Aziende, la classifica dei giganti con più investimenti nel low carbon

Sul podio Tesla, Edf ed Enel. L’aggiornamento trimestrale del Clean Energy Exposure Ratings di BNEF.

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Tesla, Électricité de France ed Enel sono in testa al Clean Energy Exposure Ratings di BloombergNEF (BNEF), una speciale classifica che valuta la quota dei ricavi delle aziende derivante dalle attività nel settore delle “energie pulite” (che comprende rinnovabili, ma anche reti, mezzi elettrici, nucleare e CCS).

È quanto emerge dall’aggiornamento per il quarto trimestre 2023 della classifica stilata dalla società americana di dati, analisi e ricerche, i cui Clean Energy Exposure Ratings (CEER) classificano le aziende da A1, (elevata esposizione) ad A5 (nessuna esposizione alle energie pulite).

BNEF ha stimato che i ricavi da energia low carbon registrati nel 2022 dalle società esaminate nel suo ultimo rilevamento ammontino a 2,9 trilioni di dollari.

Con l’aggiornamento della misurazione effettuato a dicembre, BNEF ha ampliato la copertura complessiva a 106.451 aziende: 51.632 aziende quotate in borsa (49%) e 54.819 aziende non quotate (51%).

Il calcolo include i ricavi derivanti da energia fotovoltaica, eolica, idroelettrica, nucleare, reti elettriche, trasporti elettrificati, stoccaggio di energia, idrogeno, geotermia, bioenergia e cattura del carbonio.

Delle oltre 100mila aziende analizzate, 5.371 hanno ottenuto un rating di A1. Ciò vuol dire che derivano oltre metà del proprio fatturato dalle energie a basso contenuto di carbonio.

Nelle prime tre posizioni, il fatturato del produttore americano di auto elettriche Tesla poggia al 100% sulle energie pulite, quello di Électricité de France (EDF) per l’88%, grazie alla sua flotta di reattori nucleari, e quello di Enel per il 58%, grazie agli ingenti investimenti in generazione rinnovabile della controllata Enel Green Power, come mostra il grafico di BNEF.

Dati sugli asset rinnovabili

I CEER rilevano in particolare l’esposizione delle aziende allo sviluppo, al finanziamento, alla manutenzione o alla proprietà di progetti rinnovabili.

Per fare ciò, BNEF si affida ai dati sulle aziende e gli asset rinnovabili presenti nel proprio database Renewable Energy Project, uno dei più grandi di questo tipo al mondo, secondo la società.

BNEF ora esamina una serie ancora più ampia di dati, dai bilanci alle descrizioni delle società, dalle strutture proprietarie delle imprese fino agli asset di energia rinnovabile. Ciò consente ai rating di cogliere il maggior numero possibile di aziende impegnate nella transizione verso l’energia pulita.

L’ultimo aggiornamento aiuta a identificare cioè l’esposizione alle energie pulite anche quando i bilanci non la rivelano. Ad esempio, Saudi Aramco possiede una partecipazione del 30% in un impianto fotovoltaico da 750 MW, che ha portato a un rating di A4 in questa analisi. Anche ExxonMobil, con partecipazioni in tre progetti di cattura e stoccaggio del carbonio, ha ottenuto un rating A4, cioè di esposizione alle rinnovabili inferiore al 10% del fatturato complessivo.

Se si fossero considerati solo i bilanci, entrambe le aziende avrebbero ricevuto un A5, indicante cioè nessuna esposizione alle energie pulite, un rating introdotto in quest’ultima analisi.

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