Cambiare la caldaia a gas di casa: mini-guida per scegliere quella più adatta

Una panoramica sulle caratteristiche più importanti da valutare per individuare le migliori caldaie a condensazione per riscaldamento e acqua calda sanitaria. Attenzione non solo all’efficienza energetica, ma anche ai limiti più severi sulle emissioni inquinanti.

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Potenza, rendimento energetico, sistemi di termoregolazione, incentivi, nuovi limiti alle emissioni inquinanti: questi sono i principali elementi da valutare al momento di acquistare una caldaia domestica a gas, senza dimenticare che l’efficienza dell’impianto dipende anche dal tipo di elementi riscaldanti (termosifoni, pannelli radianti e così via, vedi QualEnergia.it).

Vediamo di seguito i punti essenziali in una mini-guida sugli apparecchi murali a gas a uso residenziale di potenza inferiore a 35 kW, che abbiamo realizzato anche grazie alla consulenza dei tecnici di Assotermica.

Quale potenza

Parliamo di caldaie di tipo combinato per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Per quanto riguarda la potenza, bisogna considerare la grandezza dell’appartamento e le sue caratteristiche (soprattutto il grado dell’isolamento termico, che influisce moltissimo sul fabbisogno energetico per riscaldare l’abitazione), oltre al numero di persone presenti abitualmente in casa, in modo da dimensionare correttamente l’impianto.

Il taglio di potenza “classico”, il più venduto e generalmente adatto alle esigenze di una famiglia di quattro persone in un appartamento di circa 100 metri quadrati, è attorno a 24 kW.

L’etichetta energetica

Le caldaie a gas più efficienti sono quelle a condensazione in classe A (ci sono apparecchi a condensazione “di prima soglia” in classe B). Fondamentale, quindi, è consultare bene l’etichetta energetica del prodotto, che riporta le categorie di efficienza sia sul lato del riscaldamento sia sul lato della produzione di ACS.

La tecnologia della condensazione, ricordiamo in breve, si basa sul recupero del calore latente di condensazione, attraverso il ricircolo dei fumi nello scambiatore di calore.

Dal 26 settembre 2015, le caldaie convenzionali a camera stagna sono state messe fuori mercato in Europa dal regolamento UE n. 813/2013 sulla progettazione eco-compatibile degli apparecchi per il riscaldamento, che ha fissato nuovi parametri di efficienza media stagionale.

Quest’ultima non deve essere inferiore all’86% e per i generatori a condensazione di classe A si parla di valori superiori al 90% (è bene precisare che l’efficienza media stagionale non riguarda il rendimento della sola combustione ma è un parametro più ampio, che considera i consumi totali di elettricità/gas di una caldaia nell’arco di una stagione “tipo”).

Le caldaie convenzionali a camera aperta con tiraggio naturale, invece, si possono ancora installare negli edifici condominiali con canne fumarie collettive ramificate, molto diffuse nei palazzi degli anni ’60, dove per diverse ragioni tecniche e di sicurezza è consentito andare in deroga al regolamento europeo.

Quanto si risparmia

Dopo aver sostituito la vecchia caldaia con un modello a condensazione di classe A, il risparmio di combustibile su base annua si attesta mediamente intorno al 15-20% con la possibilità di ottenere benefici maggiori in determinate circostanze. Ad esempio, utilizzando pannelli radianti a pavimento (però ancora poco diffusi in Italia, soprattutto negli edifici esistenti) o radiatori correttamente dimensionati, che “lavorano” con temperature dell’acqua più basse, ottimizzando così il rendimento della caldaia.

Per risparmiare ancora di più sulla bolletta del gas è fondamentale installare insieme alla caldaia un sistema avanzato di termoregolazione, che consente di mantenere una temperatura costante negli ambienti interni, in funzione di diversi parametri, come temperatura esterna, umidità dell’aria, presenza di persone, eccetera.

Il consiglio, infatti, è impostare una temperatura interna media di 20 gradi per il giorno e 17-18 per la notte, lasciando poi alla caldaia il compito di modulare automaticamente il suo funzionamento, mantenendo sempre la temperatura dell’acqua a un certo livello. In questo modo, evitiamo che si creino sbalzi termici eccessivi con relativi picchi di utilizzo/consumo di gas.

Costi e incentivi

Gli incentivi sono di due tipi: il più interessante è l’eco-bonus del 65% per la riqualificazione energetica, valido per la sostituzione della caldaia con un apparecchio a condensazione in classe A se abbinato a un sistema evoluto di termoregolazione (valvole termostatiche, sensori, cronotermostato). Altrimenti, per la sola sostituzione della caldaia con un apparecchio almeno in classe A, la detrazione fiscale stabilita dalla Legge di Bilancio 2018 si ferma al 50% sempre spalmata su dieci rate annuali di pari importo.

Poi c’è la detrazione Irpef del 50% prevista per la sostituzione della caldaia nelle ristrutturazioni edilizie.

Infine un accenno ai costi, precisando però che possono variare moltissimo secondo le marche e i singoli modelli: per una caldaia in classe A da 24 kW si può considerare un prezzo “chiavi in mano”, compresa l’installazione, nell’ordine di 1.500/2.000 euro a salire.

Nuovi limiti alle emissioni

Conviene poi precisare il significato della dicitura “ERP Ready” che si vede tra le caratteristiche di molte caldaie di ultima generazione: sono apparecchi che soddisfano i requisiti della fase 2 della direttiva europea ErP (Energy related Products), che dal 26 settembre 2018 prevede che i nuovi apparecchi a gas dovranno emettere non più di 56 milligrammi di ossidi di azoto per kWh (56 mg/kWh di NOx).

Per dare un’idea, le emissioni inquinanti delle caldaie convenzionali, non a condensazione, sono più che doppie rispetto al nuovo standard ErP (parliamo di oltre 100 mg/kWh).

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