Blackout in Spagna, il report del governo assolve le rinnovabili

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La ricostruzione ufficiale degli eventi che hanno portato all'interruzione: dalle indagini è emersa l'incapacità della rete di controllare la tensione. Smentita la pista del cyber-attacco e respinte le accuse infondate a fotovoltaico ed eolico.

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A un mese e mezzo dal blackout che ha colpito la penisola iberica lo scorso 28 aprile, le autorità spagnole hanno fornito una prima ricostruzione ufficiale della catena di eventi che ha portato al guasto.

L’interruzione di corrente “ha avuto un’origine multifattoriale”, con una “cascata temporale di eventi che hanno progressivamente sbilanciato il sistema, culminato con l’interruzione della rete elettrica peninsulare a causa di sovratensione”, si legge nel comunicato pubblicato ieri dal ministero della Transizione ecologica spagnolo (link in basso).

Esclusa quindi l’ipotesi che si sia trattato di un cyber-attacco. “Il sistema non aveva sufficiente capacità di controllo della tensione”, ha spiegato la ministra dell’Energia spagnola Sara Aagesen in una conferenza stampa a Madrid.

Le risorse, pur esistenti, “non erano sufficientemente programmate – ha aggiunto la ministra – oppure non hanno operato adeguatamente secondo quanto richiesto dalle norme, o una combinazione di entrambe le cause”.

Dal resoconto emerge che il gestore di rete Red Eléctrica non aveva acceso abbastanza centrali termoelettriche quando l’aumento di tensione ha causato la reazione a catena che ha portato al blackout.

L’azienda “ci ha detto che avevano fatto i loro calcoli e stimato che accendere più impianti termici non fosse necessario in quel momento. Li avevano impostati solo per le prime ore del giorno, non per le ore centrali”, ha spiegato Aagesen.

Le cause del blackout

Due i motivi che secondo l’indagine hanno portato al deficit di capacità di controllo della tensione.

Il primo è che il 27 aprile, giorno prima del blackout, Red Eléctrica aveva programmato l’entrata in funzione di 10 centrali elettriche sincrone in grado di regolare la tensione per il giorno 28, il numero più basso dall’inizio dell’anno.

In secondo luogo, diversi impianti in grado di regolare la tensione non hanno risposto adeguatamente alle istruzioni per ridurla impartite dal gestore di rete.

La stabilizzazione è stata resa complicata anche dalle oscillazioni atipiche che si sono verificate e che hanno richiesto una modifica della configurazione del sistema.

Alle 12.03 è stata registrata un’oscillazione atipica di 0,6 Hz, che ha causato forti fluttuazioni di tensione per quasi 5 minuti. In risposta il gestore ha aumentato la maglia della rete (un intervento previsto da protocollo che consiste nell’incrementare la connessione tra i nodi della rete elettrica) e ha ridotto il flusso di interconnessione con la Francia.

Queste azioni hanno smorzato l’oscillazione, ma hanno avuto come effetto secondario l’aumento della tensione.

Dopo la seconda oscillazione, avvenuta alle 12.16, Red Eléctrica ha richiesto la disponibilità di un’ulteriore centrale elettrica in grado di contribuire alla regolazione della tensione, ma è stato impossibile intervenire prima che sopraggiungesse il blackout.

Sempre secondo la ricostruzione fornita dal governo, inoltre, alcuni impianti di generazione sono stati disconnessi in modo improprio e prima del superamento delle soglie di tensione stabilite (tra 380 e 435 kV).

Le repliche dei produttori e di Red Eléctrica

La lobby dei produttori di energia Aelec, che rappresenta le principali compagnie elettriche spagnole, tra cui Iberdrola  e Endesa (Enel), ha respinto le accuse affermando che le centrali del Paese “hanno rispettato i requisiti normativi in materia di controllo della tensione”.

Pur disponendo di risorse sufficienti per garantire il controllo della tensione, ha rimarcato Aelec, è stata una scelta di Red Eléctrica quella di optare per “una gestione della tensione con una capacità sincrona limitata e una distribuzione geografica sbilanciata, lasciando il sistema in una situazione di vulnerabilità“.

“Sembra che il blackout rifletta un guasto critico nel sistema elettrico spagnolo, non dovuto alla mancanza di capacità installata, ma alla cattiva gestione delle risorse energetiche disponibili e alla mancanza di responsabilità nelle operazioni della rete”, ha affermato Pratheeksha Ramdas, analista senior di Rystad Energy, citato da Reuters.

