I camion alimentati a gas naturale (liquified natural gas o GNL) non sono una soluzione praticabile per ridurre le emissioni e attuare la transizione ecologica, a causa della loro capacità inquinante ben superiore rispetto a quella dichiarata dai costruttori dei veicoli.
QualEnergia.it ne aveva parlato anche nel 2018 e oggi a ribadirlo è sempre la Federazione europea per i trasporti e l’ambiente Transport & Environment (T&E) che, per dimostrarlo, questa volta ha incaricato The Graz University of Technology di eseguire un test con due camion prodotti da IVECO, uno diesel convenzionale e un altro GNL.
I risultati del test, pubblicati nel report “LNG Trucks: a dead end bridge. Emissions testing of a diesel and a gaspowered long-haul truck” (allegato in fondo), rilevano che le emissioni di gas serra prodotte dai camion GNL possono superare quelle dei camion diesel, e che le particelle ultrafini e cancerogene emesse sono 37 volte maggiori, rispetto alla quantità emessa dal veicolo diesel.
Questo test ha dimostrato che il metano, almeno nei 20 anni successivi al suo rilascio in atmosfera, ha un impatto potenziale di riscaldamento globale (GWP), più elevato del 13,4% rispetto a quello del diesel.
Secondo il rapporto, anche il metano rinnovabile (biometano sostenibile e metano sintetico prodotto da elettricità rinnovabile) non sarà sufficiente ed economicamente conveniente per la decarbonizzazione degli autotrasporti.
Infatti, anche con sussidi estremamente elevati, fino a sei volte il prezzo al dettaglio del gas fossile, la materia prima di biometano disponibile nei sei maggiori paesi europei (Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, Polonia) potrebbe consentire di soddisfare dal 4 al 28% del consumo energetico previsto per il trasporto su strada nel 2050.
A titolo esemplificativo si riporta il grafico della disponibilità potenziale (colore giallo+arancione) di biometano, e la domanda dello stesso (colore grigio), richiesta per le flotte degli autocarri in Italia nel 2050, in Spagna e Polonia.
Per quanto riguarda le riduzioni dell’inquinante particolato (PM), passando dai motori diesel a quelli a gas, IVECO afferma che il camion S-Way LNG può ridurre le emissioni di PM fino al 95% rispetto al diesel.
Tuttavia, i risultati del test mostrano che queste affermazioni sono false. Il camion GNL testato ha emesso più PM rispetto al camion diesel in tre dei quattro cicli di prova intrapresi.
Il camion GNL testato ha emesso quantità elevate di particelle molto piccole, 37 volte più di quelle regolamentate, che sono sempre considerate le più dannose per la salute umana.
La differenza maggiore tra i due camion è stata misurata durante il funzionamento urbano in entrambi i test, che include il periodo di riscaldamento del motore con avviamento a freddo: il camion GNL ha funzionato molto peggio del diesel, emettendo 2-3 volte più particelle.
Inoltre, il camion GNL ha ottenuto risultati ancora peggiori, durante la sezione rurale del test regionale, dove ha emesso l’83% in più di particelle.
Quindi, alla luce dei risultati emersi dal test, T&E propone alcune raccomandazioni politiche.
A livello nazionale, la Federazione europea invita gli Stati membri UE a porre fine al rinnovo della flotta con camion a gas e agli incentivi sull’acquisto, oltre alla graduale eliminazione di altri sussidi, come le esenzioni dal pedaggio stradale e le riduzioni dei dazi sul carburante.
Invece, a livello comunitario, T&E ritiene che l’UE dovrà trasformare il Regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, in un Regolamento sulle infrastrutture a emissioni zero, che si concentri esclusivamente su elettricità e idrogeno rinnovabile, escludendo il rifornimento di gas (sia CNG che GNL).
Dato che molti Stati membri concedono ancora sgravi fiscali al gas fossile utilizzato nei trasporti, T&E valuta positivamente che, nell’ambito della revisione della Direttiva sulla tassazione dell’energia, la Commissione europea abbia proposto di eliminare la possibilità di queste esenzioni o riduzioni fiscali, proponendo inoltre che l’aliquota minima di accisa, sia per il gas fossile che per il biogas non sostenibile, sia pari a quella della benzina e del diesel.
Inoltre si chiede all’UE che la revisione degli standard di CO2, prevista per il 2022, garantisca la vendita di almeno il 50% di autocarri a emissioni zero entro il 2030.
In riferimento alla prossima proposta sul regolamento EURO VII per ridurre l’inquinamento dei camion tradizionali, T&E ritiene che si debba includere la riduzione dei limiti di emissione per tutti gli inquinanti regolamentati e l’introduzione di limiti per gli inquinanti attualmente non regolamentati, come le particelle più piccole di 23 nanometri e il gas serra protossido di azoto (N2O).
Infine, per questi motivi, la Federazione europea chiede alla UE di fissare una data per l’avvio della produzione esclusiva di camion a zero emissioni e di includere un test delle emissioni di tutte le condizioni di guida, compreso l’avviamento a freddo (quando il motore viene avviato per la prima volta) e la guida urbana a bassa velocità e a basso carico.
Il report di T&E (pdf)