Clima, alla vigilia della CoP26 nuovi impegni anche da Russia e Turchia

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Putin ha annunciato che Mosca punta alla neutralità carbonica nel 2060. La Turchia ha ratificato gli accordi di Parigi e dovrebbe ricevere più fondi green.

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Alla vigilia della CoP 26 di Glasgow, la conferenza Onu sul clima che inizierà il prossimo 31 ottobre, qualcosa sta timidamente cambiando anche tra i paesi che finora hanno mostrato molta resistenza contro le politiche di transizione energetica.

Il presidente russo, Vladimir Putin, riporta l’agenzia Reuters, parlando alla Energy Week di Mosca nei giorni scorsi, ha affermato che la Russia si sforzerà di diventare carbon neutral entro il 2060, senza però aggiungere alcun dettaglio su come si potrà arrivare a questo traguardo.

Sul quotidiano online The Moscow Times si legge che secondo Putin il ruolo di petrolio e carbone nel mix energetico globale è destinato a diminuire.

La Russia è tra i maggiori produttori mondiali di petrolio e gas ed è il quarto emettitore di CO2 a livello internazionale.

Resta da capire con quali misure la Russia intenda puntare al nuovo traguardo delle zero emissioni nel 2060, lo stesso annunciato lo scorso anno dalla Cina di Xi Jinping.

È comunque un cambio di approccio per Putin, che finora è stato uno dei leader politici più scettici sui cambiamenti climatici e sulla necessità di realizzare un sistema economico più sostenibile.

Mentre Bloomberg, a proposito di Mosca, cita anche un documento al vaglio dei ministri, che prevede un impegno a tagliare del 79% le emissioni di CO2 al 2050, rispetto al 2019.

Ricordiamo però che lo stesso Putin, proprio in questi giorni, ha dato alle rinnovabili e alle politiche di transizione verde la responsabilità del caro energia in Europa, quindi restano tante ambiguità da sciogliere a Mosca in tema di uscita dalle fonti fossili.

Intanto la Turchia, riporta ancora l’agenzia Reuters, dovrebbe ricevere prestiti per 3,1 miliardi di euro da Banca Mondiale, Francia e Germania, per aiutare il paese a investire in tecnologie pulite.

La Turchia, la scorsa settimana, ha ratificato gli accordi di Parigi dopo aver chiesto di cambiare il suo status da nazione sviluppata a nazione in via di sviluppo, ai fini degli accordi, in modo da ottenere più finanziamenti per il clima.

Il cambio di status non è ancora avvenuto, scrive la Reuters, ma la Turchia dovrebbe ottenere ugualmente maggiori fondi di sostegno per la sua transizione energetica, in base a un memorandum di intesa che però deve essere ancora siglato da tutte le parti coinvolte.

La Turchia ha anche approvato in questi giorni l’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2053; il prossimo anno dovrebbe essere presentata la strategia su come realizzare il traguardo net-zero.

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