In risposta alle accuse del governo, la presidente di Red Eléctrica, Beatriz Corredor, ha negato ogni responsabilità, attribuendo a sua volta le cause del blackout a un “malfunzionamento” di un impianto fotovoltaico a Badajoz, comune al confine con il Portogallo. Sarebbe stato quest’ultimo a causare l’oscillazione forzata di frequenza. L’azienda si è rifiutata di rivelare ulteriori dettagli sull’impianto per motivi di riservatezza.

Concha Sánchez, direttrice generale delle Operazioni di Red Eléctrica, ha affermato che l’oscillazione era “inequivocabilmente” il risultato di un malfunzionamento dei controlli interni dell’impianto, un problema “che deve essere chiarito dal proprietario”.

In un report diffuso oggi, 18 giugno, dal gestore di rete (allegato in basso), si chiarisce che l’inerzia non è stata un fattore determinante e che la capacità di generazione convenzionale chiamata a fornire regolazione della tensione non ha assorbito la potenza reattiva che avrebbe dovuto, mentre gli impianti da rinnovabili si sono disconnessi con troppa facilità, a valori di tensione anche molto lontani da quelli previsti.

Rinnovabili “innocenti”

Una cosa certa è che la penetrazione delle rinnovabili nel sistema energetico spagnolo non è stata la causa del blackout, come alcuni detrattori hanno provato a far credere, soprattutto nei primi momenti dopo l’interruzione (al massimo le Fer ne sono state vittima, si veda QualEnergia.it, Rinnovabili vittima e non causa del blackout iberico), al massimo –  secondo la ricostruzione del gestore di rete, ma non secondo quella del governo –  alcuni impianti Fer potrebbero aver aggravato la situazione staccandosi troppo presto in risposta ad anomalie già in corso.

L’inerzia non c’entrava nulla. È stato un problema di mancata regolazione della tensione, per vari motivi, tra cui l’inadeguatezza di alcune centrali termiche a svolgere il servizio di regolazione contrattualizzato, e per il quale erano pagate”, commenta su Linkedin Luigi Moccia, ricercatore del Cnr esperto di reti ed energia.

“Addirittura –  aggiunge – una centrale termica che avrebbe dovuto assorbire potenza reattiva non solo non lo ha fatto, ma ne immetteva a sua volta in rete. Solare ed eolico non hanno svolto quel servizio di regolazione perché non ne avevano accesso per regolamento, non per impossibilità tecnica. Quel servizio era destinato, per un valore di ben 600 M€/anno, alle centrali termiche.”

“Tra le raccomandazioni finali del rapporto – conclude – c’è infatti anche una revisione di questa regolamentazione: aprire quel servizio a solare ed eolico per fargli fare a minor costo quello che le termiche si sono dimostrate inadeguate a fare”.

Lo ha ribadito anche SolarPower Europe in una nota. Secondo l’associazione è necessario che il governo spagnolo “investa più rapidamente nella resilienza della rete e nella flessibilità del sistema, in particolare attraverso inverter grid forming e sistemi di accumulo a batteria” (si veda QualEnergia.it, Una rete elettrica che si regge sugli inverter grid-forming).

Queste tecnologie sono infatti fondamentali per supportare livelli di tensione stabili, gestire la variabilità e garantire la sicurezza energetica da fonti rinnovabili.

Lo scorso anno, la Spagna si è classificata appena 14esima in Europa per installazione di batterie, con meno di 250 MWh aggiunti a fronte di 9 GW di nuova potenza solare installata. Quasi tutte le nuove installazioni erano inoltre accumuli di piccola taglia, quindi non utility scale.

La ministra Aagesen ha difeso dal canto suo l’impegno del governo spagnolo a incrementare l’uso delle rinnovabili.

“Crediamo nella transizione energetica e sappiamo che non è una questione ideologica, ma uno dei principali vettori di crescita di questo Paese in termini di opportunità di reindustrializzazione”, ha affermato.

Il governo nel frattempo ha annunciato al prossimo Consiglio dei ministri un pacchetto di misure per rafforzare la rete e migliorarne la capacità di controllo della tensione. Un focus particolare verrà anche posto sull’aumento della flessibilità del sistema e sul potenziamento delle interconnessioni con i Paesi vicini.

(Articolo aggiornato post pubblicazione per aggiungere il commento di Moccia, la versione di Red Eléctrica e i report)

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