La Cina frantuma record nel fotovoltaico

In dieci mesi installati oltre 58 GW di solare FV. Superati i 364 GW totali e la produzione da nucleare. Investiti 22 miliardi di dollari nell’anno, +327% sul 2021. Stride il contrasto con una Ue ancora troppo lenta in questa tecnologia.

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La strada della transizione energetica e della decarbonizzazione dell’economia è ancora lontana, lastricata com’è di buone intenzioni e di tanti ostacoli.

Come abbiamo visto in questi ultimi due anni non è proprio un percorso così in discesa viste le tante “variabili” e le tante forze più o meno occulte che influiscono sul mercato energetico, delle materie prime e della geopolitica. Variabili più o meno prevedibili che si frappongono in quello che dovrebbe essere per molti il “sol dell’avvenire”.

Mentre in Europa ci si agita e ci arrovella su prezzi limite al gas, extra profitti alle rinnovabili e sul costruire o meno linee produttive di solare e accumuli, però ancora troppo piccole, nel campo del solare nel baricentro industriale del pianeta si fanno i numeri.

Parliamo della Cina, dove la capacità fotovoltaica installata cumulativa ha raggiunto a fine ottobre 364,44 GW. Lo ha comunicato la National Energy Administration (NEA) nel suo nuovo aggiornamento. Una potenza di FV che genererà quest’anno una produzione di elettricità solare sicuramente maggiore di quella da nucleare, con i suoi circa 55 GW di impianti.

Secondo i dati forniti da IEA-PVPS di fine 2021, che ammontavano a circa 306 GW, le nuove installazioni fotovoltaiche in Cina nei primi dieci mesi del 2022 dovrebbero quindi aver superato i 58 GW di potenza.

La NEA stima che il paese abbia investito nel periodo gennaio-ottobre circa 22 miliardi di dollari in progetti solari, con una crescita del 327% sul 2021, quando il paese produceva circa 200 GW di celle FV e un valore di circa 108 mld di euro in moduli e componenti per il FV.

A fine anno la stessa Iea-Pvps prevede, forse ottimisticamente, che il colosso asiatico possa installare tra 80 e 100 GW di impianti FV. Una stima comunque fatta a inizio secondo trimestre 2022 anche da China Electricity Council, associazione nazionale delle società energetiche.

In ogni caso, anche ai ritmi attuali, stiamo sempre parlando di una potenza di circa 6.000 MW al mese.

Sebbene anche il continente europeo quest’anno metterà in cantiere un positivo +40% di potenza fotovoltaica sul 2021 (con nuovi 35-40 GW), sono ancora troppi i colli di bottiglia (produzione, materie prime, autorizzazioni, manodopera qualificata, ecc.) che non consentono quello slancio necessario al comparto per arrivare a rendere operativi a fine 2030 circa 1000 GW (1 TW), come auspicato dall’associazione di categoria SolarPower Europe nel suo scenario più ottimistico (accelerated high scenario).

Concretamente, a fine 2021, i paesi membri dell’Ue, avevano un installato FV di “soli” 165 GW, con una proiezione a fine decennio (business as usual) di circa 670 GW. Ancora troppo poco per gli obiettivi dell’Unione.

Intanto in Cina nel 2021 la generazione distribuita, soprattutto da fonti rinnovabili, ha rappresentato il 53,4% della nuova potenza installata totale. Ad esempio, il fotovoltaico su tetto e in piccoli e medi impianti ha inciso per oltre il 50% delle installazioni totali. E il peso della generazione distribuita è una tendenza che continuerà anche nel 2022.

Il target di crescita del solare fino al 2025, secondo la Iea-Pvps, in base al piano quinquennale 2021-2025, è, appunto, di aggiuntivi 80-100 GW/anno, per arrivare a sfiorare a metà decennio i 700 GW fotovoltaici totali.

La sezione del FV della Iea si spinge oltre e ritiene che la Cina aggiungerà tra il 2026 e il 2030 altri 450-550 GW di nuova potenza solare FV, superando già prima della fine del decennio il terawatt cumulativo.

Poi ci informano anche sui numeri delle installazioni FV tra il 2030 e il 2060: 4.000-6.000 GW. Ma questi li lasciamo ai posteri.

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