Great Wall. Stellantis è al dodicesimo posto con una quota inferiore al 10%.
Questi numeri confermano che le case auto cinesi stanno conquistando spazi crescenti di mercato nell’elettrico, grazie in particolare a un’offerta più ampia di modelli più piccoli e a costi inferiori, al contrario di molti costruttori europei che stanno puntando sui Suv (per approfondire si veda Auto elettrica, perché Fiat rischia di diventare sempre più marginale in Italia).
In Italia, ricordiamo, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con i nuovi incentivi per l’acquisto di automobili, che premiano fino a 13.750 euro (a certe condizioni) chi sceglie un modello con emissioni tra 0-20 grammi di CO2 per km.
Intanto il mercato italiano delle elettriche, anche a causa dell’attesa per l’ecobonus potenziato, è crollato di quasi il 20% nei primi quattro mesi del 2024, in confronto a gennaio-aprile 2023.
Tornando ai dati ICCT, con il prossimo grafico vediamo che sta aumentando l’autonomia media delle vetture elettriche, con i primi costruttori nel range 400-500 km con un “pieno” di batteria; Tesla è l’unica con una media superiore (di poco) a 500 km.
Il dominio di Tesla è sempre più insidiato da BYD e dall’arrivo di altri marchi cinesi. Va detto però che quasi metà dei veicoli prodotti da BYD nel 2023 è nella categoria PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), cioè le auto ibride con batteria ricaricabile, che possono percorrere soltanto alcune decine di km in modalità full-electric.
Resta anche da vedere se l’Europa deciderà di seguire gli Stati Uniti e imporre dazi aggiuntivi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina, quali saranno gli impatti sui prezzi finali e le conseguenze sul mercato.
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